Capitolo sette. - "Sexual Experience."

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Lauren mi guardò con stupore, rimase sorpresa da ciò che sentì uscire dalle mie labbra, scosse la testa e la guardai.

«Dio.» disse con un filo di voce.
«Ti aspetto in camera, Miss.» dissi girando i tacchi e tornai nella stanza S.E.

Sentii Lauren ritirare il vassoio, avrà sicuramente pulito tutto il pasticcio che le avevo fatto causare.

Udii bussare, ovviamente risposi con un "avanti". La porta si aprì, io rimasi a pancia in giù e dondolai le gambe, come una bambina.

Lauren ammirò il mio dorso nudo, non appena entrò in quella stanza bollente chiuse la porta alle sue spalle, rompendo il silenzio.

«Cabello.» disse e si avvicinò a me, sedendosi sul morbido materasso avvolto dalle lenzuola bianche candide. «Hai idea di ciò che vogliamo fare?»

Annuii. «Voglio che sia una cosa delicata, ti prego facciamolo.»

«Zitta, tranquilla. E comunque, so io come fare, non avere paura.» disse regalandomi un dolce sorriso, mi sentii a mio agio.

«Un'altra cosa... Posso?» domandai.

La donna annuì.

«Ho paura che, diciamo... E se le cose dovessero cambiare? Il rapporto intendo.» dissi mettendomi seduta, ovviamente, non potevo negare il suo sguardo caduto sul mio, ehm... Sesso.

«Che intendi?» chiese guardandomi di nuovo.
«Se dopo questo, rimarremmo delle semplici sconosciute.» spiegai, abbassai lo sguardo, leggermente triste.

«Camila, non pensarlo. Detto in parole povere, io ti scopo con gli occhi dal primo giorno che ti ho visto.» disse schietta e mi sentii un'onda di calore, ai piani bassi.
«Quanto mi vuoi? Quanto mi desideri?»
«Non c'è una cifra, non c'è misura per quanto sia attratta da te, Cabello.» disse con occhi brillanti.

Le mie guance presero fuoco. «Ora, lascia andare via i pensieri, concentrati su me, sulla tua prima volta, Camila.» disse rimanendo a pochi millimetri di distanza dal mio viso.

La baciai, finalmente, aspettavo solo quello.

Lauren si stese sul mio corpo esile, toccò il mio collo e il mio viso con delicatezza e dolcezza, nessuno mi aveva mai toccata così, nessuno.

La sua mano scese sfiorando i miei seni, mi staccai un po' dal bacio, per prendere ossigeno, diedi accesso alla lingua della più grande. Ci fu una dolce danza tra le due lingue, lo potevo dire, il lago tra le mie mutande iniziava a farsi presente.

Il volto di Lauren andò dritto sul mio petto e lo assaporò, ansimai a fondo.

«Oh, porca...» mormorai.

«Eh, non aggiungere altro.» rise.

In un attimo mi ritrovai senza reggiseno.

Ero un po' imbarazzata, anzi, lo ero e basta.

Le sue mani coprirono i miei seni, iniziò a palparmi. Gemetti leggermente, la guardai mordendomi il labbro, sì, la stavo sfidando.

Sentii una risata, la donna iniziò a stuzzicarmi i capezzoli, premendo, strizzando e tirando, stavo esplodendo là sotto, avevo bisogno di attenzioni e quindi passai una mano sulla mia intimità, coperta dalle mutande nere.

Lauren leccò il capezzolo destro, con la punta della lingua, mentre quello sinistro veniva torturato tra l'indice e il pollice.

Gemetti più sonoramente.

«Cazzo.» imprecai bruscamente.

La grande toccò il mio addome, scese di più col viso, baciandomi la pancia, facendo succhiotti, tirando lembi di pelle con i denti e altre cose.

Le tirai dolcemente i capelli, sentii del fresco sul mio punto intimo, mi accorsi di essere senza le mutande, era stata davvero agile, quasi mi spiazzò.

Poggiai una mano sulla mia intimità, non sapevo come comportarmi.

Lauren tolse la mia mano ed iniziò a massaggiare il mio sesso, delicatamente.

Schiusi la bocca, mi inarcai con la schiena.

«Oddio, Miss.»

Stava sorridendo, era felice di ciò che stava facendo, stava riuscendo a farmi godere, ma la cosa che mi piaceva di più era la sua delicatezza.

Lauren baciò sotto al mio ombelico, ci passò la lingua, a leccare arrivò sulla mia natura, passò la lingua sul perimetro con lentezza, che agonia. Roteai gli occhi, gemetti alcune volte, provai in tutti i modi a trattenermi, avrei voluto urlare, stavo impazzendo.

Un miscuglio di emozioni mi invase il corpo, il mio cervello si scollegò, il mio cuore batteva fortissimo, il mio stomaco faceva capriole.

Lo stavo facendo.

«Camila, guardami.» disse con voce roca attirando la mia attenzione.

Mi alzai sui gomiti, il mio basso ventre stava prendendo fuoco, come il resto del mio corpo, mi morsi il labbro.

«Non trattenerti, tanto siamo solo io e te.» disse e sorrise per confondermi.

Annuii, mi stavo divorando il labbro, stavo impazzendo, anzi, ero già andata.

Lauren continuò il suo lavoro, leccò tutta la mia lunghezza e postò un dito sulla mia entrata, per poi spingerlo dentro, piano. Sentii i brividi invadermi la schiena, gemetti sonoramente.

Ad un certo punto vidi come Lauren teneva il dito completamente dentro di me, senza muoverlo rimasi quasi bloccata ed incredula in quel momento. «Oh, merda.» non capivo un cazzo, sentivo già una sensazione di pienezza.
«Caldo, eh?» sospirò lei sentendosi piena di piacere nel svolgere le cose si coricò nella parte vuota del letto. Appoggiai le mani sulla mia fronte, non capendo più niente. «Ti piace ciò che faccio?» chiese guardandomi attentamente dal basso. Decisi di oscillare il bacino, volendo di più..

Mentre la professoressa mi fotteva, decise di inserire un altro dito nella mia intimità, muovendolo rapidamente. Il mio petto era arrossato e la sensazione di venire si faceva sempre più vicina.

Lauren continuava con le sue spinte, sempre più veloci.

I suoi occhi erano di un colore allucinante, quel verde mi aveva rapito. Lauren spinse a fondo le dita, facendomi venire senza nemmeno avvisare.

«Camila, ti piaccio?» domandò pochi minuti dopo essermi distesa al suo fianco.
«Cazzo...» dissi balbettando, respiravo affannosamente, ma non avevo nulla da perdere. «... Sì, Lauren.»

Con quelle parole, che mi uscirono dal cuore, ricevetti forse il primo bacio sincero con senza nulla di costretto. Lauren mi aveva dato un motivo per amare, io volevo lei, volevo la sua persona, volevo ogni giorno la sua risata.

Questa era la cosa giusta. Sapevo in cosa stavo andando incontro e questo non mi avrebbe fermata. Il nostro volerci non l'avrebbe fermato nessuno, e su questo, io ero convinta al cento per cento.

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