Orrori e albe lontane

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Già l'ingresso a tema cimiteriale non era proprio rassicurante, perciò Michael si strinse di più al biondo.

– Vorrei farti notare che lo spettacolo non è ancora iniziato – lo prese in giro Andreas, ridacchiando.

Il riccio borbottò un insulto ma dovette zittirsi quando notò l'inquietante personaggio che dava alla folla il benvenuto lungo la stradina che portava al tendone. Il tizio in questione - un misto tra Belzebù e il conte Dracula pelato - fissò il suo sguardo malvagio in quello di Michael, che rabbrividì.
Ce l'aveva con lui, ne era certo.
Magari sarebbe andato a prenderlo di notte per sprofondarlo negli Inferi.

L'interno del tendone era tutt'altro che rassicurante, ma perlomeno c'erano i posti a sedere dietro cui il riccio sperava di nascondersi.

Quello che più lo irritava era il fatto che Andreas non risentisse minimamente di quella atmosfera, anzi, i suoi occhi brillavano d'ammirazione.

– Ti odio – gli disse infatti.

Cattiveria gratuita.

Il biondo lo guardò interrogativo.

– Niente, lascia stare – si arrese Michael.

Quando tutti ebbero preso posto le luci si abbassarono e il tendone fu inondato di fumo e di una tetra tonalità di azzurro.

Lo spettacolo fu un susseguirsi di personaggi inusuali e orribili, musiche terrificanti ma anche momenti tragi-comici. Per tutto il tempo Michael e Andreas non si guardarono un attimo in faccia, attratti com'erano da quello show.

Capirono che lo spettacolo era finito quando esplose un ultimo applauso finale e le luci tornarono ad illuminare gli spettatori.

Solo allora il riccio rivolse uno sguardo ad Andy e vide il suo volto più pallido del solito. La conclusione era ovvia.

– Hai avuto paura – ridacchiò Michael.

– Ma che dici! È tutto finto!

Ma Michael non aveva intenzione di mollare, perché fino ad allora era stato lui a dover subire le sue prese in giro.

Perciò per tutto il tragitto fino all'auto il riccio lo canzonò, finché il biondo non cedette sbuffando.

– Sì, ok, ho avuto paura. È normale, no? Lo spettacolo è fatto per questo! Anche tu hai avuto paura!

– Sì, ma volevo sentirtelo dire – ammise ridacchiando.

Andreas si lasciò andare ad una risata nel vedere lo sguardo civettuolo del suo ragazzo, poi gli stampò un rapido bacio a fior di labbra.

×××

Si fermarono in auto in un posto tranquillo per coccolarsi un po', ne avevano davvero bisogno.

Michael si slacciò la cintura e si accucciò contro il petto del biondo, sorridendo. Stava benissimo così, e il suo ragazzo aveva un profumo che amava tantissimo.
Era un profumo leggero ma maschile, virile. Ed era sempre lo stesso profumo, il profumo di Andy, fresco e rassicurante.

Il riccio realizzò di essere ancora cotto di lui anche dopo mesi, ma nello stesso momento lo realizzò anche Andreas, mentre con una mano accarezzava i capelli morbidi del suo compagno.

Il biondo sentì il profumo di Michael e lo amò come mai prima di allora. Per lui era quello l'amore - Michael era il suo amore -, e c'entrava anche il profumo che aveva quel ragazzo. Tutto c'entrava quando aveva a che fare con Michael.

Fuori il tempo si stava facendo freddo e pochi schizzi stavano cominciando a venir giù dalle nubi.

La serata inondava di un blu glaciale tutto il paesaggio e le lontane colline che si intravedevano da quel posto di periferia.

Avrebbero voluto restare così per sempre, immersi nel silenzio a spingere lo sguardo verso il bianco di un'alba che tingeva il cielo da qualche parte nel mondo. Lontano.

Non erano importanti le parole, insieme avevano realizzato che non ce n'era sempre bisogno. Ma della vicinanza sì, avevano bisogno. Di sentirsi e di bastarsi in ogni situazione.

– Non so come io abbia fatto finora senza di te.

– Neanch'io.

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