CAPITOLO VENTICINQUE

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Mi sveglio controvoglia a causa di qualcosa che mi sfiora la guancia, mi volto leggermente portandomi una mano sul viso e realizzo immediatamente dove, ma soprattutto con chi sono. Non ho davvero idea come sia la mia faccia di prima mattina, ma appena questo pensiero mi sfiora la mente sento la mano di Alessio stringere la mia e portarsela dietro il suo collo facendomi girare verso di lui. È bellissimo anche la mattina appena sveglio, con i capelli disordinati e gli occhi assonnati, lo stringo di più a me e gli lascio un piccolo bacio sulla guancia.
" Ho dormito benissimo stanotte, anche con i tuoi calci." Sorride stringendomi a se e una sensazione di benessere e pace mi avvolge, facendomi pensare che vorrei svegliarmi così tutte le mattine.
"Dobbiamo alzarci per forza?" Resterei a letto con lui per tutto il giorno, non voglio alzarmi, soprattutto sapendo che dovrò preparare lo zaino e tornare a casa, ma prima dovrò recuperare Martina.
"Sono solo le sei e mezza, non è tardi, a che ora avete il treno?" Domanda restando nella stessa posizione e lasciandomi un bacio sulla fronte.
"Alle 12:20, sia io che Martina, però prendiamo due treni diversi perché lei arriva fino Bologna con la Freccia rossa senza fare nessun cambio, invece io devo scendere a Firenze, salire su un altro treno e verso le cinque sono alla stazione di Assisi, speriamo che mio fratello possa venire a prendermi sennò devo tornare con l'autobus fino la fermata dei pullman e farmi più di un quarto d'ora di strada a piedi." Mia madre sarà sicuramente al lavoro, anche se non lo fosse se gli chiedessi di venirmi a prendere alla stazione mi chiuderebbe il telefono in faccia dopo avermi elencato le cose che deve ancora fare, cose inutili che alla fine sicuramente non farà.
"Scusami ma, ti preoccupa fare un quarto d'ora di strada a piedi dopo tutte le ore di fila che ti fai ai miei instore o alle notti che passi sopra un asciugamano a terra?" Si sistema tirandosi su dal letto sorreggendosi sui gomiti e mi rivolge uno sguardo incredulo. Vorrei dirgli che in quei momenti potrei anche starci in doppio delle ore, soffrendo il caldo, la pioggia e la stanchezza, con la consapevolezza che una volta che sarà davanti ai miei occhi magicamente sparirà tutto.
"È una cosa diversa Ale." Gli lascio un leggero bacio sulla mascella e decido di tirarmi giù dal letto, non dovrei metterci tanto a prepararmi, ma prima vorrei sapere dove diavolo è andata a finire quella pazza, non so nemmeno dove ha dormito stanotte.
"Dove vai?" Alessio si tira totalmente su dal letto, stirandosi e stropicciandosi gli occhi ancora reduci dal sonno.
"Prima a farmi la doccia e vestirmi, poi a mettere a posto le cose che sono in giro per la stanza e poi credo che dovrò chiamare Martina, non so nemmeno dove sia e soprattutto con chi." Vedo la bocca di Alessio muoversi in un sorriso e la sua espressione diventare improvvisamente divertita e maliziosa. Ho paura di domandargli il motivo della sua reazione, non vorrei si fosse cacciata in uno dei suoi classici disastri o abbia messo in pratica una delle sue tante idee che ogni istante le ronzano per la testa.
"Posso sapere il motivo di questo sorriso da ebete?" Mi fermo e mi rivolgo verso di lui stando attento a quello che sta per dirmi.
"Come ho il sorriso io?" Lo vedo avvicinarsi sempre di più a me, fino a ritrovarmi a pancia in su sdraiata nel letto con le sue braccia che mi circondano la schiena, non so nemmeno come ho fatto ad arrivarci, ma il suo respiro a pochi centimetri dal mio viso e i suoi capelli che toccano la mia fronte sono abbastanza per mandarmi completamente il cervello in tilt.
"Da ebete!" Cerco di sembrare sicura e disinvolta, ma credo che gli occhi mi stiano tradendo.
"Io invece vorrei che non tornassi oggi." Lo sento sussurrare a pochi millimetri dal mio orecchio e un brivido mi percorre tutta la spina dorsale, lo tiro leggermente più vicino a me e la combinazione fra i nostri corpi è una sensazione stupenda, le sue labbra sono vicinissime alle mie e non riesco a resistere alla tentazione di sentire di nuovo il suo sapore. La sua lingua entra immediatamente a contatto con la mia, sento il suo braccio tenere saldamente la mia coscia e la sua mano accarezzare dolcemente il mio viso.
"Non sarà mai più così le prossime volte che ti vedrò." Continua ad accarezzarmi senza spostarsi da me, vorrei tornare a baciarlo, stringerlo e sentire il suo corpo attaccato al mio.
"Lo so Ire." Mi alzo da sotto di lui, gli lascio un piccolo bacio sul naso e vado in bagno dove inizio a prepararmi per andarmene da Milano e da questi giorni passati qui. L'orologio segna pochi minuti in più delle sette e mezzo, dovrei farcela con calma e mentre esco dalla doccia mi ricordo di Martina, alla fine non ho più chiesto ad Alessio dove sia finita. Una volta vestita esco dal bagno e lo vedo sdraiato sul letto con il cellulare in mano.
"Martina ti aspetta di sotto al bar, mi ha chiesto Benjamin se deve aspettarci per fare colazione." Sbarro gli occhi cercando di elaborare quello che ha appena detto, Martina ha passato la notte con Benjamin o si sono incontrati al bar solo stamattina? Il mio cervello mi dice che la prima ipotesi è quella più probabile e inizio a pensare se Alessio abbia raccontato a Benjamin quello che è successo stanotte, oppure vuole tenerlo nascosto per non rivelare di avermi baciata e di aver dormito insieme.
"Tu come preferisci? Se ti scoccia intanto scendo, tu fai con calma e quando hai finito te ne vai." Spero non mi risponda che in fondo non è successo niente fra noi e non ci sia bisogno di stare insieme anche a colazione, ma quando scende dal letto, mi viene accanto e mi accarezza lentamente sento un peso scendere velocemente dal mio corpo.
"Non hai nulla che possa farmi vergognare di te, gli ho già risposto che fra dieci minuti saremo al bar". Mi bacia velocemente sulle labbra ed entra in bagno prima che possa rendermi conto di ciò che ha appena detto e fatto. Dopo esattamente dieci minuti siamo nell'ascensore per andare a fare colazione e quando le porte si aprono la voce e il corpo di Martina mi assalgono come una furia.
"Irenina! Come stai?" La guardo sbalordita cercando di capire il motivo della sua felicità alle otto del mattino, ma quando vedo Benjamin dietro di lei con un dolce sorriso dipinto sul viso capisco immediatamente.
"Sicuramente stai meglio tu." Le rivolgo un sorriso malizioso, guadagnandomi in risposta un leggero pugno su un fianco e una delle sue smorfie. La colazione scorre benissimo, fra risate, battute e chiacchiere sul nostro ritorno, una volta finito salutiamo i due ragazzi ringraziandoli di tutto e ci dirigiamo in camera per prendere i nostri zaini.
"Benjamin è fantastico, è stupendo e io credo sempre di più che è il ragazzo perfetto." Sorrido notando la sua espressione sognante e non posso fare a meno di abbracciarla.
"E Alessio? Com'è?" Cerco di scorgere un briciolo di malizia e divertimento nel suo sguardo, ma i suoi occhi sono semplicemente sinceri.
"È un sogno, è davvero un sogno Marti."
E mentre chiudiamo definitivamente la porta della nostra stanza, ci prepariamo ad abbandonare per sempre questo sogno per tornare alla nostra realtà.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora