25)Dove tutto finisce (in bene)

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Era una bella notte, il sole era tramontato da un pezzo e il cielo era terso. Una di quelle notti estive nelle quali dormire sembra il peggiore dei peccati da commettere. Ma non una di quelle in cui hai voglia di andare in discoteca a ballare, no.

Era una di quelle in cui fare passeggiate, respirare l'aria fresca e riflettere su quanto bella sia la vita. Non che YoonGi non l'avesse fatto per due ore o poco più ormai, intendiamoci... ma c'era qualcosa che mancava.

Qualcuno.

Stava girando per le strade, tenendosi sempre in quelle principali e illuminate, quando una pazza idea gli venne in mente.

Era la notte perfetta.

La notte perfetta in cui riprendersi il suo Jimin e tutto ciò che facevano prima di quel terribile disastro che era stata la loro relazione. Andavano spesso in giro di notte, d'estate, camminavano, parlavano, correvano, e riprendevano fiato, ridendo, solo arrivati nei posti più belli della città, nessuno a giudicarli.

YoonGi sorrise in mezzo alla strada, pura felicità sl suo volto, l'energia che fluiva nei suoi muscoli, la dopamina che gli diceva si, questa notte puoi, questa notte è tua. Qualcuno, mentre passava, lo guardò male, ma in quei momenti di felicità ed eccitazione, YoonGi non se ne accorse.

All'improvviso stava correndo, verso quella meta precisa, senza fermarsi. Scansò dei passanti, quei pochi che alle dieci della sera avevano il coraggio di camminare con le sue stesse intenzioni, corse a perdifiato, fino a giungere ad una casa in particolare.

Suonò il campanello e quando la porta di quella casa si aprì, lui stava ancora prendendo fiato, ma il sorriso che si aprì sul suo volto non era minimamente sminuito dallo sforzo appena fatto.

"Hey" disse senza timidezza, quasi euforico, nemmeno sicuro di rendersi davvero conto di cosa stava succedendo.

"Hey" rispose un Jimin stranito, per quanto felice di quella visita "che fai qui?"

"Facciamo una delle nostre passeggiate?" chiese YoonGi, quasi non fosse passato il tempo dall'ultima volta che l'aveva chiesto.

Jimin rise, sorpreso da tutta quella felicità e improvvisa pazzia. "Aspetta qui" rispose, prima di andare a mettere le scarpe e chiedere a sua madre il permesso. Non che gli interessasse troppo, era uno che faceva fatica a seguire le regole dei propri genitori, ma almeno la avvisò.

Pochi minuti dopo, stavano passeggiando per le vie di Seul. YoonGi aveva ripreso un po' del suo carattere normale, più riservato e taciturno, ma non si stava pentendo di ciò che aveva fatto.

"Come mai questa idea improvvisa?" chiese Jimin dopo un po'.

"Stavo camminando, e mi sono venute in mente tutte le passeggiate che facevamo noi di notte" rispose YoonGi un po' timido. Non sapeva bene come dirglielo, dopotutto Jimin era tornato da un mese e loro non avevano ancora parlato seriamente della situazione.

Il minore annuì. "E' una bella notte".

"E' tanto che non venivo a camminare così" cominciò YoonGi "Mi era mancato".

"Anche a me " disse Jimin, ancora più timido. Sapeva di dover dire qualcosa, sapeva di essere quello che doveva cominciare il discorso, ma trovare il coraggio non era mai stato così difficile. "Scusa" disse alla fine, dopo una lunga pausa.

YoonGi gli sorrise per tranquillizzarlo, ma non disse nulla, sapendo che NJimin avrebbe continuato a parlare.

"Mi dispiace davvero di tutto ciò che è successo. So che le scuse non saranno mai abbastanza, ma non saprei cos'altro dirti. Ho riflettuto molto, mentre ero a Busan, mi ha fatto bene andarci. Mi dispiace di averti risposto di no sul treno, ma avevo davvero bisogno di passare un po' di tempo lontano da qui. Credo che non mi libererò mai del senso di colpa, io... non so davvero come abbia fatto. Mi dispiace" Diie Jimin , davvero dispiaciuto, senza nemmeno il coraggio di guardare il faccia YoonGi.

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