CAPITOLO DICIANNOVE

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Camminando per le vie di Milano mi sorprendo per la bellezza del clima di oggi: nonostante sia autunno e siamo in un paese del nord, è piacevole stare fuori e passeggiare. Martina ha messo gli occhi su un completino intimo di Intimissimi da circa un'ora, ma sta ancora riflettendo se vale la pena spendere quasi quaranta euro per un completo che non deve vedere ancora nessuno se non me e lei.
"Tiralo sul palco al prossimo concerto di Benji e Fede, così sarai sicura di non aver sprecato quaranta euro per tenerlo nascosto, ma di averli spesi per mostrarlo al tuo Benjamin!" continuo a camminare mentre le sorrido. Domani sarà il nostro ultimo giorno qui a Milano e ancora non riesco a credere di dover abbandonare tutto quello che ho vissuto in questa settimana, dalle giornate con Martina ai momenti con il mio idolo, forse sono proprio questi ultimi che non voglio lasciare andare, che non voglio dimenticare. Controllo il cellulare nella speranza di un suo messaggio di risposta, ma quando lo sblocco non vedo nessuna notifica, nessuna chiamata e nessun nuovo messaggio di whatsapp. È molto tempo che non sento mia madre, nemmeno lei mi ha cercata e mi chiedo se in questi giorni senza di me è riuscita a rilassarsi un po'. Decido di rimettere il telefono in borsa, chiamerò mia madre in un altro momento, ora voglio trovare un vestito da indossare per la serata di domani: ne vorrei uno che non ho mai avuto, un vestito che posso scegliere io senza le paranoie di mia madre sull'essere troppo in carne, troppo formosa e stare attento al cibo che mangio. Voglio indossare un vestito che valorizzi tutti questi aspetti del mio fisico che per mia madre sono sempre stati da nascondere, vorrei sentirmi a posto e non dover abbassare lo sguardo quando passo difronte ad altre persone.
"Io non tiro reggiseni o mutandine ai miei idoli, so farmi notare e rendermi una persona rispettabile in altri modi" mi risponde tirando i suoi capelli all'indietro, mi guarda e mi fa la linguaccia per poi tornare a fissare le vetrine dei negozi.
"Per esempio sbattendo contro una porta in vetro che è sempre stata lì ma essendo troppo impegnata a stalkerare dove andasse il tuo idolo non te ne eri mai accorta?" mi guarda con uno sguardo assassino per poi scoppiare a ridere seguita da me. Voglio troppo bene a questa ragazza conosciuta per caso a chilometri di distanza da casa mia, nel giro di un paio di mesi abbiamo passato ogni sera attaccate al computer collegate su skype a raccontarci le nostre giornate, i nostri problemi nello studio, le coreografie che non riuscivamo ad eseguire e qualche cotta avuta tra i banchi di scuola. Mentre ripenso alla mia vita nell'ultimo anno vedo difronte a me un vestito bianco che non riesco a smettere di guardare: ha le maniche con dei buchi sparsi per tutta la lunghezza delle braccia e il resto scende semplice giù per il corpo fin troppo sopra le ginocchia. Rimango a fissarlo un altro po' pensando a come potesse stare addosso a me, non riesce a convincermi la lunghezza, sembra estremamente corto e ho paura di non sertirmi a mio agio a mostrarmi alle altre persone.
"Se pensi sia troppo corto metterai delle calze sotto, o dei leggins!" sembra avermi letto nel pensiero mentre mi prende per il braccio e mi trascina dentro il negozio. In meno di due minuti sono dentro al camerino a provarmi il vestito, lo tiro su indossando le maniche e mi giro per guardarmi allo specchio: è corto, forse troppo ma se non mi piego, non mi abbasso e non mi muovo troppo forse riesco a renderlo un normale vestito indossato da una normale ragazza di diciassette anni. Inutile dire che appena esco dal camerino Martina mi inonda di parole e frasi senza senso sul fatto di doverlo acquistare per forza e quasi mi fa cadere quando cerco di ritornare nel camerino per togliermelo e rimettere i miei jeans e la mia felpa.
"Ti immagini domani sera con quel vestito quanto sarai perfetta? Bisogna trovare assolutamente un modo per scoprire dove si troverà Alessio, te lo deve vedere per forza addosso!" praticamente sta urlando al centro di Milano, delirando su un semplice vestito che Alessio non vedrà mai. Non posso fare a meno di pensare cosa dirà o penserà nel vedermi con quel vestito addosso, mi domando se si fermerà a guardarmi più del dovuto o se passerò totalmente inosservata ai suoi occhi. Sarà talmente abituato a vedere ragazze bellissime vestite in quel modo tutto il giorno che nemmeno farà caso a ciò che ho addosso. Mi ricordo improvvisamente del messaggio che gli avevo inviato prima di uscire dalla camera e della sua inesistente risposta di poco tempo prima, mi affretto ad aprire la borsa e appena trovo il cellulare sussulto dopo averlo sbloccato. Non so se leggerlo ora o aspettare di calmarmi un po' prima di vedere la sua risposta, ma sono stata già troppo vigliacca negli ultimi tempi quindi metto le mie paranoie da parte e apro il suo messaggio. Il cuore inizia a battermi sempre più forte a mano a mano che leggo le sue parole "posso allora invitarti ufficialmente ad uscire questa sera? Vorrei portarti a cena e poter recuperare quello che abbiamo perso ieri sera. 20:30 fuori dal tuo hotel?"
Entro completamente in panico, inizio a sudare e cercare con gli occhi Martina per potermi calmare un po', da un lato non credo possa reggere un'intera cena con lui, ma dall'altro non vedo l'ora, mi sento emozionata, ansiosa, felice e altre cento sensazioni insieme. Voglio andarci, non posso farmi scappare di nuovo la possibilità di stare insieme a lui tutta la serata e mi prometto che stasera andrà diversamente, stasera andrà bene, io non sarò un disastro e non mi comporterò come una ragazzina. Mando velocemente un messaggio di conferma e di ringraziamento ad Alessio e raggiungo Martina facendole leggere la conversazione, non so se è stata una buona idea dato che in meno di venti minuti siamo tornate in camera ed io già sono uscita dalla doccia con un asciugamano attorno al corpo e uno nei capelli.
"Ti ho detto che il vestito bianco non lo metto! È fuori discussione, non voglio sentirmi doppiamente in imbarazzo di come già mi sentirò" cerco di mantenere la mia posizione mentre Martina cerca a tutti i costi di farmi mettere quell abito. È troppo corto, troppo rivelatore e troppo tutto!
"Va bene, scegli pure tu i vestiti per questa sera, ha detto che ti porterà a cena e di sicuro non ha in mente un posto come McDonald's, cosa hai intenzionedi indossare? I tuoi jeans preferiti con la felpa con scritto 'Noi siamo infinito' oppure i tuoi leggins con quella maglietta lunga rossa che usi sempre per andare a scuola?" dò un'occhiata al mio armadio e per quanto odi ammetterlo ha davvero ragione lei, non ho qualcosa di adatto per una cena in un ristorante, è tutto troppo sportivo e inadeguato. Guardo un'ultima volta il vestito appena acquistato e le scarpe dello stesso colore, decido di prepararmi e buttare all'aria tutte le voci nella mia testa che mi dicono quanto quel vestito può risultare provocante agli occhi di un ragazzo. Mentre mi asciugo i capelli decido di arricciarli in piccoli boccoli, credo di truccarmi a malapena dato che il vestito farà già la maggior parte del lavoro e quando mi guardo allo specchio un'ultima volta sono pronta.
"Questa volta non riuscirà davvero a smettere di guardarti, sei davvero bella Ire" mi giro cercando qualche espressione divertita o perversa nel viso della mia amica, ma vedo nei suoi occhi solo uno sguardo sorridente, sembra davvero sia felice quanto lo sono io. L'abbraccio un'ultima volta prima di uscire dalla stanza e premere il tasto per chiamare l'ascensore, cerco di restare calma e serena, voglio godermi questa serata, sarà l'ultima che potrò passare con lui in questo modo. Esco dall'albergo stringendomi nel mio giacchetto di pelle nero aspettando che arrivi Alessio, sono ancora le 20:15, non credo arriverà prima di dieci minuti.
"Sei ufficialmente la prima ragazza che non devo aspettare che finisca di prepararsi" una voce dietro di me mi fa girare improvvisamente, lo vedo arrivare con un paio di pantaloni neri strappati all'altezza delle ginocchia, una camicia bianca a mio avviso troppo sbottonata e un giacchetto di pelle all'interno del quale tiene nascoste le sue mani. Mi saluta dandomi un bacio troppo lontano dalla guancia e troppo vicino le labbra, lo vedo guardarmi troppo a lungo e ho la seria paura che mi dica qualcosa di derisorio, qualcosa a che vedere con il vestito che ho addosso e con la mia giovane età per indossare un capo di questo genere. Mi sorprende totalmente quando mette una mano dietro la mia schiena facendomi rabbrividire, un'altra sulla mia guancia e la fronte a meno di un centimetro dalla mia.
"Sei davvero bellissima, stasera non voglio pensare niente, non voglio pensare chi sono io, non voglio pensare alla tua età, al fatto che non so quando ti rivedrò e tutto il resto. Stasera sono solo con te." La sua voce esce come un sussurro mentre pronuncia le parole a fior delle mie labbra, si allontana lentamente e prende la mia mano nella sua iniziando a camminare.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora