Alec, Magnus, Città del Messico e il Guatemala

13.5K 436 144
                                    



Alec era sotto la doccia, si stava godendo l'acqua calda che scendeva sulla sua pelle. Anche quella notte si era addormentato sul divano di Magnus e, come ogni mattina che passava lì, Chairman l'aveva svegliato strusciandosi contro il suo viso prima che Magnus si alzasse. Aveva il sospetto che il Warlock avesse addestrato il gatto per farlo alzare prima di lui in modo che gli preparasse il caffè. Sorrise a quel pensiero, gli piaceva entrare in camera sua di soppiatto e osservarlo per qualche minuto prima di svegliarlo con un bacio e una tazza di caffè fumante. Sembrava quasi un ragazzo normale, poco più grande di lui, non un Downworlder con centinaia di anni sulle spalle e un cuore spezzato infinite volte.

La porta della doccia si aprì alle sue spalle e Alec si girò di scatto. Il sorriso di Magnus che entrava lo fece sorridere a sua volta. Non avrebbe dovuto. Era uno Shadowhunter e non si era reso conto che qualcuno si era avvicinato così tanto senza che se ne accorgesse, non era da lui, e un po' si irrigidì.

«Tranquillo, voglio solo insaponarti» gli sussurrò il ragazzo.

Alec gli credette, sapeva che Magnus non gli avrebbe mai detto qualcosa senza mantenere la parola. Non a lui, con lui era sempre stato sincero. Alec si girò imbarazzato, non era abituato a stare nudo di fronte all'uomo che amava e quando la mano di Magnus iniziò ad insaponargli la schiena con delicatezza non riuscì a fermare un brivido che lo percorse dalla pelle fino alle ossa. Il cuore aveva iniziato la sua corsa e il respiro cominciava a mancare, era una sensazione che solo Magnus riusciva a dargli.

Magnus era stato di parola, lo aveva insaponato con una lentezza e una dolcezza che avevano tolto definitivamente il fiato ad Alec e poi era uscito dalla doccia lasciandolo lì, con l'eccitazione che gli annebbiava la mente e il cuore che pompava furiosamente come se non riuscisse a portare abbastanza ossigeno al suo cervello. Effettivamente era così, in quel momento non gli arrivava abbastanza sangue in testa per rendere i suoi pensieri chiari e lucidi. Aprì l'acqua fredda e rimase sotto al getto per un tempo che sembrò infinito.


Magnus era in cucina ad armeggiare con la macchina per il caffè che aveva preso per Alec. Normalmente avrebbe usato la magia per farsi arrivare direttamente in mano una tazza fumante da qualche caffè della zona ma ad Alec non piaceva che lo facesse così aveva semplicemente imparato ad usare quell'arnese infernale o, per lo meno, ci provava.

Stava cercando di posizionare la caraffa di vetro in maniera corretta quando da dietro una mano prese la sua e lo guidò con il giusto movimento. Sentiva il corpo di Alec appoggiato alla sua schiena, il suo respiro sul suo collo e le gocce d'acqua fredda che cadevano dai suoi capelli scuri sulla sua guancia. Non riuscì a trattenere una scarica di scintille blu che uscirono dalle sue dita.

«Non imparerai mai ad usarla, vero?» Gli sussurrò Alec all'orecchio.

Magnus sorrise e si girò verso di lui.

«Se questo significa che mi aiuti ogni volta in questo modo, no, non imparerò mai ad usarla» gli rispose Magnus.

Alec sorrise, uno di quei sorrisi sinceri che solo Magnus riusciva a strappargli. Il Warlock osservò il petto scolpito del ragazzo, era a torso nudo e con quei pantaloni della tuta grigi che tanto odiava ma che su di lui lo facevano impazzire. Appoggiò le mani sul torace e si avvicinò per un leggero bacio sulle labbra.

Alec sorrise e si avvicinò a tal punto che Magnus si sentì la schiena premere sul mobile che aveva dietro. Adorava come il corpo del ragazzo si adattasse perfettamente al suo. Le labbra di Alec premute contro le sue erano la cosa che più desiderava al mondo e quando la lingua del ragazzo chiese di assaporare la sua, Magnus glielo concesse. Era un bacio frenetico, pieno di desiderio, dove le lingue si cercavano e le labbra non accennavano a staccarsi. Era un bacio che solo un ragazzo di neanche vent'anni poteva darti, uno di quelli che dichiarava l'urgenza di avere tutto dell'altra persona.

Malec da morire (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora