Lauren's POV
La prima cosa che sentii quella mattina fu la bava e il suono delle risate di Karla, che era accanto a me.
"Amma." Aprii gli occhi e la vidi lì, aprire la bocca appena mi vide, colpendomi con il palmo della mano sulla guancia.
"Si è svegliata la mamma? Sì?" Alzai lo sguardo e sorrisi al vedere Camila, che quel giorno aveva il viso più gonfio di sempre.
"Sei bellissima." Camila arricciò il naso e non disse niente. Non si sentiva bella quando era incinta, per cui, qualunque cosa le dicessi, lei non mi credeva.
"Stavamo aspettando che ti svegliassi, vero?" Karla strinse le mie guance e si buttò sopra di me, dandomi un bacio sulla testa. "Proprio così."
"La donna della mia vita." Sussurrai, prendendola in braccio. Mi sedetti sul letto per lasciarle dei baci sul viso, ascoltando lee risate uscire dalle sue labbra.
"E io?" Mi inclinai verso Camila, unendo le nostre labbra, rilasciando un leggero sospiro.
"Quando non sarai più incinta, ti farò..." Karla mi tirò la guancia per catturare la mia attenzione.
"Va' a prepararle la colazione, dai." Dette un po' di colpi sulla mia schiena e, a mala pena, mi alzai, prendendo la piccola in collo.
"Che le preparo?" Karla stringeva le mie guance con le sue dita; avvicinai la fronte alla sua, corrugando le sopracciglia.
"Un succo, un po' di Pan Carrè con il tacchino e un biscotto. E per me..." La guardai con gli occhi socchiusi, aspettando una risposta. "Lo stesso."
"Certo, perché non so fare altro. Non è così, Karls?" Dissi, scendendo le scale mentre Karla indicava Jack. Si era addormentato all'angolo cucina; appena ci sentì alzò la testa, ma non ci fece quasi caso.
Misi Karla nel suo seggiolone e mentre prendevo il succo dal frigorifero, sentii la voce di Camila dalla camera.
"Lauren." Mi chiamò; nel frattempo spezzai un pezzo di pane.
"Che c'è?" Chiesi ad alta voce, mettendo una fetta di tacchino sul pane, lasciandolo sul piatto.
"Ho bisogno che tu venga." Sospirai, alzando la testa e voltandomi per prendere Karla. Ogni giorno era così, mi chiamava per cose inutili, come spegnerle la luce, o portarle un bicchiere d'acqua, ma ovvio, dovevo farlo.
Arrivai in camera e lasciai la piccola sul pavimento. Rimase seduta per un po', poi iniziò a gattonare fino ad arrivare ad un lato del letto, dove si trovava il suo ciuccio.
"Devo andare in ospedale." Camila si tolse il piumone, io la guardai senza capire di cosa stesse parlando.
"In ospedale? Non stavi meglio con gli antibiotici?" Lei rilasciò una risata, corrugando le sopracciglia e alzandosi dal letto.
"No, mi si sono rotte le acque, sto per partorire." Riuscii a vedere il cerchio bagnato sulle lenzuola. Per poco non persi la testa.
"Che!? Stai per cosa!?" Esclamai, avvicinandomi a lei completamente trastornata. Volevo posarle una mano sulla pancia, ma non sapevo se le avrebbe fatto male.
"Lauren, calma." Camila rilasciò aria dalle labbra e tornò ad inspirare tranquillamente. "Vestiti e chiama Sofi." La guardai paralizzata, senza muovermi, completamente sotto shock. "Lauren, vestiti e chiama Sofi!" Così mi voltai per prendere Karla, ma lei non c'era. Dov'era andata? Corsi verso l'armadio, indossai un paio di pantaloni e una camicia, le cose più normali e comode da indossare, a mio parere.
"Sofi? Ho bisogno che tu venga a casa subito, abbiamo bisogno di te perché, Sofi, devi venire davvere, Dio." Camila mi tolse il cellulare dall'orecchio, guardandomi con gli occhi socchiusi.
STAI LEGGENDO
Room 72; camren - Traduzione Italiana
FanfictionCamila è una dottoressa di un ospedale di Los Angeles. La sua vita si basa sull'andare in ospedale, prendersi cura di sua sorella Sofi e passare il tempo con Ally e Dinah, fino a che non si imbatte in Lauren, una paziente in coma, che aiuta a svegli...