CAPITOLO CINQUE

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"Marti ti prego non so cosa mettermi, ieri ci siamo dimenticate di comprare qualcosa per oggi" dico mentre continuo a mettere a soqquadro l'armadio e scuotendo la mia amica che sembra non avere nessun pensiero, dal momento che non si muove dalla sua posizione di un centimetro. Continuo per un paio di minuti ad osservare i miei vestiti non riuscendo a trovare niente di convincente, i jeans per fare la fila tutto il giorno senza fare pipì non sono l'ideale, i leggins sono troppo scontati e banali e non voglio mettermi una maglietta qualsiasi che non si abbini con i pantaloni: una vocina si fa spazio nella mia testa dicendomi che qualsiasi tipo di abbigliamento io decida di mettere Alessio non ci farà nemmeno caso visto che mi vedrà per trenta secondi scarsi. Dopo aver tolto tutti i vestiti dall'armadio mi metto seduta sul letto con la testa fra le mani, sento qualcosa muoversi dietro di me e una mano poggiarsi sulla mia spalla.
"Che ne dici di mettere la maglietta nera a mezze maniche con la scritta #CHEGRA, i pantaloni di jeans strappati e una felpa pesante?"
"Ma con i jeans mi scappa la pipì! E poi non voglio mettere molte cose sopra, lascerò il giacchetto in hotel altrimenti quando salirò per abbracciarlo non sentirò le sue mani su di me".
"Irene non dovrete scopare sopra il palco, le sue mani su di te non le sentirai nemmeno con la felpa! Dai ci penso io, ti aiuterò a sentire pienamente le sue mani su di te" dice sbuffando ed alzandosi dal letto. Inizio a pensare che forse non ha torto, l'abbraccio non durerà più di 5 secondi e tutto questi dubbi e incertezze non servono proprio a nulla.
"Irene ma stai scherzando? Sono le cinque del mattino e l'instore ci sarà alle 16:00" si rimette seduta sul letto strofinandosi gli occhi, la vedo poi rialzarsi e rovistare fra i capi che avevo tirato fuori prendendo un paio di pantaloni grigi che avevo scartato perché addosso mi stanno da schifo e una felpa bianca con su scritto noi siamo infinito.
"Questi sono perfetti, sono i pantaloni che avevi indosso il giorno in cui ci siamo conosciute ed erano stupendi".
"Quei pantaloni stupendi, come li hai rinominati tu, addosso a me fanno schifo perché mi fanno il culo il doppio di quello che già ho" dico togliendoglieli dalle sue mani e girandoli tra le mie, forse non sbaglia, sono gli unici decenti fra tutti e in fondo al mio sedere nemmeno ci farà caso.
"Zitta che sono perfetti e poi ai ragazzi il culo grosso piace, gli fa aprire l'immaginazione e chissà se funzionerà lo stesso anche con il tuo Berna" finisce la frase battendo in aria le mani e guardandomi con sguardo malizioso. Rimango a fissarla un istante per capire se a quello che ha appena detto ci crede sul serio e la conferma la trovo nel suo sorriso, cerco di isolare le sue stupidate e decido di misurare quei pantaloni, magari in questi mesi mi sono dimagrita ma appena questo pensiero fa largo nella mia testa mi tornano in mente le quintalate di pizza che negli ultimi fine settimana mi sono ingerita.
"Vedi? Sono perfetti! Adesso togliti tutto, vai a farti una bella doccia, truccati un po' e immergiti dentro il profumo che fra precisamente un'ora dobbiamo uscire, devi assolutamente essere una delle prime altrimenti non ce la farai a fare un'altra volta la fila" dice mentre mi spinge nel bagno chiudendo la porta. Dovrei essere io ad uscire ed essere pronta per l'instore visto che lei oggi non farà assolutamente niente se non godersi l'aria di Milano in assoluta tranquillità e libertà.
"Perché sei vestita, truccata e con le scarpe ai piedi?" la guardo interrogativa dalla testa ai piedi mentre esco dal bagno e penso quanto vorrei avere almeno un quarto della sua bellezza.
"Perché vengo con te e per tutto il tempo sarò la tua schiava personale, ti andrò a prendere il cd così non perderai il tuo posto in fila, ti andrò a prendere il cibo così non sverrai fra le braccia di Alessio e sarò il tuo appendi abiti così sentirai le braccia di tuo marito percorrerti tutto il corpo" la vedo prendere la borsa e incamminarsi verso la porta.
Non la ringrazierò mai abbastanza per tutto quello che fa per me nonostante è lontana, lei c'è sempre per aiutarmi in qualsiasi momento e in qualsiasi modo, se ne frega se la nostra non è un'amicizia come tutte le altre che si vedono sempre, vanno a scuola insieme e si telefonano ogni giorno.
"Ci siamo dimenticate di prendere il pennarello per mettere i numeri, sei la prima!".
"Ci credo, sono le sei e un quarto, il centro commerciale aprirà alle 9, l'instore inizierà fra 10 ore e si sta congelando! Chi vuoi che ci sia?" Mi metto seduta davanti la porta del centro commerciale con le gambe incrociate, tiro fuori il cellulare e vedo che sono le 6:15, fra poco meno di dieci ore avrò la mia pura e vera felicità a due metri da me.

Sul bordo del bicchiere le mie labbra scorderai //Alessio Bernabei//Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora