8. Ritardi di troppo

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Questa notte non ho dormito troppo a causa di ciò che è successo ieri con Dylan. Quel ragazzo mi stupisce ogni giorno di più; un giorno antipatico e un giorno la persona più comprensibile del mondo ma cosa li passa per la testa. Anche se quello che è successo ieri mi è piaciuto, lo ammetto!

La sveglia inizia a emettere un suono fastidioso, così allungo la mano per spegnerla ma mi accorgo che non è la sveglia a suonare, è il cellulare. Salto subito fuori dal letto e rispondo alla chiamata siccome è un numero sconosciuto.

"Hey, alla buon'ora..." risponde qualcuno continuando a parlare "...Ti avrò chiamato almeno una decina di volte ma non mi rispondevi"

"Cosa? Ma chi sei? E poi è presto, non puoi svegliarmi così presto, chiunque tu sia." dico cominciando ad associare quella voce famigliare a una faccia.

Scoppia in una leggera risata e io capisco subito di chi si tratta.

"Sono Dylan, come fai a non riconoscermi? Comunque sono le 7:40 e non è per niente presto siccome oggi abbiamo scuola" dice Dylan.

"Cosaaa? Oh no, ora farò tardi a scuola ci mancava anche questa" detto ciò inizio a riflettere "...Ma tu come hai fatto ad avere il mio numero, eh?"

"Ho i miei informatori" dice fiero di se.

"Ah si! E questo informatore come si chiama?" resta zitto e a quel punto non risponde alla mia domanda ma cambia argomento.

"Io sono appena uscito da casa, fatti trovare pronta tra 10 minuti davanti casa tua" dopo questo non faccio in tempo a risponderli che mi chiude la chiamata in faccia. Davvero si è offerto di accompagnarmi a scuola? Ma la cosa più strana, come ha fatto ad avere il mio numero?

Sento il clacson provenire da sotto casa, scendo veloce le scale, prendo le chiavi di casa e quando mi chiudo alle spalle la porta mi ritrovo davanti a me Dylan appoggiato alla sua macchina nera. "Forza, sbrigati! Mancano dieci minuti all'inizio delle lezioni" dice con tono alto.

"Si arrivo subito e poi non ci vorrà poi così tanto" dico pensando che davvero non ci volesse tanto.

"Tu credi? Sono le 7:50 e a quest'ora tutte le persone di New York vanno a lavoro o si spostano per andare a scuola, c'è traffico bambolina. Ah già, tu hai la moto e eviti tutti i traffici e vai più veloce rispetto agli altri" dopo quello che ha detto ci rifletto e ha pienamente ragione, io faccio più veloce perché ho la moto e evito tutti gli ingorghi mattutini. Saliamo in macchina e cominciamo a dirigerci verso la scuola. Nella macchina regna l'assoluto silenzio, mi sento leggermente imbarazzata dalla situazione, cosa devo fare? Se li chiedessi come ha fatto ad avere il mio numero e come mai si dimostra così gentile con me? Dopo poco sento che Dylan ha messo una canzone che a me piace molto: Mercy di Shawn Mendes.
Alzo il volume e inizio a canticchiare la canzone. Appoggio la testa al finestrino e guardo fuori i grattacieli altissimi che sono affianco ad ogni strada e mentre vedo sfrecciare via il mondo che mi circonda mi accorgo che la macchina si ferma sempre più lentamente e che la mano di Dylan di va a posare sulla radio e abbassa il volume.

"Perché ci siamo fermati? Non mi sembra di essere arrivati" dico mentre lui mi fa cenno con la mano per guardare davanti. Il traffico, una lunghissima coda che non finisce più è davanti a noi ed io entro nel panico. Non posso stare ancora vicina a Dylan, come farò a resistere alla tentazione di non riempire la mia curiosità, perché proprio ora ci doveva essere il traffico.

"Lo so c'è traffico e anche tanto..." dice mentre guarda me sbuffare "...Non posso farci niente, pare che faremo tardi oggi per la prima ora. Comunque hai una bella voce, complimenti"
Sento le guance prendermi fuoco dall'imbarazzo e non posso fare a meno di cercare di non incontrare il suo sguardo, ma a quanto pare qualcuno mi vuole male e infatti quando mi volto nella sua direzione i nostri sguardi si bloccano, come se qualcuno avesse fermato il tempo. Nei suoi occhi vedo solo voglia di vivere ma anche tristezza e paura di poter sbagliare ad ogni gesto che fa. Sussurro un grazie ma quel 'romantico' momento che sto vivendo viene interrotto dal clacson della macchina dietro e in quel istante i nostri sguardi si sciolgono ritornando a dove erano prima.

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