14. La bomba

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Il giorno dopo decidemmo di avvicinarci alla Cornucopia. Il caldo in quel deserto sembrava aumentare ogni giorno di più. Gli strateghi lo stavano facendo sicuramente per sfinirci e ci stavano riuscendo benissimo. Avevo i capelli bagnati dal sudore e mi ricadevano sulla fronte, troppo corti per essere legati, ma troppo lunghi per stare al loro posto. Quelle ciocche mi stavano torturando, come del resto ogni cosa nell'arena.

-Fa più caldo del solito o è una mia impressione?- Chiese Nolan cercando di sventolarsi con la mano. Tanto dal caldo mi sentivo quasi mancare il respiro, come se stessi avvolta in una coperta di lana, senza poter tirare fuori la testa.

-No, la temperatura si sarà alzata di almeno sette gradi.- Rispose Cable, senza neanche girarsi. Eravamo in cammino da qualche ora e più andavamo avanti più la situazione peggiorava. Forse attuare il piano di Cable sarebbe stato più difficile del previsto.

-Grazie, cervellone.- Rispose Nolan alzando una mano nella direzione di Cable, ma lui, camminandogli davanti, non poteva vederlo. Mi chiesi se se la fosse presa per quell'appellativo, ma forse lui ci era già abituato o comunque era superiore agli altri per innervosirsi per una cosa del genere.

-Dimmi un po' Rowanne, ma lui sa sempre tutto?- Mi chiese Nolan sussurrando, credevo che non l'avrebbe sentito nessuno, ma Cable rispose.

-Io non so sempre tutto, io analizzo la situazione e deduco, cosa che dovresti fare anche tu. Sembri avere un cervello grande quanto una noce.- Disse. Io intercettai lo sguardo di Deena che si era girata appositamente per guardarmi. E non potei evitare di ridere. Una risata sincera, la prima nell'arena. Quell'insulto non me lo sarei mai aspettato da Cable. In sé e per sé non faceva ridere la battuta, ma detta da un tributo come Cable e in quel momento di ansia e tensione, era impossibile non scoppiare in una fragorosa risata. Mi chiesi se chi stesse vedendo i giochi non si stesse divertendo in quel momento. Io sicuramente lo stavo facendo. Certo, era pericoloso e c'era un'alta probabilità che saremmo morti, ma se quelli sarebbero dovuti essere i miei ultimi momenti, almeno avrei cercato di pensare ad altro.

-Hey, cervello di noce a chi?- Chiese Nolan, contrariato, ma Cable lo ignorò, a quel punto Nolan si voltò verso di me.

-Diglielo che sono intelligente.- Disse. Sembrava seriamente preoccupato che qualcuno potesse credere veramente che il suo cervello fosse di grandezza pari a una noce. Io risi ancora di più.

-Non posso, non vedi che tutti sono stupidi al suo cospetto?- Chiesi, Nolan non ebbe il tempo di rispondere perché Cable si fermò di colpo e si sedette contro un masso.

-Sedetevi, ci serve un piano d'attacco.- Disse, noi facemmo come ci aveva ordinato, del resto in quella spedizione il capo era lui. Solo una volta seduta mi accorsi di quanto tutti eravamo stanchi, accaldati e soprattutto assetati. Nolan aveva ancora dell'acqua potabile, così come Deena, ma stava diminuendo troppo velocemente. Secondo Nolan, l'unico modo per rifornirci di acqua senza avvelenarci era prendere quella piovana.

-Ormai siamo quasi arrivati alla cornucopia, se fate attenzione si vede in lontananza.

Mi sporsi al di là del masso e mi sembrò di riconoscerla, non era molto lontana, anzi a pochi metri da noi, io l'avevo semplicemente scambiata per una pietra alta qualche metro inizialmente.

-Va bene, allora, illuminaci con il tuo piano.- Disse Deena, riferendosi a Cable, a quel punto lui aprì la scatola che aveva custodito gelosamente tutto quel tempo dalla sera prima, posandola davanti a noi.

Dentro c'era un filo di rame arrotolato, mi chiesi a cosa servisse.

-Vuoi legare i tributi?- Chiese Nolan. Effettivamente, anche io non ne vedevo l'utilità, era solo un filo.

Hunger Games: LE ORIGINIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora