Malec da morire (COMPLETA)

Il Conclave

Alec era addormentato, disteso sul pavimento con la testa appoggiata sulle gambe di Magnus. La stanza e il cemento sotto di lui erano freddi ma lui sembrava non curarsene più di tanto. Il Warlock lo osservava e gli accarezzava i capelli con un gesto ritmico e rilassante. Avrebbe potuto passare l'eternità in quella cella se con lui ci fosse stato il ragazzo.

La porta si aprì leggermente e la donna che aveva accompagnato Alec fece capolino con la testa. Magnus svegliò immediatamente il compagno che in pochi attimi si mise a sedere.

«Tra cinque minuti andiamo» disse la donna appoggiando a terra le scarpe di Alec.

Magnus e Alec si alzarono mentre lei richiudeva la porta.

«Ci ha lasciato più tempo di quanto le avessi chiesto» sorrise il ragazzo.

Magnus ricambiò il sorriso ma non ebbe il coraggio di dire nulla. Lo sapeva che quella cosa non era di buon auspicio per loro due: la donna aveva avuto pietà di loro, aveva concesso qualche ora perché quando avrebbero incontrato il Conclave, non sarebbero più stati padroni del loro destino. Il Warlock si avvicinò e baciò leggermente Alec sulle labbra poi lo osservò mentre indossava le scarpe.

Alcuni rumori provenienti dall'esterno fece loro capire che anche gli altri erano arrivati e, se prima Magnus era convinto che tutto sarebbe andato bene, in quel momento la sensazione che gli attanagliava lo stomaco gli diceva il contrario. Quando si trattava del Conclave nulla mai andava come ci si aspettava.

«Sei pronto?» Sussurrò ad Alec mentre la chiave girava nella toppa.

Il ragazzo annuì e lo baciò per l'ultima volta prima che la porta si spalancasse e lasciasse intravvedere gli altri. Jace e Maryse avevano le mani legate come Magnus mentre Clary e Izzy erano libere almeno di quell'umiliazione. I loro volti erano tesi e seri, nessuno osò fiatare, semplicemente si diressero verso il portale che li avrebbe portati ad Alicante.

Magnus fece un respiro profondo e si accodò al gruppo affiancato da Alec.

Robert Lightwood, Inquisitore in carica del Conclave, fu la prima persona che Magnus vide una volta arrivato dall'altra parte. Il volto cupo e l'espressione tirata facevano pensare che avesse passato anche lui una notte insonne. Maryse, poco distante da lui non aveva il coraggio di guardarlo negli occhi, stessa cosa per i due figli. Magnus soffriva nel vedere quella famiglia così profondamente ferita.

«Seguitemi» fu l'unica cosa che disse l'uomo girandosi e avviandosi lungo i corridoi della Guardia della città.

Nessuno osava fiatare e l'aria che si respirava era a dir poco pesante. Arrivarono ben presto al corridoio che portava alle celle e ognuno di loro fu rinchiuso in una di esse. Quelle stanze non erano come quelle dell'istituto, erano buie, umide e fredde. Qualcuno rinchiuso lì dentro per anni sarebbe impazzito. Rumori quasi impercettibili ti facevano pensare che quel posto fosse vivo, pronto ad inghiottirti al minimo cenno di colpevolezza. Magnus sapeva che cosa sarebbe successo di lì a poco e la porta della cella accanto alla sua che si apriva gli confermava che avessero già cominciato. Li avrebbero interrogati uno ad uno e poi avrebbero estratto il vincitore. Lo sapeva che il Conclave aveva bisogno di mettersi il cuore in pace trovando per forza un colpevole tra di loro.

I passi si allontanarono in fretta lungo il corridoio che li portava alle stanze della Guardia e il Warlock si sedette a terra in attesa che arrivasse il suo turno.

Clary si guardava attorno con un senso crescente di terrore che le saliva allo stomaco. Aveva incontrato spesso Robert Lightwood nella sua breve vita da Shadowhunter ma mai in veste ufficiale da Inquisitore. Tutto il Conclave era schierato di fronte a lei e la stavano osservando senza dire nulla, senza lasciar trasparire niente di quello che pensavano in quel momento. Quelle persone le avevano sempre messo i brividi ma in quel momento la spaventavano più che mai.