36. Di nuovo, No!

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É passata poco più di una settimana dal mio compleanno e ormai le mie giornate sono diventate una routine quotidiana: vado a scuola e torno a casa, vado a scuola e torno a casa.

La mia vita fa schifo.

Ho moltissimi problemi e pensieri che mi vagano per la testa e non riuscirei proprio a sopportare che qualcos'altro possa succedere; tra Dylan che mi dice che per lui sono ancora qualcosa, tra i miei che sono preoccupati per mia sorella e ora ci sono anche degli infami che ci minacciano.

Ho paura di quelle persone, ho paura che possa succedermi qualcosa di veramente brutto e che non potrò più rivedere tutti i miei famigliari e i miei amici. Non capisco perché i miei non abbiano ancora chiamato la polizia per denunciare, sono passati molti anni dalla scomparsa di Amanda e per tutto questo tempo non si erano fatti vedere ed ora ritornano dicendo di stare alla larga da questa città e da tutti.

Non capisco ancora che cosa ci possa essere dietro a tutto questo ad arrivare al punto di rapire una persona.

Ma ora basta pensare a queste cose di prima mattinata, è ora di alzarsi visto sono le 7:30 e oggi è anche l'ultimo giorno di scuola prima del weekend, quindi cerchiamo di superare questa giornata più tranquilla possibile.

Mi alzo dal letto e dopo aver indossato un paio di jeans e una maglietta, vado davanti allo specchio e mi faccio una coda alta e mi metto un filo di mascara ma sento un qualcosa dal piano di sotto e mi sbaffo di nero. Mentre cerco di levare il segno sento un altro rumore, sembra un oggetto che cade per terra e si rompe.

Mi affretto a scendere al piano di sotto e quando arrivo alla fine delle scale vedo due persone con il passamontagna nero. Uno di essi ha preso per il collo mia madre stringendola forte e gli ha puntato sulle tempie la pistola mentre mio padre è davanti a loro con le braccia alzate.

"Vi prego lasciatela" grida mio padre.

I due scoppiano in una risata isterica e l'uomo che tiene mia madre risponde: "Tu pensi davvero che noi lasceremo tua moglie? Continua a crederci. Tu sai quello che vogliamo e..." si interrompe facendosi spuntare un sorriso quando vede me immobile sulle scale.

"LASCIATE STARE MIA FIGLIA" grida mia madre a malapena e l'uomo la stringe ancora più forte.

"Chanel, corri, vai al piano di sopra e chiuditi in camera. SCAPPA" mi ordina mio padre.

Corro velocemente in camera mia, mi chiudo dentro, prendo lo zaino e apro la finestra in modo da riuscire a scappare.

"Lasciamo perdere questi due, andiamo dalla ragazza" sento dire e dei passi che si avvicinano sempre di più.

Come faccio a buttarmi dal secondo piano?

Scavalco la soglia del mio balcone e vedo un'auto che si ferma di colpo ed esce un ragazzo moro, Dylan.

"MA CHE CAZZO FAI? SEI PAZZA CHANEL?" mi urla fermandosi sotto di me.

Ignoro ciò che mi dice e cerco di calarmi giù mettendo i piedi nelle crepe del muro. Il mio piede scivola e per un secondo mi sono vista passare tutta la mia vita davanti mentre le mie mani si staccavano dal muro e io rimanevo sospesa in aria.

Urlo dalla paura ma per mia fortuna atterro tra le braccia di Dylan e caschiamo per terra insieme.

"Potremmo andare in altri posti per certe cose" mi dice sorridendo.

"Non è il momento di scherzare, alzati e corriamo" dico a Dylan.

Corriamo verso la sua macchina e Dylan e lui mette in moto iniziando ad andare ad una velocità impressionante, tanto da farmi paura.

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