Capitolo 6

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Fede's POV

Sono seduto in un angolo di camera mia, dei fazzoletti sono al mio fianco e i miei occhi sono gonfi a causa delle lacrime.

Sono le 04:32 del ventisette settembre e come ogni anno io sono sveglio. La mia mente è stanca e non ho neanche le forze di pensare.

Mi fa schifo tutto. Tutto.

Le ossa mi fanno male e mi viene solo da pensare a lei.

La vita è semplicemente ingiusta e odio tutto questo.

Guardo la foto che ho appesa al muro della mia famiglia, le lacrime aumentano e nonostante siano passati nove anni il mio cuore è rotto più della prima volta.

Alla fine so come andrà avanti questa giornata, resterò chiuso in casa vietando tutti e tutto.

Mia mamma e mio padre mi hanno telefonato subito appena dopo la mezzanotte, io naturalmente vietai la chiamata.

Sono solo degli stronzi in questa occasione, loro stanno bene, hanno già superato tutto ma io no. E non riuscirò mai a farlo.

Mi fa schifo tutto e mi faccio  schifo anche io, per come mi sto riducendo. Dovrei andare avanti con la mia vita ma non riesco ad uscire da questo schifo in cui mi trovo ora.

Mi sento fallito in tutto.

I minuti passano e sono già quasi le cinque, so che è presto ma ora ho solo bisogno di lui, mi manca e so che ora sarebbe l'unico a capirmi.

Ho bisogno di stare con lui, ora.

Provo a digitare il suo numero ma lo cancello subito. E se dovessi disturbarlo? I dubbi sono tanti e mi sento ancora più solo.

Non mi interessa, ho bisogno di lui.

Cerco ancora il suo contatto nella rubrica e lo chiamo.

Dopo tanti squilli risponde:"Fede?" La sua voce è roca a causa del sonno.

"Si ehm.. Sono io.. Scusa se ti ho.. Chiamato ma.." La mia voce non riesce a continuare, scoppio in un pianto assurdo e non dico più niente a Benji.

"Arrivo subito." Lo sento dire.

Mi accoccolo al pavimento e piango. Piango. E piango. Mi da solo tantissimo fastidio, non se lo meritava.

Mi alzo di improvviso e butto per terra il quadro che ho della mia famiglia, come ogni anno.

Non riesco mai a vedere quella foto durante questo giorno, e di conseguenza la rompo.

Semplicemente non riesco più a ragionare e in questo esatto momento, suonano alla porta.

Benji's POV

Federico mi apre la porta e si butta subito su di me, le sue braccia mi stringono il collo e io lo abbraccio per la vita.

Le sue lacrime sono infinite. Lo stringo forte a me, mi era mancato.

"Federico, stai tranquillo."

Gli sussurro qualche ssh per tranquillizzarlo ma non funziona.

Mi prende per mano e ci sediamo sul divano. Lui si accoccola a me e io gli accarezzo la testa.

Lui continua a piangere ma non so davvero cosa fare, non sono bravo in queste cose.

Si alza improvvisamente dalla mia spalla e si ferma davanti a me.

"Vuoi qualcosa da bere?"

Io lo guardo, i suoi occhi sono rossissimi e gonfi e l'unica cosa che riesce a chiedermi è se voglio qualcosa da bere. Anche in queste condizioni, lui si assicura che io stia bene.

"Federico.. No, non voglio niente da bere."

Lui annuisce e si soffia il naso. Si dirige verso la sua camera e io lo seguo, non capisco davvero che cosa sta succedendo ma non voglio chiederglielo. Se ne avrà voglia me ne parlerà lui, ma non voglio obbligarlo.

Va a sedersi sul letto e io resto sulla soglia della porta. Vedo lì a terra un quadro con una foto all'interno. Il vetro del quadro è rotto e la foto non è proprio in belle condizioni.

"Benji, lei aveva solo quindici anni." Dice Federico all'improvviso, io aggrotto la fronte e mi abbasso per prendere la foto.

È una famiglia. Ci sono la mamma, il papà e due bambini: un maschio e una femmina.

"Benji, lei era tutto per me. Nonostante fosse una ragazza, era pur sempre mia sorella, ed era come un'icona da seguire per me, un punto di riferimento." Il suo sguardo è perso, guarda verso la finestra con i gomiti appoggiati sulle ginocchia. 

Non so cosa dire, ripeto, non sono mai stato bravo con queste cose.

Lo raggiungo vicino al suo letto e gli metto un braccio intorno alla schiena per farlo appoggiare a me. Le sue lacrime sono diminuite.

"Il dolore passerà, Fede." Gli sussurro, che cazzata. Con tutte le cose che potrei dirgli, gli dico questa? È una banalissima frase. Merda, speriamo comprenda.

"Benjamin.. Grazie per essere venuto." Mi dice lui, "scusa se ti ho svegliato nel pieno della notte."

"Non preoccuparti." Lo rassicuro.

Federico, preferirei te a qualsiasi altra cosa. Vorrei dirgli, ma non lo faccio. Lo guardo e basta, appoggiato sulla mia spalla, addormentato.

Lo appoggio sul suo letto e gli metto le coperte sopra, gli lascio un piccolo bacio sulla guancia ancora bagnata dalle lacrime e esco di casa.

Suddenly | FENJIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora