24. Famiglia White

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La sveglia suona ed interrompe il mio dolce sonno. Ho dormito tranquilla in questi giorni perché sapevo che la mia amica stava bene e che tra poco sarebbe ritornata tra noi. Non vedo l'ora che ritorni, voglio avere i suoi abbracci ogni mattina e la sua allegria che invade i nostri cuori tormentati; come si fa a non volere una ragazza come lei. Non so che problemi possa avere suo padre, ma penso che lui non se ne sia accorto di che figlia ha cresciuto: piena di allegria, nonostante abbia sofferto, sempre sorridente, disponibile per tutti e una ragazza modello. Penso che se sua madre fosse ancora viva sarebbe fiera di lei.

Quasi casco dal letto quando mi volto dall'altra parte per prendere il cellulare.

Lo afferro e lo sblocco.

Noto un messaggio da qualcuno e qualche chiamata persa da esso.

Dylan:
"Bambolina dove sei? Ho provato a chiamarti varie volte, ma niente. Sbrigati che è tardi! ;*"

Tardi? Ma sono le...

Oh no... Non ci posso credere mancano solo dieci minuti all'inizio delle lezioni e io sono ancora in pigiama. Ma perché mamma non mi ha svegliato?!

Vado verso l'armadio e prendo le prime cose che mi capitano sottomano: una felpa verde militare e un jeans nero. Va più che bene per una giornata di scuola!

Scendo di sotto dopo essermi sistemata i capelli, il trucco, il viso e i denti.

Mamma, papà? Che ci fanno ancora a casa?

"MAMMA" urlo cercando di mettermi le converse.

"Tesoro, non urlare" dice mia madre tranquilla. Come fa ad essere così tranquilla? Non deve andare a lavoro?

"Mamma mancano dieci minuti, come faccio? E poi voi due non dovreste essere a lavoro?"

Afferro un biscotto e guardo mio padre concentrato sul giornale, poi alza lo sguardo su di me e mi sorride.

"COSA?" dice mia madre all'improvviso "Oh no, ora faccio tardi a lavoro"

A quanto pare non sono l'unica ad essere tardi oggi.

Esco di casa insieme a mia madre che va verso la sua macchina mentre io vado verso la mia amata moto. È da tanto che non la uso, di solito c'è sempre Dylan che pensa a portarmi a scuola e se non c'è lui, c'è sempre qualcun'altro.

Cerco di mettere in moto, niente. Non ci posso credere, è rotta di nuovo, oggi non è proprio giornata. Cerco di nuovo di mettere in moto ma fa uno strano rumore. Sarà meglio chiamare mio padre che è ancora a casa.

La lezione è iniziata da due minuti e io sono per i corridoi della scuola in cerca della classe di storia. Odio quella materia, non ha senso studiare quelle cose, tanto ormai sono tutti morti. Per mia fortuna non ci sono molti ragazzi per i corridoi e riesco a passare tranquilla tra loro. La professoressa di storia è una donna che prende le cose con calma e anche lei di solito fa tardi. Oggi la giornata non è una delle migliori e non mi stupirei se la prof sia già in classe a spiegare.

Finalmente arrivo davanti alla porta chiusa e busso.

"Avanti" sento dire da una voce. Potrei scommetterci che non è quella della prof.

Entro nella classe e tutti gli sguardi degli studenti sono rivolti verso di me. C'è gente che lancia aeroplanini di carta, c'è chi guarda qualcosa al cellulare, c'è chi chiacchiera e c'è chi dorme sul banco.

Ma che succede qua?

Entro nella classe e il mio sguardo si gira immediatamente verso la cattedra vuota. Non c'è ancora la professoressa, menomale.

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