CAPITOLO VENTIQUATTRO

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Mi fissa per alcuni secondi che sembrano interminabili, non riesco a decifrare la sua espressione, non riesco a capire se non parla perché non sa come rispondere o se non parla per riuscire a trovare le parole giuste per un rifiuto. Vorrei tanto ritirare le parole appena dette, ma ormai è tardi. Mio padre mi diceva sempre "Irene cerca di essere meno impulsiva, a volte non tutte le cose che hai in mente possono essere dette, soprattutto se hai difronte persone che non sono della tua famiglia, perchè possono rimanerci male." Quanto avevi ragione papà, ma come vedi non sono cambiata molto dall'ultima volta che eri accanto a me.
"Che c'è? Hai cambiato idea?" Alzo immediatamente lo sguardo e cerco di ripensare in quale discorso eravamo immersi, ma mi ritrovo il viso di Alessio a meno di quattro centimetri dal mio e decido di arrendermi all'idea di fare un ulteriore figuraccia.
"Su cosa?" Mi maledico quando vedo il suo viso corrucciarsi, ma subito dopo cercare di trattenere una piccola risata.
" Ho risposto alla tua domanda, ho detto se ne eri sicura, poi quando ho visto che non reagivi, ho pensato di averti offesa, quindi ho detto che per me va bene passare stanotte con te." Sono sorpresa e spaventata per come affrontare questa notte, in fondo è una persona quasi sconosciuta di ventiquattro anni e forse portarmelo in camera senza nemmeno conoscerlo più di tanto sarà la cosa più sbagliata che abbia fatto. Non so quando lo rivedrò ancora e sicuramente non avrò più la possibilità di passare del tempo con lui come questo che ho vissuto in questi giorni, quindi per una volta accantono tutte le mie paranoie e decido di fregarmene di tutte le conseguenze che ne potrei trarre.
" Non ho cambiato idea, sono felice anch'io di stare con te e non doverti salutare ora", alzo gli occhi su di lui e accenno un piccolo sorriso, lo prendo per mano e cerco di sembrare il più disinvolta possibile a portarlo all'interno dell'albergo. Il breve viaggio in ascensore è più imbarazzante di quello che pensavo, nessuno dei due accenna a voler dire una singola parola e i nostri sguardi vagano dal pavimento al viso dell'altra persona, per poi distoglierli immediatamente quando ci accorgiamo di fissarci. Per un momento mi sento libera e sollevata quando vedo le porte dell'ascensore aprirsi, ma subito mi dissuado quando penso che dovremo passare tutta la notte insieme nello stesso letto. Apro la porta della camera che ho condiviso con Martina, mi viene in mente cosa starà facendo lei in questo momento, se sarà ansiosa come me, oppure starà vivendo belle sensazioni ed emozioni, in qualunque situazione lei sia io non posso restare un secondo in più in questa che sto vivendo, o prendo l'iniziativa per smorzare questo clima o diventerò pazza.
"Se vuoi il bagno puoi usarlo prima Tu, c'è anche una bella vasca, è grande e puoi usarla per rilassarti quanto tempo vuoi, io non ho fretta, puoi prenderti tutto il tempo che ti serve.", dico queste parole tutt' ad un fiato, forse anche troppo veloce, perché dal modo in cui mi sta guardando sembra abbia faticato per capire ciò che gli ho appena detto. Trattengo il respiro quando lo vedo avvicinarsi pericolosamente a me, istintivamente indietreggio andando però a sbattere contro la scrivania dietro di me e facendo tintinnare la lampada poggiata sopra ad essa.
"Non ti farò del male, ma voglio che comunque tu sappia che non è sicuro chiedere ad un ragazzo più grande di condividere la stessa stanza per l'intera notte, non sai chi hai di fronte e può diventare pericoloso."
"Tu non sei un qualsiasi ragazzo più grande, sapevo che non mi avresti fatto del male." Lo guardo negli occhi e vedo sul suo viso crescere un piccolo sorriso. Non voglio se ne vada, non voglio andarmene io e non voglio vederlo solo attraverso uno schermo o separato da me da una transenna, voglio stare con lui come questi giorni, lo voglio vivere, lo voglio tenere per mano e baciarlo quando e dove mi pare.
"Ora vai a prepararti che voglio stare con te?" Sorride e prendendomi per i fianchi mi da un piccolo bacio all'angolo delle labbra, per poi avvicinarmi al suo corpo dandomi un altro piccolo bacio sulla fronte. Intanto che Alessio è chiuso in bagno mi sfilo i vestiti e metto il pigiama, tiro fuori lo spazzolino dalla mia borsetta sopra la valigia e con l'altra mano afferro il deodorante e la crema.
" Il bagno è tutto tuo piccoletta." Cerco di non guardarlo a lungo quando mi accorgo che ha addosso solo i boxer e con una mossa velocissima entro in bagno chiudendo la porta alle mie spalle. Quando esco dal bagno vedo Alessio con il cellulare in mano, mi dirigo alla parte vuota del letto e mi metto sotto le coperte tenendo una giusta distanza. Posa il telefono sul comodino e si stende per bene poggiando la testa sul cuscino, girandola leggermente verso di me per riuscire a vedermi meglio.
