Capitolo tredici. - "Bagni."

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Ero davvero entusiasta, non andavo in un ristorante/pizzeria da anni. Lauren prese il menù e lo sfogliò con lentezza e con attenzione, studiando per bene che ordine prendere.

Ally ovviamente notò un piccolo recipiente che conteneva ketchup e maionese, li prese e se li mise in tasca.

Insomma, nessuna del gruppetto l'aveva notata – ovviamente, secondo lei –.

«Che te ne fai di quelli?» le chiesi alzando il sopracciglio.

«Ci farò degli esperimenti di cui non vi interessa.» rispose con tono duro.

Ci fu un piccolo silenzio, ovviamente imbarazzante.

Il cameriere arrivò, con un taccuino, ed iniziò a prendere le ordinazioni.

Ovviamente ordinammo le pizze, dalla margherita ai frutti di mare.

Dopo che il gentile ragazzo prese gli ordini chiesti andò via, lasciandoci sole.

«Voi in che classe siete?» chiese Lauren a Dinah e Mani.

«Siamo all'ultimo anno, nella sezione C.» disse Mani sorridendo mentre si sistemava i capelli.

«E come state andando?» sorrise la donna.

«In pullman.» disse Dinah, secca.

Io risi un sacco, amavo le freddure, forse troppo, appunto ero l'unica a ridere di gusto.

Dinah notò lo sguardo incantato di Lauren e dopo essermi ripresa lo notai pure io, era completamente incantata da me, il suo sguardo era perso.

Normani si accorse della mia piccola agitazione, in effetti Lauren mi faceva questo effetto, cercai di non dare troppo nell'occhio.

Lauren si riprese non appena arrivò la prima pizza, quella di Ally.
Dopo un paio di minuti arrivarono pure le altre.

«Buon appetito!» disse Lauren.

«Buon appetito.» dicemmo in coro, rispondendo alla professoressa.

Non appena mettemmo la pizza in bocca, le nostre papille gustative andarono in estasi.
La pizza migliore, era eccellente.

Notai un ragazzo, di un'aria familiare.

Era Christopher.

Non sapevo che facesse il cameriere, Ally subito lo adocchiò.

«Che bono.» commentò la piccola amica.

«Chi?» chiese Lauren alzando il sopracciglio, mentre reggeva la pizza con la mano.

"Oh, no, ora ci fa una figura di merda." pensai.

«Il ragazzo lì, quello che sorride.» indicò Chris con il dito.

Lauren si girò e notò la figura maschile. «Davvero ti piace mio fratello?» chiese sorpresa.

«Come suo fratello?» disse Ally arrossendo. «No merda, scusi.» disse alzando le mani in segno di pace. «Davvero, io intendevo un altro ragazzo, ecco, lui.» disse indicando un ragazzo qualsiasi, non lo descrivo, ma potevo solo dire che sembrava il figlio di un troll.

«Tranquilla, Ally. Puoi fare tutti i commenti che vuoi, non mi interessa di mio fratello.» disse facendo un sorriso.

Che bello.

Mi alzai, chiesi ad un cameriere che passava vicino ai tavoli dove fosse il bagno, seguii le sue indicazioni per poi recarmi ai servizi igienici.

Dopo alcuni minuti, dopo essermi sistemata ed aver tirato l'acqua, uscii dal bagno solo che, non appena aprii la porta, mi trovai il corpo di una persona addosso: Lauren.

«Dove vai?»

Improvvisamente mi mancò l'aria, la sua voce roca mi faceva sognare, troppo.

La porta di quella piccola stanza si chiuse, a chiave.

«Miss, che intenzioni hai?» le chiesi.

«Stai zitta, per favore.» mi mise a tacere con un bacio famelico.

Lauren con un gesto veloce chiuse la tazza del water con il coperchio, mi fece sedere e continuò a baciarmi senza sosta.

Mi fece sedere su di esso, mi alzò la gonna e toccò le mie cosce spoglie, bacio il mio collo, ci soffiò facendomi venire i brividi, stavo davvero scopando nel bagno di un ristorante/pizzeria?

Però mi piaceva, dovevo ammetterlo.

Baciò la mia mascella ed il mio petto, scoperto grazie alla scollatura.

Lauren abbassò le mie mutande, che scivolarono lungo i miei polpacci, si fermarono non appena toccarono le mie scarpe col tacco.

Lauren si abbassò, mettendosi seduta sui talloni. Massaggiò la mia intimità e mi guardò piena di desiderio, poggiai le mani sul bordo della tazza, gemetti leggermente.

«Camila, trattieniti.» disse.

Lauren inizio a simulare l'orale, il mio petto esplose.
Inclinai la testa all'indietro, aprii di poco la bocca, anche se da lì non uscì nulla. Stavo facendo un grosso sforzo.

La testa di Lauren si coprì a causa della gonna troppo lunga, non ebbi la forza nemmeno di tirarla su, quindi la lasciai fare.

Notai che Lauren non si metteva tanti problemi con la gonna, anzi, era un suo vantaggio, visto che io osavo solo immaginare il suo lavoro.

Sentii del piacere incolmabile, aprii la bocca, da essa uscì un filo di voce. Poggiai la mano sulle mie labbra, cercando di trattenermi il più possibile, anche se fu impossibile.

Sentii le sue dita fare avanti e indietro dentro di me e questo mi fece tremare. Le mie cosce, come il resto del mio corpo, erano avvolte da un leggero strato di sudore.

Una sensazione di immenso piacere si accumulò, ogni volta che questo succedeva io non ero sul pianeta terra, anzi, ero in un altro universo, tutto mio, tutto nostro.

Lauren riusciva a farmi star bene, la sua presenza mi rendeva la ragazza più felice, non mi potevo più vergognare di niente, né di cosa fare e né di chi amare.

Stavo facendo davvero la cosa giusta, ormai appartenevo a lei e mi piaceva questo, sapevo che Lauren non mi usava solo per suoi scopi, era davvero interessata a me.

I suoi sguardi.
I suoi sorrisi.
I suoi mille pensieri.
Il suo modo di fare.

Era tutto rivolto a me, ogni minima cosa, ogni sua cosa. Lei mi voleva, eccome.

Dopo vari minuti di pura goduria, venni e riuscii a trattenere anche quel forte gemito.

Lauren sbucò da sotto la mia gonna lunga e nera, mi tirò su le mutande, si alzò e mi guardò sorridendo.

Dopo un po' che mi ripresi, mi alzai, le gambe mi cedettero, Lauren mi afferrò reggendomi, rise forte.

Che stronza.

Dopo essermi "adattata" a stare in piedi e non con le gambe aperte, la grande aprì la porta, solo che io la fermai.

«Lauren, dimmi cosa provi per me, ti prego.» dissi con fare supplicante.

Lauren mi guardo, aprì la porta.

Era pronta a darmi una risposta ovvia, solo che gli sguardi delle nostre amiche piombarono su di noi.

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