Il processo

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Magnus si alzò in piedi quando Robert gli fece cenno e, con passo lento, si avvicinò alla porta. Erano tutti seduti, schierati, col volto soddisfatto di chi aveva già deciso chi fosse il colpevole. Il Warlock inspirò a fondo alzò la testa e si avvicinò, con composta fierezza, al suo posto di fronte al Conclave. Non si lasciò intimidire, in quel momento, Alec gli dava la forza di mantenere una lucidità tale da non incenerire chiunque si trovasse di fronte a lui.

«Prego, Magnus, accomodati» lo invitò l'inquisitore.

Il Warlock notò come la voce dell'uomo fosse allo stesso tempo inflessibile ma rispettosa.

«Possiamo passare all'interrogatorio?» Chiese Liliane impaziente.

Magnus non lasciò trasparire nessuna emozione ma vide chiaramente la rabbia attraversare gli occhi di Robert. Fu solo una frazione di secondo ma il Warlock non riuscì a fare a meno di ringraziarlo silenziosamente.

«Hai fretta di tornare a casa, Liliane?» Chiese irritato l'inquisitore.

La donna sembrò presa in contropiede dalla risposta dell'uomo e non si azzardò a dire nulla. Il suo sguardo si incupì e Magnus poteva giurare di avervi letto un'irrefrenabile voglia di vendetta, in quegli occhi, ma non rimase molto ad osservarla: non voleva attirare su di sé più di quanta attenzione non avesse già in quel momento.

Il Warlock alzò gli occhi verso l'alto, cercando di riguadagnare un po' di compostezza che la donna gli aveva fatto perdere, ma, quando il suo sguardo incontrò una delle finestre vicine al soffitto, per un attimo il suo cuore accelerò i maniera incontrollata. Invece di incontrare il cielo quasi ormai buio, i suoi occhi si soffermarono sulla chioma nera di Izzy e quella rossa di Clary. Improvvisamente gli fu molto difficile concentrarsi per via delle domande che gli affollavano la testa. Come mai le due ragazze erano lì sopra? Alec era con loro? Abbassò immediatamente gli occhi per non farle scoprire dal Conclave, ma una morsa allo stomaco lo fece quasi vacillare: aveva paura che i quattro ragazzi avessero deciso di provare qualcosa di insensato e pericoloso per liberarlo.



«Come scendiamo da qui?» Chiese Clary in un sussurro.

Izzy la guardò e alzò le spalle.

«Finché non se ne vanno da lì sotto, non possiamo fare molto» le spiegò. «Non voglio rischiare di mettere Magnus ancora più nei guai»

Clary annuì e si guardò attorno. Izzy la osservò mentre valutava vie alternative per scendere dal cornicione e le fece quasi tenerezza, a volte dimenticava di quanto fosse difficile all'inizio abituarsi a quella vita e quello, per Clary, era molto di più che arrampicarsi sulle pareti della palestra dell'istituto durante un allenamento.

Izzy distolse per un attimo i suoi pensieri da Clary e si guardò attorno; dovevano andare ad avvisare Alec e l'unico modo che le veniva in mente per farlo era quello di distrarre le due guardie.

«Dobbiamo trovare un modo per attirare le due guardie lontano da qui, hai qualche idea?» Domandò speranzosa che Clary avesse un'idea geniale.

L'espressione concentrata dipinta sul volto della ragazza non le dava molte speranze, almeno finché non iniziò a sorridere.

«Allora?» Le chiese spazientita.

«Hai qualcosa di pesante da lanciare contro quella finestra?» Le chiese Clary indicando un edificio di fronte a loro.

Izzy osservò lo stabile un po' perplessa.

«Oltre ad avere una buona mira dobbiamo anche avere una forza incredibile. Hai visto quanto lontane sono quelle finestre?» Le domandò.

Malec da morire (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora