Lavorare in quel posto non era mai stato tanto stressante, per Michael. O forse sì, ma lui aveva una visione talmente nera del McDonald's che ogni giorno gli sembrava sempre peggiore del precedente.
Sbuffò senza farsi notare mentre si abbassava a raccogliere uno scontrino svolazzante verso il pavimento. Sistemò meglio l'orribile cappellino del fast-food che puntualmente gli scompigliava i ricci morbidi e si rivolse al nuovo cliente al bancone.
– Vorrei un menù Big Mac e... ma noi ci siamo già visti!
Un sorriso luminoso si aprì sul volto del ragazzo davanti a lui. In un primo momento il riccio faticò a ricordare, ma non appena vide tra le sue mani il libro di poesie ricordò tutto.
Ah, sì.
– Sì, sì. Quindi cosa ordini? – Cercò di liquidarlo Michael.
– Menù Big Mac – concluse risoluto il ragazzo. – Possiamo fare due chiacchiere?
– Scusa, ma sto lavorando – ribatté subito il riccio, passando a digitare lo scontino.
Non gli sembrò vero riuscire a liquidarlo in quel modo, così velocemente: alla sua risposta il giovane sorrise e si scusò, quindi dopo aver pagato prese il vassoio e si diresse senza fare storie verso un tavolino.
Però doveva avere qualcosa di particolare, o perlomeno suscitare una certa curiosità in Michael, perché questo ogni tanto gli lanciava delle occhiate. Che poi, chi andava girando con un libro di poesie tra le mani?
Per il resto del tempo il riccio cercò di concentrarsi meglio sul lavoro, ma tirò un sospiro di sollievo solo quando vide Anthony uscire dal locale.
×××
Il destino non sembrò dare molta tregua a Michael, dal momento che incontrò ancora due volte quell'Anthony. Gli sembrò quasi di essere tornato indietro, quando incontrava Andreas in circostanze quasi surreali.
Stavolta però poteva giurare che ogni volta che incontrava quel ragazzo si sentiva sempre più irritato: per qualche ragione incomprensibile la cosa gli stava sui nervi.
– Che ti prende? – Domandò Andreas mentre gli passava una mano tra i capelli delicatamente.
– Che vuoi dire?
– Che da alcuni giorni ti vedo un po' agitato. È successo qualcosa?
Michael scosse la testa, ma il biondo non gliela diede vinta.
– Sai, a questo punto anch'io dovrei legarti al polso un braccialetto rosso.
Michael scattò sul posto e lo guardò negli occhi.
– Non ti sto tradendo con nessuno, Andreas, se è quello che pensi – ribatté offeso il riccio.
– Non sto dicendo questo.
– Beh, dovresti ricordarti che mi hai promesso che ti saresti fidato di me. E non lo stai facendo.
Il biondo scosse la testa e sospirò.
– Vedi? Parli sempre di me, come se fossi io il problema. Stavolta stiamo parlando di te, Michael, non tirare sempre me in mezzo. Ti ho chiesto cosa non va, perché non mi rispondi?
– Perché non lo so! Non ho niente che non va! – Alzò appena la voce.
Si allontanarono appena l'uno dall'altro e si ritrovarono immersi in un silenzio insolitamente spiacevole.
– È evidente che c'è qualcosa che ti turba. Ti do l'ultima possibilità per dirmelo – affermò Andy con decisione.
Michael si sentì messo alle strette. Aveva la sensazione che se non avesse parlato subito avrebbe spezzato qualcosa. Ma allo stesso tempo non se la sentiva di introdurre l'argomento Anthony: era una cosa insignificante, e visto come il biondo aveva reagito la prima volta Michael aveva paura di vuotare il sacco.
Quindi fece la scelta più sbagliata.
– Non posso dirtelo, Andy.
Il biondo annuì e distolse lo sguardo. Attese dei secondi, poi sciolse il nodo del braccialetto rosso che aveva al polso, afferrò la mano destra di Michael e la richiuse attorno al bracciale, lasciandoglielo.
– Forse questo è meglio se lo tieni tu. Ogni tanto dovresti ricordare di essere sincero con me, se vuoi che le cose funzionino.
×××
Tutto il resto della mattinata Michael la passò a piangere, seduto in un angolino della stanza.
Ascoltava canzoni tristi per farsi ancor più del male, ma nel frattempo rifletteva anche su quello che era successo con Andy: si era comportato da vero idiota, ma si era sentito ancora più idiota quando non aveva saputo rimediare. Era stato lì immobile a vedersi sfuggire dalle dita la sua relazione con Andreas.
E ora se ne stava a rimpiangere quello che non aveva fatto, ancora una volta senza fare qualcosa di davvero concreto per rimediare.
Si sentiva come bloccato in uno specchio, costretto ad imitare le mosse di qualcun altro senza poter fare niente di ciò che voleva.
Aveva lasciato il braccialetto di filo rosso il più lontano possibile da sé, ma riusciva comunque a vederlo sul comodino. È più lo guardava più realizzava che tutto ciò che aveva detto ad Andreas valeva anche per lui: doveva smetterla di rifugiarsi dietro le paure, accusando Andy di non fidarsi di lui.
Perché stavolta era colpa sua.
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Perfect little life
FanfictionMichael e Andreas hanno delle piccole vite tutt'altro che perfette. Quante volte si incontreranno ancora prima di capire di essere destinati a stare insieme? AU, long, Mikandy. (#583 in Fanfiction)