CAPITOLO DICIOTTO

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Mi alzo dal letto con immensa fatica, mi sento come se avessi dormito solo due o tre ore, invece quando prendo il cellulare da sopra il comodino e lo stacco dal caricabatterie per controllare l'ora, vedo che sono le undici. I ricordi di ieri sera mi scorrono veloci nella testa, uno dopo l'altro, dall'ansia che mi attanagliava prima di scendere per incontrarlo, al mio rifiuto difronte la sua intenzione di baciarmi, fino al ritorno in albergo. Ripenso al suo messaggio di ieri sera, non gli ho ancora risposto e non so se lo farò, non so cosa scrivergli o come comportarmi con lui, sono stata davvero bene ieri sera ma stamattina sento qualcosa che mi sta riportando piano piano alla normalità e alla mia vita reale. Io e lui non ci rivedremo più tanto spesso e tanto meno da soli dal momento che me ne andrò da Milano, la mia vita tornerà a scorrere come sempre, ritornerò ad andare a scuola, ritornerò al lavoro e ricomincerò a prendere lezioni di ginnastica e danza, penso a quanto mi sia mancato ballare questi giorni, sono stata così tanto a tiro fra gli instore, il concerto, lo shopping con Martina e il pensare costantemente a lui che mi sono quasi dimenticata che fino a pochi giorni fa ballavo quasi ogni giorno nella piccola palestra della mia città. Vengo strappata dai miei pensieri a causa della porta del bagno che viene aperta e poi richiusa e guardandomi intorno mi rendo conto, dopo quelli che sembrano parecchi minuti, che Martina non è qui. Alzo gli occhi nel momento che sento dei passi, vedendo la mia amica con un asciugamano legato intorno al corpo, che sta tenendo in mano i suoi jeans grigi preferiti e la sua maglietta rossa dell'alcott con gli strass sparsi sulle maniche. Mi chiedo cosa stesse facendo con quei vestiti in mano a quest'ora del mattino, non ricordo di aver programmato qualche tipo di appuntamento o colazione fuori insieme, ma appena cerco di aprire la bocca e chiederle spiegazioni mi anticipa saltandomi addosso e facendomi cadere sul letto.
"Tu non puoi immaginare dove sono stata io dalle otto di questa mattina fino mezz'ora fa!" strilla nel mio orecchio e i miei occhi si chiudono in modo automatico per provare a preservare almeno un po' l'assurdo dolore che mi sta trapanando la testa in questo preciso istante.
"No Marti non lo so, ma ti prego mi sono appena svegliata dopo una serata non molto semplice, abbi pietà di me" le rispondo cercando di tirare su sia me che lei dal letto.
"Io ho sempre pietà di te, anche quando non lo meriti affatto, ma questo è un discorso che affronteremo dopo" mi guarda puntandomi contro un dito e d'istinto aggrotto le sopracciglia, ma lei sembra ignorare il mio gesto e continua a parlare e gesticolare.
"Comunque, stamattina ho provato a svegliarti perché non riuscivo a dormire a causa dei rumori provenienti dalla camera a fianco, dovrebbero essere arrivate delle persone in tarda notte e non hanno mai smesso di sbattere roba ovunque e parlare a voce alta. Intorno alle sette ho deciso di alzarmi, ho fatto la doccia e sono scesa giù al bar dell'hotel per prendere un caffè nel tentativo di svegliarmi un po', ma mentre ero fuori a fumare una sigaretta ho visto Benjamin passare con una felpa nera con il cappuccio tirato su, volevo tanto fermarlo e parlarci un po' ma visto che era tutto nascosto dalla sua felpa ci ho ripensato, magari era uscito presto appunto per godersi un po' di tranquillità e non essere infastidito. Quindi decisi di tornare semplicemente dentro, solo che mentre lo stavo facendo non stavo prestando troppa attenzione a dove stessi andando e mi sono ritrovata il vetro della porta schiacciato contro la mia faccia!" non riesco a farla finire di continuare che una risata esce involontariamente dalla mia bocca. Non volevo farla sentire in imbarazzo, ma immaginare la scena della situazione intanto che lei la racconta mi fa ridere ancora di più e buttare la testa all'indietro incapace di smettere.
