Capitolo 22

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Il giovedì è una giornata normale, davvero fin troppo normale. Non ho sentito Benji oggi, in realtà, non mi ha scritto quindi non l'ho fatto nemmeno io ma la verità è che non vedo l'ora di vederlo. Oggi per andare a scuola ho messo una sciarpa, non ero pronto a tutti quei commenti da parte dei miei amici.

Giulia ha chiarito con Niall e ora stanno ufficialmente insieme o qualcosa del genere, sono contento per loro e adesso Giulia è più tranquilla. Le ho spiegato di me e Benji ed era felice, almeno così sembrava. Ma lo sa solo lei, non so perché ma non penso che Benji abbia intenzione di dirlo ai suoi amici, è come un presentimento. Ma è uguale, deciderà lui cosa dire e se dire qualcosa. Infondo non si capisce cosa siamo, di certo più che amici.

È notte e come sempre non riesco a dormire e quindi mi metto a scrivere. Prendo un foglio e butto giù tutto quello che mi passa per la testa, è così bello scrivere. È come se si potesse liberare la mente ma senza perdere nulla, si fissa tutto con l'inchiostro. La scrittura è una grandissima forma di espressione, senza quella non so davvero cosa farei è fondamentale per me. Ma non faccio in tempo ad arrivare nemmeno a metà discorso perché suonano alla mia porta.

Andiamo, chi è la persona malata che suona a casa di una ragazzo alle 3:30 del mattino?

Benji alle tre di notte fuori dal mio appartamento. Seriamente? È fortunato che non sono il tipo di ragazzo che alle tre del mattino dorme.

Entra in casa e si toglie il giubbotto per poi guardarmi. Indossa i pantaloni della tuta e una felpa enorme rossa, sta davvero bene. In testa porta uno di quei capelli che mi piacciono tantissimo. Se lo leva dopo poco e lo lascia sul mobile all'ingresso mentre si sfila le scarpe.

"Scusa" si affretta a dire.

Lo guardo confuso mentre lui mi prende per le mani e mi attira verso di lui. Controllo velocemente che non sia ubriaco e che non abbia labbra spaccate o nocche tagliate. Niente di tutto questo, sta bene.

"Ti volevo scrivere o chiamare o cose del genere ma tu non l'hai fatto e non so perché, non l'ho fatto nemmeno io" mi spiega.

È venuto fino qua alle tre di notte per questo? È matto. Sì, è matto ma la prezzo.

"Non riuscivo a dormire quindi sono venuto qua, tanto ero sicuro che anche tu non dormissi" mi dice calmo mentre le sue mani accarezzano i miei fianchi come per assicurarsi che anche io sia calmo, e lo sono. Non sono arrabbiato con lui perché non mi hai cercato.

"Tranquillo Benji, puoi venire quando vuoi, credo"

"Non dire credo, lo dici quando non sei sicuro delle cose o quando sei acido" mi riprende io ridacchio.

"Puoi dormire qua quando vuoi"

"Dormire?" Domanda mentre sposta una mano dai miei fianchi per disegnarmi cerchi immaginari sulla pancia. È incredibile come le sue dita si muovano esperte e come provochino così tanto benessere in un semplice gesto, ma non posso farmi mettere sotto da questo nostro semplice contatto. Quindi, cerco di restare più o meno impassibile.

"O mangiare, o quello che vuoi" affermo e lui sorride per poi posare le sue labbra sulle mie in un bacio veloce e scappa in camera.

"Scrivevi?" Mi chiede mentre nota la scrivania sotto sopra il letto intatto.

Annuisco mentre lui si siede alla sedia della scrivania, non legge i fogli, è come se stesse aspettando il mio permesso e io non so se voglio darglielo. Quello che scrivo sono cose terribilmente mie, personali, se le leggesse come se io restassi nudo davanti a lui. Non sono ancora pronto a questo.

Lo prendo per la mano e lo faccio alzare dalla sedia per farlo sedere sul letto.

"Quando vorrai, li leggerò" mi dice e sorrido per poi sedermi accanto a lui.

Suddenly | FENJIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora