CAPITOLO VENTIDUE

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"Ti fidi di me?" mi volto immediatamente presa alla sprovvista da questa sua domanda.
"Credo di si, non ti conosco molto bene al di fuori di quello che sanno tutti, però credo di fidarmi." Sono confusa e nervosa per il discorso che stiamo affrontando non sapendo dove voglia andare a parare, non voglio che pensi che sono una ragazzina spaventata da una semplice conversazione, ma non so davvero cosa vuole intendere e soprattutto non so nè cosa dire nè tanto meno come comportarmi.
"Saliresti in macchina con me per circa un'ora e mezzo? Voglio portarti in un posto, sono sicuro che ti piacerà molto." Una scossa di adrenalina mi percorre tutto il corpo, certo che voglio salire in macchina con lui, starei con lui ore ed ore fregandomene del luogo, può essere anche una stupida auto o qualsiasi altro posto lui voglia, a me basta la sua presenza, la sua voce e il suo profumo, come fa a non capirlo? Vorrei tanto sapere dove si trova questo posto che tanto mi potrebbe piacere ma sono quasi sicura che non me lo direbbe fino al nostro arrivo.
"Andiamo Bernabei!" Gli faccio l'occhiolino e dopo avergli dato un leggero schiaffo sul petto gli prendo la mano dirigendolo verso l'uscita del parco. Lo sento ridere dietro di me e prima che possa fare un passo per poter finalmente uscire dal parco, la sua mano stringe più forte la mia e con un delicato scossone mi fa girare verso di lui facendomi quasi andare a sbattere contro il suo petto. Metto le mani avanti poggiandole sui suoi addominali e prima che io possa alzare il viso verso di lui mi prende il mento fra le mani e lentamente mi fa girare il viso facendo combaciare la sua bocca con il mio orecchio.
"Non chiamarmi per cognome piccola" un brivido mi corre lungo la schiena e prima che possa rendermene conto la sua bocca è già lontana dal mio orecchio e la sua mano è di nuovo intrecciata alla mia. Stavolta è lui che mi guida fuori dal parco, io sono ancora semi immobile cercando di riprendermi da quel contatto creato da lui pochi istanti prima, non so cosa gli scatena essere chiamato per cognome, ma se ogni volta i risultati saranno questi, dovrò ricordarmi di farlo più spesso. Saliamo a bordo di un auto nera e mentre gira le chiavi per metterla in moto mi domando se sia sua. È una macchina davvero bella, sedili in pelle scuri, spaziosa e pulita, mentre mi guardo intorno ammirando tutti i dettagli penso che una macchina del genere io potrò permetterla quando le altre persone andranno in giro con un'astronave.
"Partiamo? Non sarai a casa prima di questa notte, se avevi altri impegni posso riportati in hotel prima del tempo" alza un sopracciglio girando lo sguardo verso di me ed averlo così vicino mi fa sempre un certo effetto, credo che nonostante questi ultimi giorni siamo stati quasi a stretto contatto, io non mi abituerò mai alla sua presenza, alla sua voce e ai suoi occhi su di me. Mi sembra tutto così bello e irreale che ho paura che possa svanire in pochi secondi. Mentre sto per rispondergli che può tranquillamente portarmi a casa quando meglio crede, mi ricordo dell impegno preso da Martina per la nostra ultima serata qui. Non posso darle buca, non riuscirei a farla restare da sola in camera l'ultima sera a Milano e non so davvero come uscirne perché l'idea di passare tutto il pomeriggio e la sera con Alessio mi rende tanto felice ed emozionata.
"Se non ti va puoi tranquillamente dirmelo, possiamo fare una passeggiata e rientrare prima di cena." Deve aver visto l'incertezza sul mio viso per avermi detto così, ci ho messo davvero tanto tempo per rispondere e il mio cipiglio sul viso e il mio fissare costantemente la pelle del sedile devono aver dato l'effetto opposto a quello che in realtà ho dentro di me.
"No no a me va benissimo, scusami se così non è sembrato, davvero, è solo che dovrei chiamare Martina per avvisarla di un cambio di programma visto che questa sera aveva organizzato qualcosa per la nostra ultima notte qui, stavo solo pensando ad un modo per non lasciarla sola." Cerco di dire tutto il più veloce possibile per cercare di recuperare almeno un po' le incomprensioni che avevo creato prima con il mio silenzio, ma in risposta mi trovo un Alessio sorridente che si sta avvicinando sempre più al mio corpo, tanto che di istinto mi ritrovo ad indietreggiare fino a toccare con le mie spalle lo sportello dell'auto.
"Non sarà sola piccoletta, sapevo già tutto di questa serata e avrà anche lei qualcuno a farle compagnia." Sento la temperatura del mio corpo alzarsi pericolosamente, non è la prima volta che siamo così vicini, non è nemmeno la prima volta che mi sussurra qualcosa a bassa voce, una parte di me sente la voglia di allontanarsi ancora di più da lui, ma un'altra parte vorrebbe annullare quella distanza che sto imponendo fra noi e baciarlo come la sera precedente.
"Chi le farà compagnia? Non conosce nessuno a Milano!" Cerco di far spazio nella mia mente e provare ad avere una conversazione più o meno normale, senza fargli capire il mio stato d'animo.
"Benjamin non aveva molto da fare oggi, quindi mi ha chiesto dove alloggiavate" risponde semplicemente alzando le spalle e io per poco non mi affogo con il mio stesso respiro. Ma questi due si stanno divertendo a prenderci in giro perché sanno che gli corriamo letteralmente dietro, oppure vogliono seriamente passare del tempo con noi? Abbasso semplicemente la testa verso le mie mani e annuisco, non voglio dirgli cosa penso, anche perché potrebbe essere semplicemente una delle mie fisse mentali, se avrò altre occasioni glie ne parlerò, oggi è l'ultimo giorno qui e non ho la minima idea di quando potrò ancora rivederlo.
"Allora parti, voglio vedere dove hai intenzione di portarmi!" Mi volto verso di lui e scacciando i miei pensieri mi godo il suo sorriso e le emozioni che esso mi provoca.
Non conosco niente di questa città, infatti dopo più di un'ora che stiamo viaggiando ancora non riesco a riconoscere un piccolo particolare che possa essere un indizio per capire dove siamo diretti.
"Fra poco lo vedrai, manca poco più mezz'ora. È il mio posto preferito quando sono a Milano, ci vengo spesso quando sono stressato, incazzato o semplicemente voglio rilassarmi e scrivere qualche nuovo pezzo. Ho pensato potesse piacerti e mi sarebbe piaciuto condividere una giornata insieme a te, spero non ne rimarrai delusa."
"Non rimarrò delusa, se per te ha un potere così forte e significa così tanto deve essere sicuramente un posto bellissimo." Gira lo sguardo verso di me incatenando i suoi occhi ai miei, sento la sua mano poggiarsi sulla mia coscia e leggermente muove il pollice per accarezzarmi. Sto per mettere la mia mano sopra la sua, ma dopo poco tempo fa passare la mano dalla coscia alla mia guancia accarezzandola lentamente.
"Se ti volti potrai vederlo, pochi minuti e scenderemo dall'auto." Mi volto appena le parole lasciano la sua bocca per trovarmi davanti una lunga strada con attorno dei verdi alberi, cerco di sporgermi più in là per scorgere quello che non riesco a vedere a causa di questa auto troppo bassa e degli alberi che mi coprono quasi totalmente la visuale.
"È un mare Irene, non c'è bisogno che ti alzi in piedi sopra i sedili della mia auto, dietro gli alberi c'è il mare!" Tiene la testa fissa sulla strada, ma lo vedo trattenersi dalle risate, gira leggermente la testa verso di me e scoppia definitivamente a ridere.
"Ehi! Non riuscivo a vedere, questa auto è bassa!" Cerco di difendermi dalle sue risate, in fondo ho ragione io, non avevo altra scelta per riuscire a vedere cosa c'era al di là di quegli alberi.
"L'auto è bassa, tu sei ancora più bassa dell'auto e da lontano senza occhiali non vedi nemmeno un edificio a sei piani."
