Hummus e altre cose

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La famiglia di Michael era molto numerosa, più di quanto Andreas potesse immaginare, e si ritrovò a chiedersi come mai il suo ragazzo non gliene avesse mai parlato.

Joannie era una donna amichevole e accogliente, una vera libanese che lo mise a suo agio non appena entrato in casa.

- Ho portato questa - sorrise il biondo porgendo una bottiglia di vino rosso alla donna.

- Grazie mille, non dovevi! Sei stato gentilissimo!

Il biondo scrollò le spalle e il riccio si occupò di presentargli tutta quella marmaglia che erano i suoi fratelli.

Nomi complicati a parte, Andreas era sicuro che non avrebbe mai ricordato come si chiamavano. Ma giusto perché aveva una memoria di merda.

La troupe si spostò in cucina dove la mamma del riccio aveva già preparato un bellissimo pranzo, completo di piatti fumanti che invitavano a sedersi e mangiare.

Adreas vide anche una serie di pietanze che non aveva mai assaggiato in vita sua, quindi dedusse che dovesse trattarsi di cucina libanese.

– A lavare le mani, su.

La donna spronò i suoi figli minori mentre Andreas appendeva il cappotto all'attaccapanni in salotto.

Quando ritornò in cucina tutta la famiglia si era già riunita nuovamente a tavola, disposti secondo quello che il biondo intese essere il solito ordine di posti.

Si accomodò quindi sulla sedia che gli avevano lasciato libera e gettò da parte i suoi immensi giri di pensieri sulle dinamiche di quella strana e chiassosa famiglia.

– Ragazzi, fate un attimo di silenzio – rimproverò la capofamiglia, quindi si rivolse al biondo.

– Michael mi ha detto che frequenti una scuola di cinema – disse lei.

– È così – sorrise il ragazzo mentre versava nel suo piatto un contorno ancora non identificato.

– Ti auguro di riuscire in tutto, tesoro – concluse.

Andreas ebbe un moto di tenerezza verso quella donna, ma evidentemente Michael non apprezzava tanto quanto lui.

– Mamma – la richiamò alzando le sopracciglia.

La donna sembrò capire a cosa il figlio alludesse. Ma il biondo rise appena e sciolse quell'attimo di tensione che si era creato.

Le voci degli altri ragazzi erano sempre in sottofondo a dire qualcosa o a litigare, ma Andreas apprezzò particolarmente quella caratteristica della famiglia: era impossibile sentirsi soli in quella casa piccola e piena di sentimenti.

×××

– Ammettilo: ti sembriamo fuori di testa, vero? – Domandò Michael dopo il pranzo, quando stavano raggiungendo Covent Garden.

– Un pochino, ma in senso positivo – rise Andreas.

Michael alzò un sopracciglio.

– In che senso?

– Nel senso che mi piace l'atmosfera. Mi piace davvero.

Il riccio sorrise.

– Ma guardandoti non avevo dubbi che anche la tua famiglia fosse fuori di testa – ridacchiò il biondo.

L'altro gli lasciò un debolissimo schiaffo sul braccio ma non riuscì a non ridere.

– Perlomeno mia madre non ti ha fatto domande imbarazzanti. Guarda, ho temuto fino alla fine.

– Tipo quelle che ha fatto mio padre?

– Tuo padre è stato cattivissimo.

– Ma se è un pezzo di pane!

– Non con me, dai! Sono ancora convinto di non piacergli, sotto sotto.

Il biondo sbuffò mentre scuoteva la testa.

– Sei paranoico.

– Un pochino.

– No, parecchio!

Michael rise mentre Andreas parcheggiava davanti al McDonald's.

– Non voglio andare – pigolò il riccio.

– E dai – lo scrollò il biondo.

Ma non servì a molto, perché l'altro si aggrappò al suo braccio come un koala all'albero.

– La smetti?

– Oggi ho bisogno di affetto.

Andreas rise e lo strinse a sé, lasciandogli poi un tenero bacio sulle labbra.

– Adesso?

– Adesso va meglio – rispose Michael.

Il riccio si staccò dal biondo e si sistemò appena per uscire dall'auto.

– Ti amo.

– Michael, non stai partendo per la guerra...

– Dimmi che mi ami.

– È ovvio che ti amo.

/Ladies and gentlemen, avviso che manca un solo capitolo alla chiusura della storia, e sarà il prossimo ❤/

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