Haaveilla

19)Dove abbiamo delle rivelazioni e delle riappacificazioni...

Era di nuovo lunedì, un lunedì grigio, freddo, ma in qualche modo rilassante. Non era uno di quei giorni in cui uno deve correre per prendere l'autobus, o in cui hai l'ansia per l'interrogazione, o perché sai di non aver fatto i compiti. Era un tranquillo giorno di metà dicembre, e YoonGi, andando a scuola, rifletteva.

Pensava a quanto era cambiato dall'inizio dell'anno, da quando si era presentato per l'ultima volta come Suga. Ora non gli interessava più essere chiamato così, perché la maschera che quel nome portava con se era caduta, perché ora era solo YoonGi.

Pensava a quanto le sue giornate erano cambiate, passate dallo spendere il tempo libero a fissare il soffito, all'impiegarlo nello scrivere canzoni. Se ne vergognava parecchio, sapeva che non erano granchè, ma non si arrendeva, gli piaceva e vedeva miglioramenti ad ogni canzone. Non si illudeva di poter diventare chissà che celebrità, ma la musica lo stava rendendo felice, quindi andava bene.

Pensava anche a quanto il suo pseudo-gruppo-di-amici fosse cambiato. Lui e NamJoon erano diventati amici davvero, mentre ora Jin cercava di stargli alla larga, anche se YoonGi non aveva bene capito cosa fosse successo.Si era aggiunto Hoseok, nonostante tutto ciò che era successo, e YoonGi era felice di avere un altro amico così stretto. TaeHyung e JungKook, che erano un po' giovani per entrare ufficialmente nel gruppo, erano quegli amici occasionali, con i quali YoonGi non aveva conversazioni tutti i giorni, ma sui quali sapeva di poter contare.

E soprattutto pensava a quanto aveva imparato su se stesso, a come aveva imparato ad amarsi. Suonava malissimo, detto da uno come lui, semplicemente fuori posto, ma era così. Amarsi era una parola grossa, e YoonGi era consapevole che non fosse ancora del tutto vero, ma era li che mirava. E poi non ci si sentiva molto distante, quando la mattina passava davanti allo specchio, e invece di insultarsi mentalmente aveva imparato a dirsi che un nuovo giorno è una nuova possibilità.

E aveva fatto la differenza. La differenza tra il considerare ogni giorno una fatica, e il considerarlo una possibilità di felicità.

Mentre camminava quasi si concesse un sorriso, nel considerarsi davvero felice.

Quando arrivò a scuola si guardò intorno, cercando i suoi amici, invano. Al posto loro fu una certa chioma arancione ad attirare la sua attenzione. Ebbe un moto di rabbia istintivo, che però ritirò immediatamente. Non farti influenzare, non ci pensare più si disse. Ma YoonGi lo sapeva che quel ragazzo aveva ancora potere su di lui, sapeva ancora incuriosirlo. E infatti, nel vederlo svoltare verso il giardino retrostante la scuola, dove la mattina non andava nessuno, si ritrovò a seguirlo.

Jimin si era seduto su una panchina poco distante, con le cuffie nelle orecchie e lo sguardo perso. Ero davvero così, per le persone che mi vedevano? Si chiese YoonGi ripensando ai mesi in cui si comportava allo stesso modo. E poi, cosa poteva essere successo a Jimin, di tanto grave? Lui non si è preoccupato di te per un anno, tu non ti preoccuperai di lui ora, YoonGi. Provò a girare i tacchi e tornare ad aspettare i suoi amici, ma qualcosa lo trattenne.

Si nascose tra un cespuglio e il muro della scuola, dicendosi che era patetico, ma senza muovere un dito.

Non sapeva nemmeno cosa stava facendo. Non aveva uno straccio di motivo per essere li, non avrebbe saputo cosa dire, se qualcuno l'avesse trovato li, non avrebbe saputo dare risposte a Jimin stesso, se l'avesse visto.

Cercava di scacciare questi pensieri, quando si accorse che Jimin aveva cominciato a piangere. Senza fare rumore, semplici lacrime sulle guancie, ma a YoonGi venne voglia di andare ad asciugarle. Perché, anche dopo tutto ciò che Jimin aveva fatto, YoonGi non avrebbe mai voluto che soffrisse.

Si irrigidì, dicendosi che non doveva assolutamente muoversi da li, o Jimin l'avrebbe visto, e che andare a consolarlo era la cosa più sbagliata da fare.