Camila's POV
Non so perché mi faceva strano, ma non mi ero ancora abituata alle comodità di Lauren. Il suo jet privato era più grande di casa mia e mentre volavamo verso Miami, lei e Sofi parlavano della politica dell'educazione statunitense. Quasi non potevo credere che mia sorella sapesse quelle cose, anche se in realtà era abbastanza matura e poteva affrontare benissimo temi come quello.
Mentre ascoltavo una selezione di temi dei The Smiths nell' iPhod e cantavo a bassa voce, vidi dal finestrino dell'aereo come la spiaggia di Miami si avvicinava.
Lauren accarezzò il palmo della mia mano ed io intrecciai le dita con le sue, sentendo il tatto della sua pelle percorrere ogni centimetro della mia.
Una volta arrivate a Miami, appena scese le scale dell'aereo, vedemmo una macchina che ci stava aspettando, così entrammo nell'auto che ci avrebbe portato prima all'hotel per lasciare Lauren e dopo me e mia sorella a casa. Vedevo Lauren tesa, però mi sorrideva cercando di rilassarmi.
"I miei genitori non mordono, sai?" Le dissi provocandole una risata mentre guardava davanti.
"Ma mi basta sapere che conoscerò i tuoi, non lo so." Lauren scrollò le spalle e la voce di Sofi si alzò.
"Papà può mordere." Disse mentre guardava una rivista trovata in macchina.
"Sofi! Non dire così, non è vero tesoro." Accarezzai il braccio di Lauren quando vidi la sua faccia, che era diventata più pallida di prima.
"Perfetto, morirò." Mormorò la ragazza, io scossi la testa ridendo e guardandola con un sorriso.
"Okay, solo... Togliti giacca e cravatta e mettiti qualcosa di... normale." Socchiusi gli occhi e liberai una piccola risata, osservando come l'auto si fermava davanti all'hotel di Lauren.
"Lo terrò a mente... Ci vediamo dopo." Si abbassò per baciarmi, chiudendo gli occhi, per poi alzarsi e uscire dalla macchina.
Demmo la direzione di casa nostra all'autista e partimmo. Sofi non smetteva di guardare il cellulare ed io il finestrino. Mi era mancata molto la città, soprattutto la temperatura estiva che si respirava per tutto l'anno, le palme, la gente senza preoccupazioni e tutto il ritmo più tranquillo di quello di Los Angeles, dove durante il giorno avevo la fortuna che non ci fosse traffico per la strada. Arrivavo a lavoro in tempo o trovavo un buco libero tra le visite per parlare con Lauren.
Scendemmo dal taxi e ci trovammo davanti a casa, una zona residenziale vicino alla spiaggia, non una delle più famose, ma era qualcosa.
Non ci fu neanche bisogno di suonare il campanello che mia madre aprì la porta e ci abbracciò, dandoci baci su tutto il viso. Non potevamo fare niente, se non lasciare che ci baciasse e abbracciarla a sua volta.
"¿Cómo estan mis niñas? ¿Bien? ¿Tienen hambre? ¿Han comido?" (Come stanno le mie bambine? Bene? Hanno fame? Hanno mangiato?). Una delle cose belle che accadeva con mia madre era che iniziava a parlare spagnolo quando si emozionava, proprio come stava facendo in quel momento.
"Sì, sì, no e sì." Rispose Sofi, facendo ridere tutte e tre. Sulla soglia della porta scorsi mio padre ed io e mia sorella corremmo verso di lui e lo abbracciammo forte.
"Per vostro padre correte, sì, per me no." Si lamentò mia madre ruotando gli occhi, mentre noi tre ridevamo.
"Non ci hai neanche dato il tempo di suonare il campanello!" Dissi scuotendo la testa ed entrando in casa.
Avevo nostalgia di stare lì, mi mancava il periodo in cui i miei problemi peggiori erano non avere gli appunti di biologia.
Mi guardai attorno finché mia madre non si avvicinò a me.
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Room 72; camren - Traduzione Italiana
FanfictionCamila è una dottoressa di un ospedale di Los Angeles. La sua vita si basa sull'andare in ospedale, prendersi cura di sua sorella Sofi e passare il tempo con Ally e Dinah, fino a che non si imbatte in Lauren, una paziente in coma, che aiuta a svegli...