CAPITOLO VENTI

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Stiamo ancora camminando mano nella mano come quando siamo partiti dall'hotel, voglio togliere la mia mano dalla sua per paura che qualcuno lo riconoscesse, ma non sembra darle fastidio e non accenna nemmeno a guardarsi intorno nel caso ci fosse qualcuno guardarci o sospettare chi sia. Questa cosa mi rilassa leggermente e continuiamo a parlare per tutto il tragitto fino al ristorante, riguardo a questo mi sento un po' in ansia, non mi ha voluto dire in quale posto ci stiamo dirigendo, nè cosa ha intenzione di fare dopo cena, mi sto preoccupando del fatto che forse non vuole dirmelo per paura ed incertezza di come andrà il tempo della cena, i nostri sguardi, le nostre parole o i nostri momenti di silenzio e imbarazzo. Fin'ora l'unico momento imbarazzante fra di noi è stato quando lui ha provato a baciarmi ed io sono scappata come una ragazzina, costringo la mia mente ad accantonare questo pensiero e godermi questo momento con Alessio, è una bellissima serata e non voglio pensare a niente che possa contrastare il nostro stare insieme, come ha detto lui, questa sera sono solo con lui. Parliamo di tutto e mi sembra così naturale farlo, così naturale stare qui stasera mano nella mano con lui che non vorrei essere in nessun altro posto. Non mi accorgo di quanto abbiamo camminato fino che Alessio si ferma davanti ad una struttura non molto grande, illuminata all'esterno con delle piccole luci gialle ed una siepe verde arrampicata su dei pali in legno. È un locale davvero carino, sembra intimo e accogliente e riesco a scorgere all'interno i piccoli tavoli occupati da persone intenti a mangiare e parlare fra loro. Alessio mi guarda forse in cerca di qualche mio cenno di rifiuto o approvazione e inizio a pensare da quanto tempo sto fissando il ristorante senza più parlare o guardarlo.
"Se non ti piace possiamo andare da un'altra parte senza problemi, dammi solo un minuto per entrare e disdire il nostro tavolo." Inizia a camminare verso il ristorante strecciando le nostre mani e io quasi cado per cercare di fermarlo.
"No no Ale, è davvero bellissimo come ristorante, mi sono semplicemente persa ad ammirare ogni dettaglio, mi piace un sacco come lo hanno addobbato, come hanno disposto le luci e le piante sia all'interno che all'esterno."
"Sei sicura? Non devi farti problemi, se preferisci un altro tipo di locale e di cibo possiamo andare dove vuoi, per me non è un problema." Mi rilasso leggermente quando lo vedo fermarsi e riportare le nostre mani unite. Non voglio fare disastri adesso, non questa sera.
"Dico davvero Ale, non preferirei nessun altro posto all'infuori di questo, è davvero bellissimo, lo stavo solo guardando, non sono mai stata in un posto così per cenare, nemmeno in una cerimonia, grazie davvero, mi sembra tutto così irreale." L'unico ristorante rinomato nel quale sono stata è un resort poco lontano da Assisi al matrimonio di mia cugina, quel giorno sembravamo essere tutti dei finti ricchi che facevano finta di aver consapevolezza delle cose squisite che il cameriere posava nei nostri piatti ogni portata, in realtà eravamo tutte persone che se dovevamo andare a cena fuori una sera optavamo per il ristorante più economico della zona, l'importante era che si mangiasse la pizza.
"Grazie a te." Alessio mi riporta alla realtà dandomi un bacio sulla guancia e guidandomi con gentilezza all'interno del bellissimo ristorante. Un uomo di mezza età vestito con un completo elegante munito anche di cravatta al collo ci accoglie appena entriamo e dopo aver scambiato due parole con Alessio, il quale gli dice il suo nome e la prenotazione fatta il giorno stesso, ci guida elegantemente al nostro tavolo con in mano due menù dei loro piatti. Ha prenotato un tavolo all'interno di due colonne con intorno una finta siepe verde sopra una piccola rampa di tre gradini, al centro del tavolo c'è una candela bianca poggiata su un fiore aperto e quando mi siedo noto che il tavolo è difronte la vetrata posteriore del ristorante, dalla quale si può ammirare un'enorme giardino, una piscina con in mezzo una fontana e vari fiori piantati qua e la.
"È davvero bellissimo qui, non avevo mai cenato con una vista del genere."
"È il punto più bello del ristorante e volevo fartelo vedere, il tempo non permetteva di cenare all'aperto quindi ho chiesto se cortesemente potevano riservarmi questo tavolo." Sembra quasi imbarazzato mentre mi guarda di sfuggita per poi posare gli occhi sul panorama davanti a noi. Penso quanto possa significare un gesto simile per lui, se l'avrebbe fatto a qualsiasi altra ragazza per fare colpo o se l'ha fatto semplicemente perché gli faceva piacere farlo a me. Ordiniamo il nostro cibo e quando abbiamo finito di mangiare restiamo un po' di tempo seduti al tavolo a parlare e a scherzare, è tutto così naturale con lui, sembra così giusto e così perfetto essere qui con lui stasera, in un posto bellissimo a cenare solo io e lui.
"Volevo portarti in un altro posto, ma forse dobbiamo rimandare ad un altro giorno visto che è quasi mezzanotte." Mi accorgo di non aver indossato il mio orologio bianco e di non aver mai tirato fuori il cellulare dalla borsa, non ho sentito il bisogno né di guardare l'orologio nè il mio cellulare.
"Si hai ragione, grazie ancora per stasera, sono stata benissimo e il tempo insieme a te è volato."
"Grazie a te, sono stato molto bene anch'io." Dopo un po' di sorrisi e sguardi imbarazzati ci alziamo e usciamo dal ristorante, appena fuori mi blocco immediatamente e mi giro verso Alessio.
"Alessio dove stiamo andando? Non abbiamo pagato!" Lo vedo ridere e avvolgere il suo braccio intorno le mie spalle.
"Era già tutto pagato Irene, andiamo."
Mentre camminiamo verso l'hotel mi dice quando ha conosciuto quel ristorante e come dalla prima volta che ha mangiato lì non ne ha più fatto a meno. Arriviamo troppo presto sotto il mio hotel e ricordo quante volte negli ultimi giorni ci siamo trovati difronte l'ingresso di questo albergo. Alza gli occhi verso la grande ed alta struttura che si erge difronte a noi facendo lentamente giungere gli occhi verso di me.
"Sono stato molto bene, grazie per aver accettato ad uscire insieme a me."
"Grazie a te, sono stata benissimo anch'io." Odio questo momento, siamo uno difronte all'altra e nessuno dei due proferisce parola. Lui si guarda le scarpe picchiettando a volte la sua mano sinistra sui suoi pantaloni neri e io mi sto sentendo una completa idiota. Non so cosa mi aspettassi sinceramente, non speravo di certo mi abbracciasse forte o mi dicesse frasi dolci, ma nemmeno che evitasse completamente il mio sguardo.
Inizio a sentirmi a disagio e in questa situazione non voglio starci un minuto in più.
"Buonanotte Alessio, grazie ancora, spero di rivederti presto in uno dei tuoi prossimi concerti o instore." Gli rivolgo un sorriso sincero e lo vedo riportare finalmente gli occhi nei miei. Sembra combattuto, come se non fosse soddisfatto di qualcosa, quasi stranito e spero con tutta me stessa che il suo stato d'animo non sia per la serata che ha appena trascorso con me.
"Ti aspetto lì allora, buonanotte Irene, grazie a te." Mi lascia la mano e riporta i suoi occhi verso il basso. Sento affiorare un po' di delusione per il suo improvviso distacco da me, ma faccio finta di niente e mi avvio verso la porta dell'hotel.
"Aspetta!" Mi giro immediatamente e trovo il viso di Alessio a pochi centimetri dal mio.
"So che domani te ne vai, posso salutarti con un abbraccio?" Mi rilasso di colpo e annuendo mi tuffo fra le sue braccia. Per me le sue braccia sono e saranno sempre la mia casa nonostante io sia a chilometri di distanza dal mio paese, la pace, il totale benessere e il mio rifugio.
Sento la sua presa farsi più forte e stringermi a lui con entrambe le braccia poggiate sulla parte bassa della mia schiena. Quando ci stacchiamo accenna ad allontanarsi, ma i suoi occhi sono così fissi nei miei che non riesco a capire cosa dovrei fare o come dovrei muovermi.
"Qualcosa non va?" Mi azzardo lentamente a chiedergli sperando di non peggiorare ulteriormente la situazione.
"È tutto così assurdo, sbagliato e dannatamente fuori ogni schema possibile e immaginabile. Non posso, non posso e basta." Tiene ancora le braccia saldate a me, le parole escono dalla sua bocca come un sussurro e i suoi occhi setacciano velocemente lo spazio fra le mie labbra e i miei occhi. Sto iniziando ad agitarmi e il cuore sta decisamente battendo troppo forte rispetto quanto dovrebbe.
"Non devi fare niente, non sarà niente fuori luogo o sbagliato, abbiamo passato semplicemente una serata insieme, io sono stata benissimo e abbiamo parlato come avrebbero parlato due normali persone uscite fuori a cena. Ci siamo dati la buonanotte e salutati con un abbraccio sperando di rivederci presto, non c'è stato niente di assurdo. Andiamo entrambi a dormire, ti va?" Cerco di apparire decisa nel pronunciare le mie parole, ma credo di fallire miseramente considerando il tono di voce per niente sicuro e forte.
"Si, andiamo a letto." Sento le sue braccia allontanarsi dalla mia schiena e piano piano i suoi occhi tornare sul mio hotel. Gli rivolgo un ultimo sorriso per poi girarmi definitivamente pronta a varcare la porta scorrevole, ma vengo bloccata contro il muro laterale all'hotel da delle braccia poggiate ai lati della mia testa e un corpo incombente sul mio.
"Oh, fanculo tutto!" Sento Alessio muoversi velocemente dietro di me e prima che possa rendermi conto di stare con le spalle al muro sento le sue labbra sulle mie. Una mano mi avvolge la guancia lasciandomi brevi e piccole carezze, le sue labbra continuano ad essere ferme sulle mie e prima di ragionare cosa sia giusto fare mi ritrovo a ricambiare il bacio e abbracciarlo forte per tirarlo ancora di più vicino a me. Il suo profumo, il suo sapore e le sue labbra sono in assoluto la combinazione più bella che io abbia anche solo immaginato. Si stacca da me, mette entrambe le sue mani sulle mie guance, salendo lentamente fino a stamparmi un bacio sulla fronte.
"Ma.. e adesso?"
"E adesso non mi interessa di niente, nè che domani sarà il tuo ultimo giorno qui, nè che tornerai a scuola ed io alla mia vita, nè che non so quando ci vedremo ancora. Io stasera l'avevo detto a me stesso, non mi sarebbe importato chi fossi stato io, quale fosse stata la tua età e se ti avessi rivista. Io stasera sarei stato solo con te".

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora