Capitolo quattro. - "Ho delle domande."

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Il mio corpo esausto, crolla sul letto come un castello di carte. I miei occhi osservarono il soffitto mentre la testa iniziava a riempirsi di domande.

Ho delle domande, dove al momento, non potevo darmi una risposta ovvia. Controllai il cellulare e sospirai guardando la foto di Lauren su Whatsapp. Era così bella ed io così poco etero. Avevo perso l'eterosessualità da troppo tempo. Ero così fiera di sbavare dietro al culo della Jauregui.

Le farfalle nel mio stomaco, non smettevano di muoversi, sospirai e ignorai l'eccitazione che mi stava prendendo. Avevo queste domande per la testa, troppe domande mi stavano tormentando o almeno, avevano iniziato a farlo.

Camila, Camila... In quale guaio ti stai cacciando? Sospirai.

Chiusi gli occhi per un attimo e tirai su col naso. Presi il telefono e mandai un messaggio alla mia amica Dinah.

[04:40 P.M.]
Da Mila:
Cheechee

Le mie dita erano rapide nel scrivere il messaggio ma anche lei, non esitò rispondere.

[04:40 P.M.]
Da Cheechee:
Chanchooo, dimmi.
Beh, immagino già che tu mi abbia cercata per darmi spiegazioni riguardo al tuo appuntamento con Miss. Jauregui :)

Ridacchiai, aveva ragione. Dinah era la persona di cui mi fidavo di più, tra tutti, certo, anche delle altre mie due amiche mi fidavo, però la Hansen era la prima a sapere ogni cosa.

Le spiegai un po' la situazione e lei sembrò esserne presa visto che mi rispondeva subito con entusiasmo.

Mi rigiro sul letto, rimanendo con la pancia rivolta sul materasso.

Mia madre venne in camera mia e mi guardò con aria curiosa. «Con chi eri a mangiare?»

«Con Miss. Jauregui, mamma.» sorrisi e lei annuì.
«Cosa avete fatto?»

«Beh... Mi ha colta un po' alla sprovvista, mi ha pagato il pranzo perché non avevo abbastanza soldi...» sospirai e lei si mise una mano sulla guancia.
«Perché?»

«Beh, mi ha detto oggi stesso che avremmo dovuto mangiare in un ristorante. Avevo solo i soldi per prendere qualcosa alle macchinette.» mi venne tristezza e senso di colpa.

«Le hai detto che glieli renderai?» si mise seduta vicino a me.
«Sì, ma ha risposto che mi avrebbe messo quattro per tutto l'anno.» al pensiero, rabbrividii.

Mia madre rise dolcemente. «Allora è stata di sua spontanea volontà. Il tuo sguardo mostra un sorriso da ebete, però.» disse seria.
«Mamma...» arrossii e lei mi guardò.
«Che c'è? Ti piace?»

«Mh.» sospirai e lei mi guardò.
«Sai che è rischioso, vero?» mi chiese come se volesse sapere la mia risposta. - che già sapeva -

«So benissimo che c'è il rischio che venga licenziata, ma vedi mamma... Lauren con me è diversa, non so spiegarti. Sono passati mesi e il nostro rapporto è diventato sempre più stretto e lei, è sempre così disponibile con me.» mi morsi le labbra e mi misi seduta, lei mise vicino a me.

«Immagino.» disse solamente.

«Ho delle domande che mi passano per la mente, non so darmi una spiegazione ovvia a tutto ciò. Lei mi vorrà davvero? Lei apprezza ogni mio sforzo perché le piaccio o perché sono brava sul serio? Lei mi guarda con amore o mi guarda e basta? Mamma, non lo so. Sto impazzendo.» dissi con disperazione e lei mi mise una mano sulla spalla.

«Va tutto bene, piccola. C'è mamma con te e se hai bisogno di qualunque cosa, qualunque, io ci sono per difenderti dalle brutte cose.» sorrise e io mi sentii più tranquilla.

«Mamma.» le rivolsi uno sguardo un po' preoccupato. «Secondo te tra me e Lauren potrà esserci qualcosa?» lei mi sorrise e alzò le spalle.
«Non lo so. Forse sì, forse no. Ma vedi Mila, non illuderti, le domande tienile e attendi che sia lei stessa a darti una risposta.»

Le sorrisi e lei decise di lasciarmi in completa solitudine. Il cellulare iniziò a squillare incessantemente. Decisi di prendere il mio iPhone e di rispondere subito. «Pronto?»
«Camila, Camila. Eccoti...»

Era Lauren e sembrava veramente incasinata. «Lauren, tutto bene?» cerco di dire e lei ci mise un po' a rispondere alla mia domanda.

«No, Camila. No! Ho appena fatto un incidente, mi è venuta addosso una macchina, per fortuna ho giusto qualche graffio, nulla di che. La macchina è un po' rotta.» le sue parole erano serie ma allo stesso tempo, un briciolo di disperazione, c'era in lei. «Ho detto che mi deve risarcire i danni, immediatamente. Non se ne va da qui fin quando non verrà la polizia.» stava parlando con una persona, per l'esattezza, con un ragazzo anche troppo giovane.

«Lauren, l'importante è che tu stia bene, capito?» cercai di dirle ma lei non me voleva sapere niente di niente.
«Non me ne frega un cazzo, Camila! Potevo morire, solo perché un deficiente come questo, non sa guidare.» disse infuriata.

Ovviamente, mi stavo trattenendo dal ridere. Se mi avesse sentita, come minimo al posto del quattro mi avrebbe messo direttamente un due.

«Lauren, tu ora vedi di parlare con la polizia, va bene?» le diedi un suggerimento e lei sembrò sospirare, come se quella rabbia le fosse scivolata via.
«Va bene, ti farò sapere tra non molto, ciao Camila.»

Nemmeno il tempo di dare una risposta che il cellulare era già staccato, sorrisi un pochino e mi accoccolai al mio stesso cuscino, pensando - ovviamente - che fosse lei.

Lauren era forse innamorata di me? A mio parere, lei moriva per me e questo mi rendeva decisamente una persona importante, ero felice di passare il mio tempo con Lauren, averla conosciuta come professoressa.

Mi misi seduta sul letto e guardare la libreria che avevo davanti a me, occupata da manga e libri, amavo tantissimo i libri di Rupi Kaur.

Mi alzai dal letto e andai al piano di giù. «Mamma, Lauren ha avuto un incidente.» le dissi e decisi di aiutarla a sistemare la tavola per la cena.
«Come? Sta bene?!»

«Un graffietto qua e là, la macchina è rotta. Ma comunque, lei era molto arrabbiata ma non appena le ho detto di parlare con la polizia, lei si è calmata subito, come se il mio consiglio fosse servito...» sorrisi e mia madre fece lo stesso.

«Mija, Lauren è innamorata.»

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