Magnus e Jace: le bisbetiche domate

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Magnus fissava con astio le persone radunate dentro alla Basilica. Non riusciva a capire per quale motivo i mondani si organizzassero in gruppi armati di tutto punto quando in realtà non avevano nessuna possibilità di vincere contro un gruppo di Downworlder o Nephilim grande anche solo la metà del loro. Se non ci fosse stato il problema della sorgente di magia all'interno della chiesa, sarebbe riuscito ad addormentarli tutti senza il problema di dover arrivare a combattere ma il Warlock che aveva sigillato quella Basilica era certamente molto potente e Magnus non poteva essere certo di riuscire ad addormentarli tutti contemporaneamente.

«Ok, ho individuato la fonte che alimenta la magia che protegge questo posto» disse Magnus puntando in basso. «Dentro a quell'urna di terracotta che si trova sopra l'altare» sussurrò.

«Come possiamo eliminarla?» Chiese Clary fiduciosa.

Magnus era sempre meravigliato da quanto la ragazza pendesse dalle sue labbra. Forse perché era da poco entrata in quel mondo quindi si fidava ciecamente di chi avesse maggiore esperienza di lei ma la sua innata fiducia negli altri lo meravigliava sempre.

«Dobbiamo bruciarne il contenuto. Dubito che riusciremo a farlo da qui» rispose il Warlock.

«Se ci fosse Alec con il suo arco il problema sarebbe risolto» constatò Izzy.

Se Alec fosse stato con loro non si troverebbero proprio in quella condizione, pensò Magnus.

«Scusatemi, avete me. Potrei sentirmi offeso per la vostra mancanza di fiducia» si intromise Jace tirando fuori dalla giacca quella che sembrava una pistola ma più grossa e tozza.

«E quello cosa sarebbe?» Chiese Izzy alzando un sopracciglio perplessa.

«Un lanciarazzi» spiegò Jace tra lo stupore generale. «I mondani lo usano per segnalare la loro posizione quando si trovano in pericolo. In realtà se scagliato contro oggetti o persone fa una fiammata. Quindi puoi accecare i licantropi e far ardere i vampiri» spiegò tra lo sbalordimento generale.

Magnus non pensava che Jace potesse conoscere certe cose dei mondani, anzi, credeva che il ragazzo ignorasse quasi completamente la loro esistenza e li reputasse al pari dei primati. Fu piacevolmente sorpreso che finalmente prendesse in considerazione la razza umana, anche solo per trovare spunto per creare armi non convenzionali per un Nephilim.

«Ho bisogno che tu lo colpisca al primo tentativo» disse Magnus.

Jace sorrise e caricò l'arma.

«Devo farlo perché è l'unica cartuccia che ho» rispose con un ghigno.

«Ecco, appunto» rispose Magnus.



Alec era seduto accanto alla porta, vicino a lui Jaime picchiettava con il dito sul ginocchio.

«Pensi che verranno a controllarci?» Gli chiese non sapendo quanto avrebbero dovuto rimanere nascosti dietro a quella porta.

«Non lo so, non sono mai venuti da quando ci hanno rinchiusi qui» rispose il ragazzo.

«Perfetto» sussurrò Alec preso dallo sconforto.

«Li senti anche tu?» Chiese Jaime dopo qualche minuto di silenzio.

Alec si concentrò sui rumori che provenivano dal corridoio, erano chiari e distinti dei lamenti.

«Pensi che siano i ragazzini?» Chiese conferma.

Malec da morire (COMPLETA)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora