Buon Giorno

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Tornò a casa molto tardi, si mise a letto nudo guardò il soffitto, sporco e pieno di muffa e crepe, passò alcuni minuti ad osservare e si addormentò sentendosi come il soffitto che lo sovrastava, mentre una lacrima scendeva lenta sulla sua guancia.

"Questo è il prezzo del non essere amati?"

Detto questo crollò in sogni tormentosi.

Il cellulare poggiato sul comodino distrattamente la sera prima, gli annunciò la sveglia alle 12.

Si alzò vide una lettera con un sigillo rosso poggiata sul davanzale della finestra, si alzò lentamente e ruppe il sigillo di Hogwarts e iniziò a leggere :

Caro Severus.
L'anno scolastico ad Hogwarts inizierà come ben sai tra 2 giorni, aspetto risposte in merito alla tua assunzione.
Grazie
Cordiali saluti
Minerva McGranitt.

"Che cazzo di donna !"disse imprecando "mi ha visto ieri!".
Si avvicinò al cassettone che affiancava parte del bagno, ne aprì un cassetto, e ne tirò fuori una camicia, nera, la indossò e preso il cellulare ed il portafogli, dal mobile addossato alla parete difronte al bagno tirò fuori un borsone, lo riempì con i pochi vestiti del cassettone, ed una scatolina mettallica, che mise in tasca, scese le scale dell'edificio e appena in strada si accese una sigaretta...
Si stava dirigendo verso la sua vecchia casa, quella che avrebbe condiviso con suo marito...

Giunse dopo tre quarti d'ora a piedi, si ritrovò davanti alla porta di mogano, presevle chiavi dalla tasca della giacca, aprì la porta che cigolò sui cardini, il parquet polveroso scricchiolò sotto i suoi stivali neri, entrò nella camera da pranzo, il tavolo occupava il centro della stanza era anche esso pieno di polvere, entrò poi nella camera da letto, dalla tapezzeria rossa e argento, dove avrebbero giaciuto insieme a Harry, il solo pensiero gli faceva male, il pavimento era coperto da tappeti dai colori più sgargianti, vicino alla finestra dal tendaggio verde e viola erano poste due poltroncine con un tavolino, per tutta la stanza erano sparse foto che ritraevano i due uomini insime, dell'atto di baciarsi o di stringersi in un abbraccio, lo sguardo dell'uomo si fece scuro e duro alla vista di quelle foto, uscì dalla stanza sbattendo la porta alle spalle.

Entrò nel salotto dove vigeva su tutti un camino immenso, vi entrò prese la sabbia magica e dopo aver dato un'ultimo sguardo alla stanza "Hogwarts!"

"Severus!Per le mutande di Merlino!"
"Minerva, suvvia!"disse Severus spazientito, posando il borsone per terra.
La donna dal canto suo appena si fu ristabilita dall'iniziale spaventato, abbracciò il giovane
"Minerva posso stabilirmi fin da subito qua?"la donna non se lo fece dire due volte acconsentì calorosamente.
Nei suoi appartamenti non cambiati minimamente dall'ultima volta, pogiò nell'armadio sotto le sue vesti da mago il borsone, e sedutosi sulla poltrona difronte al camino si accese una sigaretta, quando sentì la porta bussare, era la preside, aprì con la sigaretta tra le labbra "Severus, oggi ci sta il pranzo con gli altri docenti, vorrei che fossi presentabile, non si fuma ad Hogwarts"
L'uomo la guardò con cipiglio nervoso "D'accordo".

Indossato le vesti nere scese in sala grande, era stata allestita con una grande tavolata circolare, i presenti quando lo videro si zittirono, si sedette vicino alla preside, notò che affianco a lui c'era una sedia vuota, si domandò a chi appartenesse
"Minerva, chi sta seduto di solito affianco a me?"
"Il nuovo insegnante di volo"
Si sentirono dei passi veloci, seguiti poi dall'apparizione di un uomo...
"Harry?" Severus guardava con uno sguardo triste e rabbioso il nuovo arrivato, che si sedette vicino a lui "Severus"

Si guardarono negli occhi, l'aria era tutt'altro che rilassata, Harry abbassò lo sguardo sulle mani dell'uomo che gli stava di fronte, notò che portava al medio ancora il suo anello di fidanzamento, una fedina d'argento e smeraldo, riportò l'attenzione sul volto di quello che sarebbe diventato suo marito, era più magro di quando stavano insieme, aveva segni evidenti di occhiaie, sotto gli occhi color pece che amava tanto riempiti di dolore come mai.
Le mani che lo avevano toccato innumerevoli volte, portavano le bruciature di sigarette, i capelli neri lunghi gli ricadevano oltre le spalle.Dal canto suo Severus si perse in quegli occhi verdi che tanto amava, passò una mano sulla guancia che in passato tante volte aveva visto le sue labbra, senza distogliere il contatto visivo, ritrasse la mano come scottato da quel contatto.

Guardò il resto del tavolo, che notò essere caduto in un silenzio spiacevole "potete parlare!"disse iroso Severus, che per tutto il resto del pranzo rimase in silenzio, aprendo bocca solo per chiedere qualche vassoio e per mangiare.

A fine pranzo si mise il mantello sulle spalle e senza proferir parola scese nei suoi appartamenti, chiuse violentemente la porta alle sue spalle e tirò un pugno contro di essa, e seduto a terra iniziò a piangere come piange un bambino.

Si trascinò in lacrime fino alla mensola sopra al camino e prese la scatoletta di metallo, l'aprì rivelando il contenuto, prese la siringa e riempita del liquido ambrato se la mise in vena, svuotata del contentuto la lasciò cadere sul tappeto e dopo un paio di minuti crollò in un sonno profondo mentre una lacrima scendeva lenta sulla sua pelle.

Sarry:dopo La GuerraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora