CAPITOLO SEI

131 9 0
                                    

"Che ore sono?" chiedo per l'ennesima volta a Martina, credo che da un momento all'altro mi arriverà qualcosa in testa dato che nell'ultima ora le ho rivolto questa domanda più di dieci volte; inizio a sentire l'ansia crescere, le gambe tremanti e inizio a sentire caldo, mi guardo in giro e vedo tutte le altre ragazze con indosso o felpe o magliette a maniche lunghe e mi chiedo come fanno a non avere la tentazione di togliersi tutti i vestiti per ricevere un po' d'aria.
"Le una, prima era mezzogiorno e cinquanta ed ora sono le una, hai per caso intenzione di continuare a chiedermi l'orario una volta ogni dieci minuti da qui alle quattro?" dice mentre sistema il mio giacchetto e il suo sopra la transenna. Sembra un venditore ambulante, ha sulle spalle il mio zaino e la sua borsa, sulle mani la sua felpa, il mio giacchetto e il suo e più la guardo più sono convinta che da un momento all'altro cadrà in terra con tutti gli abiti e accessori addosso.
"Cos hai da ridere?"
"Nulla nulla, ti sto solo guardando, sembri un venditore ambulante" rido indicando tutta la roba che ha addosso.
"E tu hai per caso qualche idea di chi siano tutte queste cose?" apre il mio zaino mostrandomi tutto quello che avevo messo all'interno e devo dire che ha ragione, ho messo anche cose che non servivano a niente ma nel caso fosse successo qualcosa avevo tutto il necessario con me. Le persone intorno a me cominciano ad urlare, l'uomo che prima era al mixer per condividere con noi qualche canzone è salito sopra il palco tenendo in mano un microfono, con il quale sta annunciando l'arrivo dell'artista fra precisamente dieci secondi: non sono psicologicamente pronta per nulla, non sono pronta a salire su quel palco per prima e non sono pronta nemmeno a vederlo a due centimetri dal mio viso. Faccio appena in tempo a chiedere ad un gruppo di ragazze dietro di me se cortesemente possono salire prima di me e quando approvano entusiaste la mia richiesta tolgo la felpa e la lancio a Martina, non mi importa di come sono vestite le altre, io sento un caldo assurdo e sicuramente non posso arrivare sul palco che puzzo. Vedo la ragazza davanti a me entrare e cerco di non cedere alla tentazione di chiedere ancora ad altre persone di passarmi davanti, decido di smetterla di comportarmi da bambina e appena arrivo al primo gradino consegno il cd ad un uomo alto e robusto, il quale lo passa ad Alessio. In questo momento i suoi occhi sono fissi su di me e i miei su di lui, avanzo ancora spinta dall'uomo che mi ha appena preso il cd e finalmente sono davanti a lui, un sorriso enorme spunta sul mio viso appena mi riconosce e mi stringe forte a se. Sento la sua barba punzecchiare leggermente il mio viso e il suo profumo entrarmi nel naso, non vorrei più staccarmi e vorrei dirgli tante di quelle cose che non basterebbe un'intera ora per finirle, un debole "bene grazie, tu come stai?" mi esce dalle labbra e credo di stare bene come non sono stata da due mesi a questa parte.
"Grazie davvero per esserci sempre, ci vediamo alla prossima" alza gli occhi su si me, mi rivolge un sorriso e mi accorgo che la mia mano è stretta nella sua, decido di provarci, ora o mai più.
"Posso per favore abbracciarti di nuovo?" apre la braccia e appena mi stringe raggiungo il suo orecchio "sono stati i trenta secondi, dopo due mesi, nei quali mi sono sentita davvero felice e a posto con il mondo" sento le guance diventare sempre più rosse e quando riprendo il cd dalle sue mani sento sfiorarmi il braccio fino che non raggiungo le scale per scendere. Rimango immobile per dieci secondi abbondanti senza nè parlare nè pensare, nella mia mente ho un casino tremendo che parte con l'immagine della mia mano stretta nella sua e termina con la sua mano che sfiorava il mio braccio.
"Vi ho fatto il video, non immagini che belli eravate, lui ti ha riconosciuta Ire! Ti ha riconosciuta dal momento che hai dato il cd all'uomo vestito di nero, il suo sguardo quando ti ha visto salire le scale era troppo bello, era come se aspettasse solo il momento per abbracciarti di nuovo" stava parlando a raffica senza riprendere fiato e io ancora non ero riuscita a tranquillizzarmi totalmente e a respirare in modo corretto.
"Non so cosa dire Marti, sono tanto felice ma allo stesso tempo non ho capito niente di lui, del suo sguardo e tutte quelle cose ora stai dicendo tu, so solo che sono felice, sono completamente in pace con me stessa e posso dire di stare veramente bene". Usciamo fuori e appena si apre la porta scorrevole benedico l'aria che mi sta arrivando addosso, prendo una sigaretta dal mio zaino e appena l'accendo inizio ad aspirare, devo smettere di fumare, se continuerò così il fumo mi farà del male.
"Tranquillizzati un attimo, se non vuoi vedere subito il video non lo fare, ma ascolta quello che ti stavo dicendo prima: appena hai dato il cd all'uomo in camicia e giacca Alessio ti ha subito riconosciuta e si è girato con la seggiola verso di te, ha iniziato a sorridere prima che tu salissi sul palco e mentre parlavate ha stretto la tua mano nella sua; eravate veramente belli e quando l'hai abbracciato di nuovo gli hai sussurrato qualcosa all'orecchio, a mano a mano che tu parlavi lui sorrideva e quando ti sei staccata da lui per riprendere il cd e scendere sei arrossita. È stato troppo carino a prenderti il braccio e non lasciartelo fino che non eri arrivata alle scale". Martina parlava e io rivivevo la scena guidata dalle sue parole, non so se comprerò un altro cd per rifare la fila, in questo momento non desidero altro di quello che già ho.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora