Haaveilla

10)Dove i nodi vengono al pettine

Hoseok si svegliò, quella mattina più deciso che mai. Ci aveva pensato molto in quei giorni, dopo il compleanno di Jimin, aveva cambiato opinione più o meno ogni due ore, ma si era deciso, alla fine. Non voleva mentire ai suoi amici, doveva dirgli di Jimin, e capire cosa aveva fatto.

Quel giorno YoonGi andò a scuola,(ogni tanto l'aveva saltata ancora senza dare spiegazioni a nessuno) ma neanche quel giorno disse una sola parola, e Hoseok sapeva che ciò che tormentava il ragazzo era qualcosa di serio, e avrebbe dovuto scoprirlo. Si vergognò della sua timidezza riguardo l'argomento, di solito non era uno che si faceva bloccare da questo genere de cose. Ci aveva riflettuto molto in quei giorni e aveva capito che Jimin era più importante per lui di quanto fosse lecito dato il poco tempo in cui si erano conosciuti. Aveva deciso di provare a vedere la situazione da un punto di vista più esterno e meno coinvolto, in modo da non essere travolto dai sentimenti ogni volta che pensava al pel di carota (ovvero sempre), e riuscire a capire quali fossero le cose davvero importanti. Si era reso conto che doveva smetterla di essere timido e fare il ragazzino alla prima cotta: ormai era cresciuto, e doveva comportarsi in modo maturo, per quanto gli fosse possibile. Per questo aveva deciso che voleva risposte. Per Jimin, ma anche per Suga. Avrebbe chiesto a NamJoon, Jin, o a qualcuno, YoonGi stesso se fosse stato necessario.

Senza che Hoseok se ne fosse accorto erano arrivati a scuola e videro TaeHyung e JungKook, che aspettavano all'entrata. A Hoseok piacevano molto i due ragazzi, erano due persone con le quali si riusciva a scherzare ed a dimenticare i propri problemi per qualche minuto. E poi, la loro amicizia, seppur ritrovata da poche settimane, era una delle più strette che avesse mai visto. Erano il tipo di amici che ti aspetteresti di veder impazzire se non si sentono per un giorno, ma poi ti sorprendono perché sono capaci di stare anche una settimana senza l'altro. Non che non ci tengano, ma sono talmente sicuri che ci saranno sempre l'uno per l'altro, che non ha nemmeno più senso cercarsi sempre.

Hoseok li vide da lontano scherzare tra di loro, vide JungKook arrabbiarsi e far finta di andarsene, per poi essere fermato da un abbraccio di TaeHyung, che gli chiese scusa sorridendo. Lui e YoonGi si avvicinarono a loro, sempre in silenzio, il maggiore stanco e trascinandosi, Hoseok allegro e nervoso per quella giornata scolastica.

I due minori li salutarono gentilmente, iniziando a parlare con Hoseok. Lanciò un paio di occhiate a YoonGi, per capire se avesse intenzione di andarsene come aveva fatto quella volta, ma il ragazzo stava semplicemente fermo, con gli occhi bassi, senza parlare.

Quando arrivarono NamJoon e Jin, Hoseok si trattenne dal chiedere di Jimin, d'altronde YoonGi era ancora con loro e Hoseok ricordava bene la sua reazione quando aveva pronunciato il nome del minore, molto tempo prima.

Aveva intenzione di chiedere a Nam in classe, ma lì lo aspettava un compito, per il quale sapeva solo il necessario alla sufficienza, e NamJoon fu spostato lontano da lui. Il professore, infatti, memore degli anni precedenti, nei quali il ragazzo dispensava risposte a tutta la classe, aveva deciso di metterlo davanti alla cattedra, sotto stretta sorveglianza.

Hoseok guardò le domande, e capì di avere qualche possibilità di passare il test. Cominciò a compilare le risposte, segnando crocette o scrivendo sulle linee tracciate dal professore. Qualche domanda dovette lasciarla in bianco (come faceva a sapere cos'erano gli orbitali e i numeri quantici?), ma alla fine si ritenne soddisfatto e, soprattutto, salvo.

Uscì dall'aula per la ricreazione, mentre NamJoon rimase nell'aula per finire il compito.

Tra i vari studenti che camminavano, a gruppetti o da soli, c'era Jimin.

Come la prima volta che si erano parlati, era fuori dall'aula, appoggiato al muro dall'altra parte del corridoio. Appena lo vide, Jimin sorrise e si avvicinò.