"Mi risponderai sinceramente alla domanda che sto per farti?" Mi irrigidisco immediatamente non sapendo cosa mi vorrà domandare, non ho niente da nascondere o nulla di male che ho fatto ma i miei muscoli non vogliono sapere di rilassarsi. Annuisco volendo sembrare il più disinvolta possibile e aspetto che mi porga la domanda che ha in testa.
"Hai dormito con qualche altro ragazzo da sola?" Vedo i suoi occhi puntati su di me aspettare una risposta ed io non so se dopo che gli avrò risposto penserá che io sia solo una ragazzina oppure una ragazza a posto.
" No, a dir la verità l'unico ragazzo con il quale ho dormito è mio fratello, io e lui condividiamo la camera da sempre e quando c'è il temporale, i tuoni sono tanto forti e ripetitivi io vado a dormire nel suo letto."
"Hai paura dei tuoni?"
"Ho il terrore dei tuoni! Se sento che fuori sta tuonando, non accenna a smettere ed io sono sola in casa, prendo il cellulare e inizio a chiamare praticamente tutta la rubrica del cellulare fino che non cessano, solo per parlare con qualcuno intanto che fuori c'è il temporale." Appena finisco la frase scoppia in una rumorosa risata, all'inizio avrei tanto voluto tirargli una ciabatta in testa, ma quando l'ho guardato in faccia non ho resistito un secondo a ridere insieme a lui. Si volta totalmente verso di me, allunga un braccio e lo fa arrivare ai miei fianchi, in una frazione di secondo sento il mio corpo attaccato al suo e porto le mie braccia sul suo petto. Sento che sto iniziando a sudare e un calore invadermi il viso, di sicuro starò diventando rossa, ma se resto in questa posizione lui non se ne accorgerà. Respiro l'odore della sua pelle e piano piano sento i miei occhi farsi sempre più pesanti, in poco tempo li chiudo definitivamente sentendomi davvero bene.
"Grazie Ale, davvero." Lo sento muoversi leggermente sotto di me per poi fermarsi di nuovo.
"Per cosa?"
"Per tutto questo, per questi giorni che hai passato con me e per tutto quello che mi hai permesso di vivere."
"Sono stato bene anch'io questi giorni, ho fatto a te semplicemente quello che tu hai fatto a me, nulla di più."
"Mi dispiace dover tornare domani, non voglio aspettare altro tempo per rivederti." Domani sarà tutto diverso, tornerà tutto alla normalità, la scuola, il lavoro, la ginnastica, mia madre.. tutto. Ed io non sono pronta per niente. Sento le sue braccia portarmi ancora più vicino a lui, non so se è giusto farlo, soprattutto sapendo che stanotte sarà la fine di tutto, ma se non ne avrò più la possibilità non voglio restare con il rimpianto di non essermela vissuta tutta. Quando alzo la testa verso di lui lo vedo giocare con i miei capelli che ricadono sulla sua spalla, mi alzo dal suo petto e azzero velocemente la distanza fra le nostre labbra, appena mi permette di approfondire il bacio accarezzo la sua lingua con la mia. È un bacio diverso dagli altri che ci siamo dati, sento una sensazione più intensa, più forte, una sensazione che non ho mai provato prima, mi sento coinvolta e desiderata. Lo sento muoversi e portare la sua mano sopra la mia guancia, senza staccarsi un secondo da me e approfondendo ulteriormente il bacio, scansa con il braccio le lenzuola dai nostri corpi e si gira lentamente facendomi toccare la schiena sul letto. Quando sento la mia schiena posarsi sulle lenzuola fresche mi accorgo di quanto il mio corpo sia caldo, il cuore non accenna a placare i suoi battiti e quando sento le gambe di Alessio poggiarsi tra le mie, le divarico istintivamente beandomi del suo corpo sul mio. Porto la mia mano sui suoi capelli e sento la sua alzare leggermente la mia canottiera e accarezzarmi la pancia fermandosi all'altezza delle costole.
"Basta Irene, ti prego." Pronuncia queste parole rimanendo ad un centimetro dalle mie labbra e io non so davvero cosa mi sia preso. Ho il fiato corto, il corpo in fiamme e il viso accaldato, non dovevo spingermi così oltre e ora devo assolutamente tornare in me.
"Scusami, volevo solo darti un bacio, ma poi mi.." non so come proseguire il discorso, che parole usare per spiegare quella sensazione provata pochi minuti fa che non so nemmeno io cosa sia.
" Sono stato trasportato anch'io, non cercavo di incolparti, non vorrei smettere, ma devo." Mi sorride e mi da un piccolo bacio sulla fronte, per poi tornare accanto a me e stringermi al suo petto, mi lascia un bacio fra i capelli e inizia ad accarezzarmi il viso. Chiudo gli occhi e nella mia mente scorrono le immagini di pochi minuti fa, sentirlo vicino in quel modo mi ha provocato una sensazione strana, più lui accennava ad andare avanti e più io non volevo che smettesse e mentre sento di cadere definitivamente in un sonno profondo sono sempre più convinta di non voler lasciare tutto quello che in questi giorni ho vissuto.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora