25. Ho paura

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Flashback

"Ti prego giochi con me con le moto" faccio la faccia da cucciolo ad Amanda e lei non sa dirmi di no.

"Mamma e papà mi vogliono bene come te?" gli chiedo poi.

"Si certo perché me lo chiedi?" mi dice accarezzandomi una guancia.

"Non giocano mai con me e sono sempre cattivi" gli dico.

"Non è vero, ti vogliono tanto bene" dice rassicurandomi ed io mi convinco e continuiamo tranquillamente quanto ad un tratto sentiamo delle urla che nell'ultimo periodo erano frequenti e non so bene il motivo ma i miei genitori avevano dei grossi problemi.

"Dateci più tempo vi prego" urla mia madre disperata.

"Una settimana e niente di più" urla un uomo e dopo sento la porta sbattere. Una lacrima di solca il viso mia sorella mi si avvicina e mi abbraccia, mi guarda negli occhi e con un dito mi asciuga le lacrime.

"Non piangere, il tuo viso è troppo bello per essere sciupato dalle lacrime" mi dice in un sussurro ed io cerco di sforzare un sorriso e mi fiondo tra le sue braccia stingendola forte.

Mi sveglio di soprassalto, dopo l'ennesimo incubo su mia sorella e quell'uomo che mi ricorda qualcuno, l'ho già visto in passato e se fosse lui l'uomo che ha rapito mia sorella? Non può essere eppure il suo tatuaggio è uguale. Ho davvero paura, non voglio rovinare la mia relazione con Dylan.

Prendo un respiro profondo e mi alzo dal letto, prendo il cellulare per controllare che ore sono: 3.20.

"Perfetto" dico tra me e me.

Non riesco più a dormire, mi avvicino alla finestra e guardo fuori. Questa notte in alto nel cielo c'è la luna piena e numerose stelle sparse e c'è così tanto silenzio che mi vengono i brividi. Devo assolutamente parlare con Dylan, ho bisogno di qualcuno in questo momento.

Invio velocemente la chiamata e aspetto che mi risponda ma ne dubito visto che starà sicuramente dormendo. Dopo l'ennesimo squillo finalmente risponde.

"Chanel perché mi chiami alle 3 del mattino" mi chiede assonnato.

"Dobbiamo vederci adesso, ho bisogno di te, vieni a casa mia devo parlarti" gli dico.

"Cinque minuti e sono da te, quando arrivo ti mando un messaggio e scendi" mi dice.

"Okay" rispondo e attacco.

Cerco di fare meno rumore possibile per non svegliare i miei genitori e mi vesto con un jeans e un maglione visto che fa molto freddo. Aspetto impaziente il messaggio di Dylan che non tarda ad arrivare, scendo le scale senza far rumore ed esco di casa e appena metto piede fuori la porta un vento gelido mi sfiora il viso e due braccia mi stringono forte.

"Che succede?" mi chiede il ragazzo preoccupato.

"Vieni" gli dico mentre lo prendo per mano e iniziamo a camminare per le strade di New York.

"Ho sognato mia sorella, non è la prima volta, mi capita spesso ma c'è una cosa che non riesco proprio a capire" gli dico.

"Mi dispiace" mi dice senza guardarmi.

"Io non so se dirtelo, ho paura" dico stringendo ancora di più la sua mano.

"Non ti preoccupare ci sono io, dimmi" dice e continuiamo a camminare ancora e decido finalmente di parlare.

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