Capitolo 1

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Camila's POV

Foglio dopo foglio, revisionavo le cartelle della paziente nello stato critico. Come poteva peggiorare tanto in un paio d'ore? Non c'era modo di salvarla. I suoi polmoni erano pieni d'acqua, aveva un'emorragia cerebrale e il suo corpo non rispondeva a nessuno dei trattamenti che le facevamo. 'Christine Fawler' mettevo nella casella del nome. Bene, Christine, ora puoi lottare solo tu.

Bevvi un sorso di caffè insaporendo la bocca con l'aroma, riempiendo alcuni fascicoli e spremendomi le meningi per far in modo che quella donna si salvasse, ma non c'era modo. Odiavo quando non potevo fare niente, odiavo quando semplicemente se ne andavano senza nemmeno provare a restare qui. Il suo corpo rifiutava tutto.

"Dottoressa Cabello." Alzai la testa e vidi che era uno degli infermieri. Biondo con gli occhi azzurri, abbastanza carino a dire la verità. "Deve visitare una paziente del dottor Parker." Annuii guardandolo. "Stanza 72."

Mi alzai, mi tolsi gli occhiali e li misi all'orlo della camicia, camminando con l'infermiere lungo tutto il corridoio. Le luci lampeggiavano e si vedevano quelle facce piene di preoccupazione in tutti loro, qualcuno sul punto di piangere o con gli occhi arrossati e umidi, segnalando che avevano appena finito di farlo.

Quando arrivammo, l'infermiere mi dette le cartelle del dottor Parker e aprì la porta, permettendomi di entrare. Era una ragazza mora, dalla pelle pallida che giaceva sul letto.

"Bene... vediamo come ti chiami." Sfogliai una pagina e lessi. "Lauren Michelle Jauregui Morgado." Alzai le sopracciglia perchè i suoi nomi erano abbastanza carini. "Un bel nome." Continuai leggendo un po' di più. "Sei in coma da tre settimane... che ti è successo, tesoro?" Domandai a bassa voce, cercando le informazioni di Parker. "Brava... incidente in moto." Feci una smorfia perchè quelle cose erano spesso delicate. Oltre ad essere dottoressa, ero anche pediatra, quindi la felicità e l'allegria a volte prendevano il sopravvento. La camera era buia, c'era solo la luce artificiale. Eravamo a Los Angeles e il sole predominava. Aprii la finestra e la persiana, lasciando entrare un po' d'aria fresca. "Così starai meglio, vero?" Mi sedetti sul letto guardando la ragazza.

Non era una ragazza normale, era... era bella. Aveva il mento fine e diritto, quasi cesellato. Il naso non era del tutto diritto, ma questo faceva sì che fosse naturale. Le sue labbra erano secche, però si poteva apprezzare quanto fossero carnose quando erano bagnate.

Sentii dei sospiri della sue labbra, cosa che era un segno abbastanza buono.

"Ti è piaciuto sentire l'aria fresca, uh?" Sorrisi teneramente, vedendo l'infermiere apparire di nuovo dalla porta.

"Che le sembra?" Indicò la ragazza con un cenno del mento ed io la guardai, inclinando la testa.

"Ragazza giovane, incidente in moto... è venuto qualcuno a trovarla in questo periodo?" Presi di nuovo la cartella corrugando le sopracciglia, analizzando tutte le ferite che Lauren aveva subito.

"Uh... sì, i suoi genitori e i suoi fratelli."

"E ha risposto con qualche tipo di stimolo? Sospiri, lamenti, spasmi alle dita..." I familiari erano soliti allarmarsi quando il paziente in coma faceva quelle cose, e avvisavano gli infermieri.

"No, non ha risposto a niente."

"Sei sicuro?" Chiesi nuovamente, annotando alcune cose sul fascicolo.

"Assolutamente. L'ho curata per tre settimane." Assentì lui e rimasi con la cartella in mano.

"Bene, allora ha iniziato a sospirare quando sono arrivata." Sorrisi felice, mettendo la penna nella tasca e mi diressi verso la porta. "Andiamo, deve riposare. Di' al dottor Parker che mi incarico di questo."

Room 72; camren - Traduzione ItalianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora