8. Il segreto

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La mattina seguente era arrivato il giorno di mostrare agli strateghi di cosa eravamo capaci. Ci trovavamo tutti in una sala di aspetto, seduti su delle panche. Io sarei dovuta essere vicino a Grover, ma lui aveva deciso di allontanarsi per parlare con Salton, dal giorno precedente ancora non mi aveva rivolto la parola. Amelia era sola, non c'era traccia del tributo del 2. Era da molto che non lo vedevo e iniziavo seriamente a preoccuparmi, in più, probabilmente non volevo ammetterlo, ma dopo l'abbandono anche da parte di Grover ero completamente sola e mi sarebbe piaciuto avere lui accanto. Calix aveva già mostrato nella sala agli strateghi le sue abilità e se n'era potuto andare, mentre adesso si stava esibendo la ragazza dell'1. In tutto questo, io non avevo idea di che abilità mostrare, perché non mi sembrava di essere particolarmente brava in nulla.

In quel momento vidi Grover girarsi verso di me mentre parlava con Salton, rise e poi i suoi occhi tornarono sul tributo del 4. Era palese che volesse farmi accorgere che stavano parlando di me. Cercai di mantenere la calma e li ignorai, ricominciando a spremermi le meningi per trovare qualcosa da mostrare agli strateghi. Passarono pochi minuti quando Grover mi indicò di nuovo. Non lo sopportavo più, era stato un ragazzo tanto dolce, come aveva potuto diventare così antipatico solo perché avevo scelto un altro come alleato?

-Qual è il problema?- Chiesi nella sua direzione, lui si voltò verso di me.

-Nessuno.- Rispose freddo.

-Allora perché mi guardi e ridi?- Lui mi si avvicinò e Salton lo seguì, seguiti da un'altra ragazza che portava la tuta del distretto 11, era decisamente più piccola di loro.

-Sei seduta lì, tutta imbronciata, da sola. Il tuo alleato è andato via?- Mi chiese Grover, io non risposi, perché credevo che se l'avessi fatto mi sarei innervosita troppo e non valeva la pena deconcentrarsi dalla prova davanti gli strateghi solo per uno come lui.

-Sei sicura che sia un buon alleato?- Mi chiese. Io sospirai.

-Andiamo Grover, lasciala stare, non ti vuole parlare.

Disse Salton. Lo ringraziai mentalmente, alla fine Salton, lo stesso che mi aveva picchiata il primo giorno di allenamento, si stava comportando in modo più maturo di Grover, non l'avrei mai detto.

-La stavo solo facendo riflettere sull'alleato che ha scelto. Non è stata una buona decisione.- Disse. Se Salton non lo avesse allontanato con la forza mi sarei infuriata seriamente. Strinsi i pugni, cercando di mantenere la rabbia.

-Lasciatela in pace.- Disse la voce di una ragazza seduta su una panca a sinistra. Era la ragazza del distretto 5, Deena, mi sembrava che si chiamasse, e stava vicino a Cable, il ragazzo del distretto 3. Mi ripromisi che appena Grover si fosse allontanato sarei andata a ringraziarla.

-Non sono affari tuoi.- Sbottò Grover, rivolgendosi a Deena.

-Che succede?- Disse qualcuno alle spalle di Salton, riconobbi subito la voce e cercai di scorgere la figura dietro il tributo del 4 per accertarmi che la mia supposizione fosse esatta. Salton si voltò per vedere chi avesse parlato. Quando vidi il suo volto non potei evitare di sorridere, non ci vedevamo da troppo tempo. Nolan.

-Ce ne stavamo andando.- Disse Salton, allontanandosi e cercando di trascinare Grover per un braccio. Nolan lanciò un'occhiataccia al tributo del 7, il quale si avvicinò a me e mi sussurrò nell'orecchio, in modo che solo io potessi capire ciò che stava dicendo.

-Io conosco il tuo segreto.- Le sue parole mi fecero raggelare, avevo cercato di mantenerlo per troppo tempo, avevo fatto di tutto per nascondere la verità, ma era stato inutile e adesso probabilmente uno dei miei peggiori nemici ne era a conoscenza. Grover mi fissò negli occhi, sembrava soddisfatto del terrore che mi stava facendo provare, alla fine seguì Salton in silenzio, continuando a osservarmi. Rimasi immobile finché Nolan non si sedette accanto a me e mi toccò un braccio per riportarmi alla realtà.

Hunger Games: LE ORIGINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora