A vedere le stelle che esplodono

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Michael se ne stava fin troppo spesso disteso sul letto di camera sua a sorridere mentre digitava sul cellulare.

Joannie non era una stupida, anzi, era una donna molto attenta alle novità nella sua famiglia, specialmente se riguardavano i suoi figli - che erano tutta la sua vita.
Per questo se n'era accorta subito dei sorrisi di Michael allo schermo del suo cellulare.

Quella mattina entrò cauta nella sua stanza e lo vide ancora sorridere.
Non appena Michael si accorse della presenza della donna, la sua faccia ridivenne seria e finse di nascondere il telefono.

- Chi è che ti fa sorridere così? - Domandò la donna.

- Così come?

- Così come stavi sorridendo poco fa.

- Io? Ti sbagli.

- Quindi non sorridevi?

- No.

Joannie non riuscì a trattenersi e rise appena mentre con una mano gli scompigliava i capelli.
Il riccio protestò.

- Mamma, ma mi lasci in pace?!

- Okay, okay! - Si arrese la donna. - Ma se c'è un ragazzo... insomma, qualcuno... a me puoi dirlo, lo sai!

Michael sbuffò e si alzò per spingere Joannie fuori dalla sua stanza.
In realtà era abbastanza goffo, perciò quando Joannie si arrese e uscì dalla stanza, il riccio rise rumorosamente.

×××

Stavolta fu dura inventare una scusa per il sabato sera, perché ogni volta che Michael diceva di uscire con gli amici, Joannie ridacchiava come se avesse già capito tutto.

Il riccio ignorò le ultime risatine di sua madre e si avviò al solito punto di incontro dove il biondo già lo aspettava.

- Allora, stasera dove mi porti? - Chiese Michael salendo in auto.

Andreas sorrise.

- Ti porto in un parco speciale.

A Michael piacevano particolarmente i parchi, specialmente quelli poco frequentati, anche se a Londra era difficile trovarne di quel tipo.

Rimase particolarmente sorpreso quando si allontanarono abbastanza dal centro della città per recarsi in una zona di periferia.

- Un parco sperduto? - Chiese dopo poco Michael, ridendo. - Come lo hai scovato?

- Un po' per caso - rispose onestamente il biondo.

All'interno il parco era molto meno abbandonato di quanto non sembrasse.
Le fontane erano tutte spente, ma le stelle erano tutte accese e bellissime.
C'erano molte coppiette gettate qua e là sul prato, stese a guardare il cielo. Ma nonostante questo stavano tutti rigorosamente in silenzio, con gli occhi rivolti verso l'alto.

- Mettiamoci là - sussurrò Andreas indicando un punto sull'erba poco distante.

Inizialmente il riccio aveva paura di macchiarsi i pantaloni d'erba, ma poi non oppose resistenza e si stese accanto al biondo.

Era già bellissimo così, con Michael che si rannicchiava contro il fianco di Andreas e il biondo che gli cingeva la vita con un braccio.
E poi c'erano le stelle, e da bellissimo era diventato magico.

Michael sorrise, ma Andreas non lo vide.

Quel silenzio creava un'atmosfera unica, sospesa, in cui niente più contava se non il calore dei loro corpi vicini e quei punti luminosi così lontani nel cielo.

Andreas avrebbe voluto dire che tutto quello era bellissimo, ma una sola parola pronunciata avrebbe spezzato l'incanto. E allora tacque, e nel frattempo si godette a pieno la vicinanza del suo ragazzo e il profumo e la morbidezza dei suoi capelli.

Qualcuno davanti a loro lo spezzò il silenzio, ma non fu così grave. Era una coppia di giovani che si era girata verso di loro.

Inizialmente Michael aveva avuto paura. Lui non si era mai fatto vedere in pubblico con un ragazzo perché prima di Andreas neanche ce l'aveva avuto un ragazzo. Perciò quando vide i due girarsi ebbe davvero paura. Avrebbero potuto fare una faccia disgustata, avrebbero potuto alzarsi e allontanarsi da loro perché diamine, i gay ostentano sempre così tanto il fatto di essere gay.

Ma invece i due sorrisero teneramente e Michael sentì quel nodo d'ansia allo stomaco sciogliersi.

– Proprio bello, vero? – Chiese il ragazzo.

Andreas e Michael annuirono.

– Già.

– È la prima volta che venite qui? – Domandò la ragazza.

– Lui sì, io no – rispose per entrambi il biondo.

Michael pensò che avrebbe potuto chiedergli se era stato lì con il suo ragazzo, magari fare una scenata di gelosia, ma invece no.
Non ne aveva la voglia, né l'esigenza.
Voleva che quella serata durasse per sempre, non il meno possibile.

La coppietta si rigirò in avanti sorridendo e i due tornarono a guardare le stelle, proprio come fecero Michael e Andreas.

Era bello non pensare più alle cose di quello schifo di pianeta su cui abitavano.
Era bello immaginare altre vite su altri pianeti, fingersi un esploratore dello spazio e incontrare nuove specie e scoprire in cosa erano differenti.

Sarebbe stato bello poterlo fare davvero.

E intanto tutti loro che in quel prato avevano gli occhi rivolti al cielo forse si chiedevano le stesse cose, forse immaginavano le stesse storie.

E non erano più tanto diversi gli uni dagli altri.

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