Il caldo della Grecia non arriva fino a qua

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Andreas non credeva che gli sarebbe mai mancato il caldo della sua madrepatria, eppure era così.
Giugno iniziava malissimo, a Londra, con temporali che non si erano visti neanche a dicembre.

Più che il 2 giugno, sembrava il 2 gennaio.

Infilò la felpa leggera e uscì da quella casa enorme e vuota, tanto da essere - paradossalmente - soffocante.
Suo padre non c'era mai perché era un uomo d'affari e stesso la definizione, va da sé, implicava lavoro lavoro lavoro.
Sua madre era in Grecia, lontana dalle nebbie di Avalon, perché i suoi avevano divorziato anni prima.

Resoconto: Andreas si sentiva maledettamente solo.
Esito: negativo.
Soluzione: andare da Joel, il suo ragazzo, per sentirsi meno solo.

Se ve lo state chiedendo, la risposta è no. Joel non era il tipo tutto muscoli e niente cervello, quello si chiamava Nicholas e Andreas lo aveva lasciato il 26 dicembre.

Poi aveva conosciuto Joel che era un ragazzo molto dolce. Un amico di amici di un amico.
Si era perdutamente innamorato di lui.

Andreas sorrise al pensiero di Joel. Poteva essere amore anche solo perché stava sorridendo come un ebete in mezzo alla strada.

Per di più, Joel abitava veramente a due passi da lui, gli bastava superare tre isolati. Si poteva essere più fortunati di così? Era una grande cosa abitare a poca distanza dalla persona che si ama.

I tuoni e i nuvoloni grigi su Chelsea minacciavano pioggia, e nonostante Andreas avesse l'ombrello accelerò il passo perché era una noia camminare sotto un temporale.

Gli venne pure in mente che non aveva avvisato Joel, ma doveva farlo? Se non fosse stato a casa, pazienza, ormai era quasi arrivato.
Non aveva senso chiamarlo.
O forse un senso lo aveva, ma Andreas non poteva immaginarlo.

Suonò al campanello e attese diversi minuti prima che qualcuno gli aprisse.
Pensava alla voglia che aveva di bere con Joel una cioccolata calda, dopo una camminata nel freddo londinese a cui ancora non era abituato.
Quei pensieri furono interrotti da una figura in accappatoio che aprì la porta di casa.

Ma non era Joel.

Joel arrivò subito dopo, era in accappatoio anche lui e aveva la faccia più terribile che Andreas gli avesse mai visto.

Se erano tutti e due in accappatoio, sotto erano tutti e due nudi.

– Posso spiegarti.

Spiegare cosa?
Se c'è qualcosa da spiegare c'è qualcosa da nascondere.

– No, grazie. È tutto molto chiaro.

Fuori era freddo come il tempo di Londra, ma dentro era in subbuglio come il caldo della Grecia.
I pensieri di Andreas mentre si allontanava in fretta da quella casa erano scollegati e allo stesso tempo terribilmente veri.

Lo aveva tradito.

Errata corrige: lo tradiva da chissà quanto tempo.

E Andreas lo amava, si era innamorato di lui, era convinto che sarebbe stato l'amore della sua vita.
Invece era già finito tutto.

Provò tanta rabbia nel realizzare come in cinque mesi lui si fosse tanto innamorato. Tanto da svegliarsi la mattina pensando a lui. Tanto da aver fatto l'amore con lui. Tanto da essersi annullato, a volte, sacrificato, pur di stare con lui.

Non vale la pena di piangere.

E invece valeva la pena, e l'ultimo tratto verso casa sua lo aveva percorso in lacrime.
Perché cinque mesi potevano sembrare pochi, ma erano tanti per lui, che per innamorarsi ci aveva messo cinque minuti.

Rientrò a casa bagnato fradicio, neanche aveva aperto l'ombrello sotto l'acquazzone.

La pioggia batteva violenta contro i vetri, ma Andreas si sentiva in un mondo ovattato.
Una sorta di Matrix ma nero invece che bianco.

Tienitela la pillola rossa, io voglio svegliarmi.

×××

Michael era felice quando nella sua vita si verificava un evento positivo che stravolgeva la sua quotidianità fatta di casa e McDonald's.

Quella mattina era stato ingaggiato quasi per caso da alcuni ragazzi di Portobello Road che gli avevano chiesto di distribuire dei volantini in cambio di un po' di soldi. Non lo aveva fatto tanto per i soldi, ma perché quei volantini contro l'inquinamento gli piacevano davvero molto.

Così era salito di nuovo in sella alla bici e aveva cominciato a distribuire i volantini sotto il cielo plumbeo.

A pensarci bene, forse lui era l'unico idiota su una bici sotto un cielo che minacciava pioggia.

Riuscì ad esaurire tutti i volantini nella parte centrale di Brixton, quindi tornò rapidamente al luogo d'incontro, dove il ragazzo con i dreadlocks lo aspettava per dargli la ricompensa.

– Ecco a te. Grazie, amico – disse lasciandogli i soldi promessi.

Michael sorrise.

– Grazie a te.

– Senti, noi domani mattina siamo per le zone di Kensington. Ti andrebbe di unirti di nuovo a noi? Sei stato super veloce con la bici.

– Con piacere!

– Perfetto, ti do il mio numero – proseguì il ragazzo mentre Michael estraeva il suo cellulare dalla tasca dei jeans.

Gli dettò il numero e Michael lo registrò.
Aggiungi in rubrica, nuovo contatto.

– Puoi segnarmi Paco. In realtà mi chiamo Payton, ma mi chiamano tutti Paco – rise il ragazzo.

Il riccio annuì sorridendo e ripose il telefono in tasca.

– Allora ti chiamo stasera per farti sapere l'orario e il punto di ritrovo, okay?

– Va benissimo. Io ora scappo, ci vediamo domani!

– Sicuro.

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