YoonGi chiuse la porta dietro di se. Sua madre aveva portato il piatto con la cena, e Suga, dopo due giorni che se ne stava chiuso in camera, aveva finalmente accettato di mangiare.
Si sedette sul letto sfatto, col piatto davanti, prese del ramen con i bastoncini e si sforzò di mangiare. Al primo boccone si accorse di essere affamato, e buttò giù l'intero piatto nel giro di dieci minuti. Sua madre era brava a cucinare, ma quando il ragazzo finì si sentì male. Corse verso il bagno, che per fortuna era annesso alla camera, permettendogli di non lasciare la stanza. Vomitò nel water, sentendosi uno schifo.
YoonGi avrebbe davvero voluto mangiare, essere perlomeno sano fisicamente. Ma ogni volta che vedeva cibo, questo lo nauseava. Se provava a mangiarlo, questi erano i risultati. YoonGi sapeva che era tutta una questione di testa, non una malattia effettiva, eppure non riusciva a toccare cibo.
Tornò sul letto, sconsolato, e ripensò all'ultimo anno.
YoonGi si sentiva semplicemente distrutto. Aveva dato tutto a Jimin, e con tutto non intendo le sue prime volte, d'altronde era più grande dell'altro, ma tutto ciò che poteva. Tutte le sue attenzioni, tutto il suo tempo, più possibilità del dovuto. "Deve solo crescere un po'" si diceva sempre. Ma Jimin non era mai cresciuto. Era sempre il solito ragazzo che non vuole legarsi ad una sola persona, lo spirito libero che esagera con l'alcool e nasconde la propria relazione per non precludersi opportunità.
Min YoonGi aveva sempre sopportato l'indifferenza dell'altro in pubblico, aveva lasciato correre le voci che parlavano di lui e altre ragazze, tentava di ignorare la sua coscienza che sapeva bene cosa stava succedendo.Quando, il 13 ottobre dell'anno prima, non aveva visto arrivare Jimin, YoonGi si era preoccupato. Era solo un ragazzo, Jimin, aveva 15 anni... per quanto disincantato, in una sera buia come quella si sarebbe potuto trovare in pericolo. Era quindi uscito di casa, i suoi genitori non erano comunque li. Aveva camminato al buio, ogni tanto si guardava indietro per sicurezza, ma era arrivato a casa di Jimin sano e salvo.
Curioso come volesse arrivare sano e salvo a casa di chi l'avrebbe massacrato più duramente di tutti.
Era entrato, la porta era aperta, e aveva chiamato il nome di Jimin. Sapeva che il suo dongsaeng era appena tornato da danza, magari era solo in ritardo, e si stava facendo la doccia. Avvicinandosi alla camera di Jimin, però, non era lo scroscio dell'acqua che aveva sentito. Al contrario, c'erano, dei gemiti e degli ansimi praticamente inconfondibili.
Suga aveva pregato internamente, scongiurato, che Jimin si fosse dimenticato di andare da lui e stesse guardando un porno, ma la fortuna non era dalla sua parte.
Quando si era affacciato alla camera del minore, l'aveva visto disteso sul letto, completamente nudo, sotto un ragazzo alto e decisamente attraente.
Ovviamente non era stupido, sapeva che Jimin aveva avuto un passato turbolento (che diamine, a 14 anni mettersi a fare certe cose... Suga non l'aveva mai capito), sapeva che non gli era stato fedele del tutto... ma le altra volte erano solo baci. Per quanto ne sapeva, poteva anche essere stato l'altro ragazzo a cominciare e Jimin a non potersi liberare. Ma stavolta... era un tradimento in piena regola, e YoonGi si rifiutava di pensare che l'altro lo stesse stuprando, date le cose che aveva sentito avvicinandosi ("più veloce" "Oddio si, proprio li, hyung" per fare degli esempi).
Le lacrime gli avevano riempito il volto, i due ragazzi si erano fermati un momento, e YoonGi non aveva voluto sentire nulla di più. Semplicemente si era girato ed era corso via.
Si era fermato solo quando era arrivato al parco poco distante da casa sua, aveva scavalcato il cancello e si era seduto su una panchina nascosta.
Sarebbe bello dire che qualcuno l'aveva visto e si era avvicinato. Che qualcuno l'aveva consolato e si era preso cura di lui. Ma non c'era stato nessuno per lui quella sera. Era rimasto in silenzio, tentando di trattenere le lacrime, raggomitolato sulla panchina.
Anche il cellulare era stato in silenzio, nessuna chiamata da parte di Jimin. Solo un messaggio, che non aveva fatto altro che piantare un coltello ancora più a fondo nell'anima di YoonGi.
From: Jimin
To: Suga-Hyung
"Mi dispiace"
Poteva davvero finire così? YoonGi continuava a chiederselo. Non aveva mai smesso.
Ma era davvero finita così
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Haaveilla
Romansa-Haaveilla è un termine finlandese che vuol dire principalmente "Sognare ad occhi aperti"- Dove Park Jimin è una troia, Hoseok lo studente appena trasferito, NamJoon e SeokJin una coppietta felice, TaeHyung e JungKook sono spaesati e YoonGi fa la ve...