"E tu come fai a sapere che non vedo da lontano?"
"Mi sottovaluti piccoletta, non solo tu sai tutto di me." Si gira facendomi l'occhiolino e parcheggiata la macchina si slaccia la cintura di sicurezza e mi invita a scendere dalla macchina. Questo posto è davvero fantastico, capisco pienamente perché lui viene sempre qui quando ha bisogno di staccare da tutto, trasmette tranquillità, pace e un senso di benessere che era da un po' che non provavo. Ci avviciniamo alla ringhiera che si affaccia sul mare e la vista da qui è ancora più bella.
"Allora ti piace?" Mi chiede tenendo lo sguardo fisso davanti a se continuando ad ammirare la vista che viene offerta da questo bellissimo paesaggio.
"È stupendo, non è passato molto tempo da quando sono andata al mare ma questo è tutta un'altra cosa".
"Questo non è ancora niente, vieni con me, ti faccio vedere il mio angolo preferito." Allaccia la sua mano alla mia e dopo poco tempo arriviamo ad un sentiero in discesa che costeggia la spiaggia. Scendiamo ancora un po' fino ad arrivare a due passi dal mare, guardo Alessio e gli sorrido leggermente, lascio la sua mano e lentamente mi dirigo verso quell'acqua cristallina immergendo la mia mano all'interno. Sobbalzo immediatamente per la temperatura, maledicendomi mentalmente per non aver pensato di essere ad ottobre e che l'acqua di sicuro non poteva avere una temperatura gradevole.
"È fredda!" Dico rivolgendomi ad Alessio che mi guarda ridendo intanto che stende i due teli in terra.
"È ottobre Ire, l'acqua non può essere che fredda, non ti ho portato qui per fare il bagno comunque." Continua a sorridere mentre non stacca un secondo gli occhi da me, mi fa un cenno di andare verso di lui e lentamente mi siedo sul telo di fianco a lui.
"Grazie Ale, sono felice" e mentre lo dico lo penso davvero, vorrei fosse così ogni volta io vorrei.
"Grazie a te che hai accettato di passare l'ultima sera con me." Appoggio delicatamente la mia testa sulla sua spalla e chiudo leggermente gli occhi facendomi cullare dal rumore del mare.
"Stenditi, se non vuoi andartene subito."
"Non voglio andarmene, sto bene qui."
Mi stendo e mi trovo il viso di Alessio a pochi centimetri dal mio viso, restiamo a parlare un po' senza spostarci, parliamo dei suoi progetti futuri, del mio imminente ritorno a scuola e delle esperienze vissute con persone più o meno importanti.
"Quindi questo Federico ti piace?" Non so perché ma a parlare di queste cose con Alessio mi rende impacciata.
"Non lo so Ale, si mi piace, solo che non mi tratta poi così bene! È il solito ragazzo fighetto, il più corteggiato della scuola, presuntuoso perché tutte gli stanno dietro. È il migliore amico di mio fratello quindi lo conosco bene, però non capisco se davvero gli piaccio o ci prova con me solo per rimediarci qualcosa. A volte mi parla, mi fa i complimenti, mi prende la mano, invece a volte nemmeno mi considera e mi tratta male. Non sà nemmeno lui cosa vuole figurati io!"
"Io non posso dirti quello che devi fare perché non sono nessuno, devi fare quello che ti dice il tuo cuore. Però Irene non permettere a nessuno di trattarti male perché nessuno ne ha il diritto. Non fermarti davanti al suo aspetto fisico, fermati a quello che davvero ha dentro, perché è con quella parte che dovrai convivere sempre." Ha ragione, io non voglio essere trattata male, non so perché a lui lo permetto. Mi avvicino poggiando la testa sul suo petto e la combinazione fra il suo braccio che mi stringe ancora più vicino a lui, i suoi dolci baci sulla mia fronte fino a scendere delicatamente sulla mia mascella e infine sulle mie labbra e il rumore delle onde del mare a pochi centimetri da noi rende questo ultimo giorno di libertà ancora più bello di tutta questa settimana passata in questo meraviglioso posto.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora