13. Vorrei essere...

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Una giornata come tante altre sta per iniziare, vedo sorgere il sole e guardo le persone che passano per la strada. Non ho chiuso occhio stanotte, migliaia di pensieri invadono la mia mente, il bacio, con Andew non riesco a capire se provo qualcosa per lui, non ho provato nessun sentimento baciandolo, le farfalle nello stomaco, i brividi, lo vedo solo come un amico e poi io non so amare. non posso amare, lo ferirei e forse ci rimarrebbe male ma a me non piace.

Forse perché ti piace Dylan???

Ed ecco che nei momenti meno opportuni la mia coscienza si fa sentire. No non mi piace Dylan, lo trovo un ragazzo arrogante, stupido e poi lo odio.

Odio e amore non vanno d'accordo??

Ti devo ricordare che io non credo nell'amore per caso? Infondo io e lui però siamo opposti ma che non potranno mai stare insieme, noi siamo il giorno e la notte, bianco e il nero, nessuna di queste frasi fatte ci possono descrivere veramente nemmeno io ho capito veramente chi è Dylan White e per giunta io non conosco me stessa.

Entro dentro la stanza e mi preparo velocemente, scendo in cucina a fare colazione e ad un tratto spunta mio padre.

"Chi era quello ieri sera?" chiede interrogativo.

"Quello ha un nome, Andrew, ed è un mio amico" gli dico per poi mordere un biscotto al cioccolato.

"Secondo te io credo che sia solo un tuo amico?!" mi dice ridendo.

"Si" gli rispondo in fretta per poi andare verso la porta. Mio padre mi raggiunge e mi da un veloce bacio sulla testa.

"Fai la brava" mi dice ed io annuisco con il capo ed esco da casa.

Questa mattina vi è un leggero venticello che mi scompiglia i capelli, salgo in sella alla moto e parto verso scuola. Una volta arrivata entro nella scuola visto che ero in ritardo, vado verso la mia classe e per fortuna il professore ancora non è arrivato e mi siedo in uno dei banchi liberi.

È ormai ricreazione, questa mattina non voglio incontrare nessuno specialmente Andrew, dopo il bacio di ieri non so cosa fare. Vado nel cortile della scuola e mi siedo in una delle tante panchine però gli altri mi raggiungono.

"Lasciatemi sola"dico subito.

"No io ti devo parlare" dice Andrew.

"Non ora" gli dico per poi alzarmi dalla panchina e uscire da scuola e salire in moto.
Non volevo stare li non riuscivo a parlare con nessuno non so cosa fare ed ora scaccio i pensieri e mi dirigo verso Empire.
Parcheggio la moto ed entro nell'enorme grattacelo. Arrivata all'ultimo piano vedo il paesaggio che si estende sotto i miei piedi. Ogni volta che ho dei problemi o sono stressta vengo qui e ammiro tutto ciò che mi circonda.
Oggi è una giornata nuvolosa e alcune volte alcune gocce di acqua scendono dal cielo e mi bagnano il viso,ho sempre amato la pioggia.

"Perché sei venuta qui?" mi dice una voce inconfondibile.

"È il mio posto preferito, ci vengo spesso"

"Si è davvero bello qui ma perché sei scappata?" mi chiede.

"E perché tu mi hai seguito come uno stalker?"gli dico.

"Rispondi prima alla mia domanda, e poi io non sono uno stalker" mi dice.

"Per sfuggire da i miei problemi, per pensare" gli dico.

"Che problemi hai?"mi chiede l'alto ragazzo moro.

"Non ne ho voglia di parlare scusa" gli dico guardandolo nei suoi occhi di pietra.

"Quando vorrai potrai sfogarti"dice. Restiamo in silenzio a guardare i grattacieli, le macchine che da qua sembrano così piccole.

"Ma perché ti piace venire proprio qui?" mi chiede.

"Non lo So, mi piacciono le altezze, da qui il mondo sembra diverso, la vita é diversa, mi piace vedere il sole tramontare" dico.

"E cosa ti piace oltre a questo?"

"Il pericolo, sentire l'adrenalina, mi piace essere libera come gli uccelli, volare tranquilla nel cielo così da poter vedere tantissimi posti, si vorrei proprio essere un uccello che vola libero ma che non ha una meta, va dove l'istinto gli dice" dico guardando alcuni uccelli.

"Io vorrei essere un leone. Sarà pure una cosa banale da dire perché tutti vorremmo essere così forti, ma secondo me il leone ha anche un lato buono innocuo che nessuno sa perché nella parte esteriore tutti devono sembrare duri ma poi alla fine c'è sempre tutto il contrario, un anima come la mia, oscura" dice.

"Perché proprio a me dici tutte queste cose?" chiedo.

"Sei la persona più vera che conosco perché gli altri sono finti, si creano un immagine, tu invece sei così naturale"

"Nessuno mi conosce veramente" dico.

"Io invece ho capito tanto di te: sei allegra ma allo stesso tempo c'è una parte di te che soffre, vorresti scappare e sentirti libera, dei brutti ricordi ti tormentano, sembri un uccello chiuso in gabbia" mi dice guardandomi negli occhi.

"Apri le tue ali e vivi, esci dalla tua gabbia di dolore" in poco tempo come mai è riuscito a capire come sto. Nel frattempo ha iniziato a piovere ed ora siamo bagnati ma non ci importa non so cosa succederà in futuro ma voglio fare ciò che ha detto Dylan, voglio uscire dalla mia gabbia e volare via.

I giorni passano lentamente e dopo aver parlato con Dyaln mi sono ammalata e sono da cinque giorni chiusa in casa, guardo film, mangio e dormo, ecco cosa faccio in tutti questo tempo.

Finalmente oggi posso tornare a scuola, non mi sono fatta sentire in questo periodo da i miei amici ed oggi gli spiegherò tutto.

Mi preparo e saluto i miei genitori e vado a scuola.
Arrivata all'entrata vengo assaltata dai miei amici e dalle loro domande.

"Dove sei stata???" mi chiede Lucy.

"Perché non rispondevi alle chiamate e hai messaggi" dice invece Ash.

"Raggazzi calmi non sono mica andata in guerra e comunque ero malata e non volevo parlare con nessuno" dico.

"Okay ma almeno un messaggio lo potevi mandare" dice James.

"Ragazzi lo so scusatemi"

"Possiamo parlare?" mi chiede Andrew.

"Okay" rispondo mentre andiamo verso una panchina.

"Riguardo a quella sera al bacio eh... Mi chiedevo se per te ha significato qualcosa." mi dice.

"Andrew sei un ragazzo fantastico ma io ti vedo solo come un amico. In questi giorni ci ho pensato ed è stato uno sbaglio" gli dico tirando un sassolino con il piede.

"Okay capisco" mi dice per poi andarsene e lasciandomi sola.
Lo so che ci è rimasto male ma era la cosa più giusta da fare.

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