"Vuoi per favore finir di ridere e capire il mio stato d'animo in quel momento? Cavolo, mi sarei voluta scavare una fossa Irene!" si passa una mano sul viso mentre l'accenno di un sorriso le si forma sul volto.
"È impossibile Marti! Io sto immaginando la scena nella mia testa ed è praticamente impossibile smettere di ridere, ma poi cosa è successo? Ti prego, dimmi almeno che lui non se ne è accorto" dico sperando invece il contrario.
"Si è girato verso di me e dopo alcuni secondi mi ha chiesto se stessi cercando qualcuno" mi rivolge uno sguardo assassino e io non posso evitare di smettere di ridere.
"Bhè, almeno si ricorderà di te".
"Anche perché dopo i saluti e qualche momento di imbarazzo ho trovato il coraggio di dirgli se aveva già fatto colazione e alla sua risposta negativa l'ho invitato al bar dell'albergo, passando così due intere ore insieme a lui" vedo i suoi occhi cambiare improvvisamente facendo spazio ad una luce la quale sembrava far apparire i suoi occhi ancora più espressivi. Spalanco immediatamente gli occhi e sono davvero felice per lei per tutto quello che le è appena successo, ma appena provo a parlare continua il discorso gesticolando apertamente.
"Abbiamo parlato di tutto, mi ha detto come da bambino non gli interessava molto suonare, lo prendeva come un hobby ma nulla di più, perché in testa lui aveva solo il calcio. Mi ha raccontato della prima volta che Fede gli ha scritto su Facebook e la sorpresa quando si accorse che insieme funzionavano davvero. Mi ha chiesto di me, della mia famiglia, della mia vita e di questa settimana qui a Milano, sono stata sincera con lui, gli ho detto tutto, gli ho detto che se ero venuta fin qui era solamente per lui e giuro di averlo visto arrossire dopo la mia confessione. Abbiamo parlato anche di Alessio: mi ha detto che ieri sera sarebbe uscito con te ed era molto felice di questo, ma dopo un po' di tempo lo vide tornare in hotel, salire in camera e subito dopo andarsene di nuovo. Stamattina gli ha raccontato più o meno come sono andate le cose, ma nonostante tutto gli ha confessato di aver passato una piacevole serata con te. Insomma, abbiamo parlato molto e io ancora non ci credo". Ascolto attentamente tutto il suo discorso e quando arriva alla parte di me e Alessio rimango immobile fino alla fine delle sue parole. Mi sento un po' in imbarazzo sapendo di essere stata il loro argomento di conversazione, ma in fondo sono felice abbia detto loro di non essere stato da schifo. Rimaniamo a parlare per un po' della sua colazione con Benjamin e della mia serata precedente con Alessio, fino a quando decidiamo di andare a fare un ultimo giro di shopping per l'ultima serata qui a Milano. Ricordo quando Martina mi disse di aver pianificato un programma speciale per quella sera e questa cosa mi rende molto curiosa, vorrei davvero vedere cosa ha pensato e organizzato. Mentre faccio la doccia i miei pensieri vanno ad Alessio, vorrei tanto rivederlo, passare del tempo con lui e magari stare insieme con meno imbarazzo di ieri, conoscendolo meglio. Dopo essermi accorta di aver decisamente trascorso troppo tempo sotto la doccia, torno seduta sul letto e prendo subito il mio cellulare. Non posso e non voglio buttare via l'unica possibilità che avrò con lui, sblocco il telefono, entro su Instagram e mi costringo a lasciare da parte tutti i miei pensieri che uno dopo l'altro mi stanno assillando. Apro la chat con lui e inizio a scrivere: "neanche io riesco a dimenticare il modo in cui miei occhi cambiano alla vista dei tuoi, ma soprattutto non riesco a dimenticare i tuoi occhi così vicini ai miei" mi faccio coraggio e senza pensarci troppo premo sul tasto invia.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora