La resa dei conti arrivò come un duello nel far west.
Le vacanze di Andreas erano finite e inspiegabilmente - o forse neanche tanto - durante l'ultima settimana aveva sperato con tutto sé stesso che quella vacanza a Mykonos durasse di più.
Era passato dalla necessità di parlare a Michael alla necessità di non parlargli.
Perché cominciava ad avere tanta paura.Ed eccolo lì, Michael, bellissimo e sorridente, ad aspettarlo alla fermata della metro come sempre.
E Andreas si sentiva lo sceriffo che deve dare la notizia alla vedova.
Signora, suo figlio è morto.E si sentiva come il cattivo della storia che deve affrontare l'eroe: senza alcuna speranza di vincere.
E gli veniva meno pure il coraggio.– Mi sei mancato! – Disse il riccio gettandosi al collo del biondo.
– Anche tu – sussurrò Andreas.
Quando Michael si staccò dall'abbraccio aveva il sorriso più bello che Andreas avesse visto ad un essere umano.
– Andiamo? Così mi racconti tutto.
E andarono. Arrivarono a casa del biondo come se fosse tutto normale.
Magari potrei non dirglielo.
No, non poteva. Per rispetto nei confronti del ragazzo che amava.
Il riccio parlava e parlava e parlava in auto, ma Andreas non riusciva a cogliere una sola parola, immerso com'era nei suoi pensieri.
Quando varcarono il salotto e Michael si gettò ridente sul divano morbido, Andreas realizzò di non poter più aspettare.
Appese le chiavi accanto alla porta e si tolse il giubbotto.
– Michael, devo dirti una cosa importante.
Michael drizzò le orecchie e attese.
– Riguarda... ecco, prima che io partissi.
Silenzio. Ansia. Tensione.
Era tutto così bello, prima.– Dimmi.
Andreas non trovò il coraggio di guardarlo negli occhi.
E poi lo disse, e fu come sputare un boccone amaro che aveva in bocca da troppo tempo.– Ti ho tradito. E mi dispiace, mi dispiace tanto.
Per i primi secondi il riccio non rispose. Era intento a metabolizzare la notizia.
Ma il suo bellissimo sorriso si spense.
Perché?– È stato a Mykonos? – Domandò dopo un po' con una voce piccolissima e lo sguardo fisso.
– No. No, è stato prima. Un mio compagno di scuola è venuto qui e ci ha provato con me. E io l'ho assecondato.
Michael lottò con tutto sé stesso per cercare di capire. Per non mandare tutto a fanculo.
– Cosa avete fatto?
– Mi ha baciato. E poi mi ha... fatto un pompino, ecco.
Il riccio scattò in piedi e finalmente il biondo lo guardò. Era rigido e tremava impercettibilmente.
– Mi dispiace tanto, io me ne sono pentito immediatamente – confessò Andreas.
Erano tantissime le domande di Michael che premevano per uscire fuori, ma una ebbe la precedenza su tutte.
– Io non ti basto? – Chiese. – Hai bisogno di qualcuno che ti faccia sfogare sessualmente?
Sì, era così.
No, non glielo avrebbe mai detto.Andreas scosse la testa.
– Ti prego.
Ti prego cosa?
Ma Michael non andò via come il biondo aveva creduto. Fece qualcosa di inaspettato.
Si fiondò su di lui e lo baciò con disperazione, le lacrime salate che raggiungevano la bocca di Andreas.
Cominciò a toccarlo ovunque e a strusciarglisi contro.– No, Michael, non devi farlo. Non sei costretto – lo bloccò il biondo.
– Lo so. Se è questo il problema, io voglio affrontarlo. Voglio farlo con te. Voglio che tu non abbia scuse per cercarti un altro. Voglio avere qualcosa che mi possa legare a te per sempre.
Tutto ciò che avvenne dopo successe rapidamente, ma anche a rallentatore. Fu bellissimo, ma anche doloroso. Fu l'amore e il rimorso allo stesso tempo.
Michael gli concesse il suo corpo, la sua prima volta, e Andreas lo rispettò ed ebbe cura di lui.Dopo aver fatto l'amore i loro corpi nudi erano avvolti tra le candide lenzuola di cotone. Michael era poggiato sul petto di Andreas, che con un braccio gli cingeva le spalle.
– È stato come volare tra le stelle – disse Michael in un sussurro.
Andreas sorrise.
– Lo sai che ti ho comprato un souvenir da Mykonos?
Il riccio si girò appena per guardarlo sorridente. Il biondo si sporse per aprire il cassetto del comodino e tirò fuori un piccolo pacchetto.
– Ecco!
Michael lo scartò rapidamente e vi trovò un braccialetto di filo rosso con una piccola pietra azzurra al centro.
Lo fissò a lungo.– Dammi il polso – disse poi al biondo.
Andreas, stranito, sfilò il braccio dalle coperte e glielo porse.
Michael vi legò il braccialetto.– Questo è il simbolo di quello che abbiamo fatto oggi. Voglio che tu lo tenga per ricordartene, per ricordarti di non tradirmi più.
Il biondo annuì. Il tono Michael era tremendamente serio, senza una via d'uscita.
– È il nostro simbolo. – Continuò mentre terminava il nodo al braccialetto.
– Andreas. – Lo richiamò alla fine, ancora molto serio. – Io mi fido di te. E se dovessi tradirmi di nuovo, ti giuro che sarà l'ultima.
E Andreas capì tutto.
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Perfect little life
FanfictionMichael e Andreas hanno delle piccole vite tutt'altro che perfette. Quante volte si incontreranno ancora prima di capire di essere destinati a stare insieme? AU, long, Mikandy. (#583 in Fanfiction)