13. La cosa buona

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La mattina decidemmo di scalare il muro di pietra per raggiungere la foresta, unica fonte di cibo e acqua. Io, Cable e Wyatt ci dirigemmo verso la cascata, per trovare qualcosa da bere, Deena, invece, insistette per precederci e prendere delle piante commestibili, dicendo che prima ci saremmo sbrigati meglio sarebbe stato, in quanto quel posto dava i brividi. Inoltre lei era l'unica che conosceva le piante commestibili, nonostante lo sforzo, io ancora non ne ero capace e, probabilmente, mai lo sarei stata. Mi chinai verso il fiume per riempire la borraccia di Deena di acqua, io non avevo più la mia perché l'avevo data ad Amelia, lo stesso fecero gli altri tributi.

-Sbrighiamoci, così possiamo raggiungere Deena.- Disse Cable alla mia destra. Io annuii, riponendo la borraccia nel mio zaino, con cura. Wyatt si inchinò a terra.

-Già, questo posto fa paura, non si vede oltre il proprio naso.- Dopo ciò, formò una sorta di scodella con le mani e le immerse nell'acqua per portarla alla bocca. In quel posto faceva così tanto freddo che bere quell'acqua ghiacciata non era affatto invitante, eppure Wyatt lo stava facendo.

-Questa acqua alza così tanto vapore che se ci fosse qualcun altro vicino a noi non riusciremmo a vederlo.- Disse Cable. Un brivido, non sapevo se per il freddo o per la paura, mi percorse la schiena, così rimasi in silenzio e mi strinsi nella giacca. Eravamo così vulnerabili in quel luogo. In quel momento mi sentii afferrare per il collo, vidi il mondo girare attorno a me e caddi a terra. Cominciai a divincolarmi, muovendo braccia e gambe, ma qualcuno si era posizionato su di me e stava cercando di strangolarmi. Affondai le mie unghie nella sua carne, ma questo non bastò a fare allontanare il mio aggressore. E fu in quel momento che la lyssaina prese il sopravvento. Iniziai a sentirmi infuriata, l'unica cosa che mi sembrava giusto fare in quel momento era uccidere il mio aggressore. Allungai una accanto a me, per afferrare una pietra, un ramo, qualsiasi oggetto da usare come arma, quando qualcuno si catapultò contro il mio aggressore facendolo rotolare accanto a me. Io cominciai a tossire e a fare entrare di nuovo aria nei polmoni. Mi tremavano ancora le mani per lo spavento, o per la rabbia, non ne ero ancora sicura. Alzai lo sguardo, Cable stava trattenendo a terra con tutte le sue forze il mio aggressore.

-Tu hai ucciso Amelia.- Urlò, e in quel momento lo riconobbi, fino ad allora non l'avevo guardato in faccia. Era Nolan.

-Cable, non lo uccidere.- Urlai. Cable lo lasciò andare e Nolan si alzò in piedi.

-Io non ho ucciso nessuno.- Dissi. -Ricordi? Ero con te quando è morta. Sì, ci siamo persi di vista, ma...

A quel punto lui si avvicinò a me con un balzo e mi tirò un pugno sul volto.

-Sei un'assassina, lo sei sempre stata, ma io ho voluto darti un'occasione.

Perché non mi credeva? Io non avevo ucciso Amelia e lui lo sapeva benissimo. Strinsi il pugno e lo colpii allo stomaco, ma lui non sembrò scosso, anzi mi colpì la testa con il gomito, troppo velocemente perché io potessi prevederlo. Le mie azioni erano comandate dalla droga, ma lui era troppo esperto perché io potessi avere la meglio.

-Hey, lasciala stare, non è stata colpa sua.- Urlò Cable, ma Nolan lo ignorò, colpendomi con un calcio a un fianco io persi l'equilibrio e caddi a terra. Odiavo così tanto quel ragazzo, se avessi avuto una spada o qualunque altra cosa l'avrei ucciso senza pietà. Sentii la pelle andarmi a fuoco, strinsi i denti, non potei evitarlo. Balzai in piedi e mi lanciai su Nolan che cadde a terra, con la testa accanto al fiume. Avrei potuto affogarlo, non sarebbe stato difficile. In quel momento lo guardai negli occhi, sembrava sinceramente spaventato, i suoi occhi blu erano spalancati e fissavano l'acqua del fiume che scorreva sotto di lui. Ma non mi implorava di salvargli la vita, non era il tipo. Le sue mani si poggiarono sulle mie braccia, stringendole in una morsa, ma io in quel momento ero troppo infuriata e forte perché lui avesse la meglio. Avvicinai un braccio al suo collo e spinsi il suo volto contro l'acqua. In quel momento un cannone risuonò. La prima persona a cui pensai fu Deena, poi vidi Wyatt cadere a terra. Cable urlò, e se ci fossero stati altri tributi nel giro di un chilometro l'avrebbero sentito senza problemi. Con pochi passi Cable raggiunse l'amico e si inginocchiò accanto a lui. E in quel momento anche Nolan aveva poca importanza per me. Lo lasciai andare e mi avvicinai a Wyatt anche io. Una strana bava gli usciva dalla bocca, ancora si stava contorcendo come un insetto che per metà è stato schiacciato, ma se gli strateghi avevano fatto risuonare il cannone significava che ormai era spacciato. Lui cominciò a muovere la mano in degli spasmi nella direzione di Cable.

Hunger Games: LE ORIGINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora