Haaveilla

5) Dove Hoseok scopre di non avere il coraggio dei Grifondoro

Hoseok fece un respiro profondo.

Aveva appena salutato TaeHyung e JungKook nell'atrio, ed ora si avviava verso la sua classe. Sapeva di dover chiedere a NamJoon notizie sul passato di Jimin, ma come aveva previsto non aveva coraggio.

Entrò in classe e salutò con il suo solito sorriso i ragazzi con i quali aveva fatto amicizia, avvicinandosi al suo banco. Il biondo era già li, con il cellulare in mano, che sorrideva allo schermo.

"Ma smettila, l'hai visto cinque minuti fa" lo apostrofò Hoseok, riferendosi a Jin, che era evidentemente l'oggetto di tali sorrisi.

"Stai zitto tu, si vede che non sei mai stato innamorato" Rispose Nam, senza staccare gli occhi dal cellulare. Hoseok sospirò e cercò di trovare la forza di fare la fatidica domanda, ma come previsto le parole non volevano uscire.

Perché tanta paura di una domanda, poi? Si ripeteva tutti giorni che uno come Jimin non poteva aver fatto nulla di catastrofico. Quel faccino dolce, le labbra piene e sempre sorridenti, gli occhi grandi che si trasformavano in due fessure quando rideva. Era quasi un bambino, si ripeteva, nonostante sapesse esattamente che non era così. Davvero, trovava impossibile che uno come lui avesse fatto del male a qualcuno. Poi si ricordò di YoonGi, della tristezza mista a frustrazione e rabbia con cui gli aveva detto di stare lontano dal ragazzo. Della sconsolatezza con la quale tornava a casa ogni giorno, delle occhiaie e della evidente mancanza di voglia di vivere. Poteva davvero essersi ridotto così per colpa di Jimin? Non sapeva rispondersi, e aveva paura. Che avrebbe fatto se fosse stato davvero così? Si sarebbe allontanato da Jimin? Lo avrebbe odiato come tutti gli altri? Sarebbe davvero stato capace di farlo? Hoseok sapeva di mentire, quando si rispondeva di si, ma lo rassicurava.

Lo rassicurava pensare che sarebbe potuto uscire da quella storia quando voleva, che se fosse stato una brutta compagnia sarebbe stato capace di allontanarsi. Ma non era così, e lo sapeva. Non voleva affrontare la realtà, questo era quanto. Per questo le parole non uscivano quando voleva chiedere informazioni NamJoon, e non sarebbero mai uscite.

Suonò la campanella della ricreazione ed Hoseok sapeva per certo di aver perso metà spiegazione mentre era concentrato nelle sue riflessioni. Guardò gli appunti, sapendo che, lacunosi com'erano, non gli sarebbero mai serviti, e si preparò a doverli chiedere al suo compagno di banco un'altra volta.

Quando uscì dall'aula, il mondo era li, chi a ridere e scherzare, chi a correre verso i bagni, chi in file alle macchinette, per scegliere il veleno che gli aggradava di più quel giorno. Hoseok odiava il caffè delle macchinette, era sempre troppo bollente per essere bevuto, e non sapeva mai di niente, per non parlare del fatto che per raffreddarsi ci metteva tutta la ricreazione, per poi dover essere bevuto in tutta fretta.

Ma Hoseok non si fermò ne al bagno né alle macchinette. Passeggiò con nonchalance per i corridoi, sperando di incontrare qualche amico, ma a quanto vide, passando davanti alla classe di JungKook, che il suo dongsaeng e TaeHyung erano impegnati un una chiacchierata alquanto seria, a giudicare le loro facce, lasciò perdere. NamJoon e Jin erano nella sua classe, a sbaciucchiarsi forse, comunque non voleva saperlo, e YoonGi non si vedeva in giro, ovviamente.

E se andassi a trovare Jimin? Si chiese. E se poi mi scoprono? No, non posso farmi beccare, chissà cosa penserebbe Suga... probabilmente non mi parlerebbe più. E Hoseok non voleva. Già YoonGi non aveva praticamente amici (a quanto sembrava), se avesse smesso di parlare anche a Hoseok sarebbe stata la fine. Hoseok sapeva che ce l'aveva fatta da solo per chissà quanto tempo, probabilmente mesi, ma non se la sentiva di farlo tornare in quella situazione.

Tornò in classe e come previsto Jin era lì, per fortuna con le labbra staccate da quelle di NamJoon. Quest'ultimo lo guardò entrare, e quando fu vicino a loro interruppe il discorso del suo ragazzo.