CAPITOLO UNDICI

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Siamo comodamente sedute sul divano della nostra stanza a raccontarci come è andata la giornata di instore, parlando delle ragazze conosciute in fila, dell'organizzazione dell'evento e di come erano le guardie: sono rimasta stupita e contenta quando nessuno mi ha spinta per farmi scendere dal palco e la guardia è stata ad osservarmi in silenzio senza mettermi fretta. Ho avuto più tempo del dovuto per stare con lui, ho potuto anche scambiarci alcune parole in tranquillità e l'organizzazione era davvero impeccabile. Decidiamo di andare a fare una passeggiata e bere qualcosa prima di andare a dormire e dopo una doccia veloce, aver indossato un normale paio di pantaloni e una felpa usciamo dalla camera portando con noi la nostra scheda: Milano di notte è davvero bella, c'è sempre gente in giro e le luci illuminano la città, ci sediamo su un tavolino fuori ad un bar approfittando degli ultimi giorni di questo clima mite, nonostante sia ottobre ancora fuori la temperatura è gradevole e un bel gelato dopo una giornata di urla, file interminabili e ore infinite di treno, ci sta troppo bene.
"Questo è più buono del gelato che prendo sempre alla mia gelateria preferita" dice a bocca piena Martina mentre continua a mangiare con gusto il gelato cioccolato e fragola che ha appena comprato.
"Poco distante da Assisi c'è una gelateria che fa il gelato più buono di tutta l'Umbria, questo è buono ma quella gelateria non la batterà mai nessuno" continuo a mangiare il mio gelato sentendo Martina obbligarmi di portarla un giorno in quel posto.
Annuisco felice pensando che potremmo passare un paio di giorni insieme, facendole vedere la mia città e passare la sera e la notte insieme senza doverci salutare il giorno stesso alla stazione, continuo a mangiare il mio gelato quando vedo una ragazza con dei lunghi capelli castani uscire dalla gelateria tenendo in una mano una sigaretta e nell'altra un bicchiere di birra, rimango un attimo a fissarla: ha addosso solo un minuscolo vestitino che le arriva a malapena sotto il sedere, una collana e un bracciale di perle e dei tacchi vertiginosi che mi domando come fa a stare in posizione eretta senza cadere sulla prima cosa che capita. Sto appunto per girare lo sguardo altrove e smettere di guardare quella ragazza quando dietro di lei vedo uscire Alessio ed accomodarsi al suo stesso tavolo sorridendole e avvicinarsi alla sua mano fino ad intrecciarla con la sua. Non pensavo avesse una ragazza e credevo non stesse frequentando nessuna, ma alla vista della sua mano sulla coscia scoperta della ragazza mi sono dovuta ricredere, non credo siano buoni amici, ma soprattutto non credo che dopo aver bevuto la birra si saluteranno andando a dormire ognuno nel proprio letto.
"Se vuoi ce ne andiamo" sento la mano della mia amica toccarmi la spalla e in quel momento sento che mi si stanno creando le lacrime agli occhi.
"No Marti, non ce ne andiamo, sono solo stupida! Guarda, ho gli occhi lucidi perché ho appena visto una ragazza in compagnia del mio idolo, una persona che ascolto cantare dalle mie cuffiette, che seguo nelle interviste attraverso lo schermo del mio cellulare e che per due cazzate che ha fatto verso di me mi sono venuti in testa chissà quali film mentali" prendo una sigaretta dal mio pacchetto e appena accesa butto l'accendino sul tavolo del bar.
"Non sei stupida, non è la stessa cosa vedere il ragazzo che ti piace baciare una ragazza su una copertina di un giornale o leggere cose simili su un sito internet senza avere la certezza se sia vero o meno, lo sai che non potrebbe mai accadere che lui venga con te però ci speri sempre anche se è un pensiero infantile e ridicolo, vederlo a pochi metri da te che tocca e guarda una ragazza è normale che ti provochi dispiacere" cerca di consolarmi dandomi una piccola pacca sulla spalla e tirandomi verso di lei per un piccolo abbraccio.
Annuisco semplicemente senza rispondere, so che ha ragione e non so cosa aggiungere, non voglio però rovinare questa serata insieme a Martina, sono gli unici giorni che passiamo così a stretto contatto e nemmeno Alessio e quella ragazza potranno mettermi di cattivo umore. Continuamo a parlare fra di noi anche se ogni tanto butto lo sguardo al tavolo di Alessio per vedere cosa fanno, sembra trovarsi molto bene con lei visto che non fa altro che sorridere, parlare ininterrottamente e toccarla ogni volta in un punto diverso: mentre la vedo accarezzargli i capelli per poi passare al viso giro subito lo sguardo verso la mia amica che mi sta raccontando della sua ultima vacanza nel Salento e di quel ragazzo conosciuto nel suo campeggio. Non voglio vedere se si baceranno, se continueranno ad accarezzarsi o se andranno via, mi rendo conto di provare un'assurda gelosia nei confronti di una persona che non mi appartiene nemmeno per metà e cerco di smettere di comportarmi come una bambina che crede alle favole riprendendo la conversazione che per un attimo avevo smesso di seguire.
"Sono le una e io non voglio restare a letto fino le undici domani! Voglio andare in giro e comprare un vestito da sera per l'ultima cena insieme, andremo in un ristorante bellissimo e finiremo la serata in uno dei locali più pregiati e in della città" afferma alzandosi e prendendo la sua borsa.
"Non voglio sapere cosa hai organizzato, se solo ci penso mi viene già da disperarmi" le rispondo mentre lasciamo il bar tornando in camera.
Cerco il modo per passare il più lontano possibile da quei due, non dovrei nascondermi così, non siamo nè fidanzati nè ci stiamo frequentando, non ho niente di cui dovermi vergognare o provare disagio; cambio improvvisamente direzione camminando vicino i tavoli del bar, mentre mi sto avvicinando vedo Alessio girarsi verso di me e rimanere fermo per una frazione di secondo.
"Ciao Alessio" le rivolgo un sorriso sincero, appoggio la mia mano sulla sua spalla e continuo a camminare verso il mio hotel.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora