XLII

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Vedere Zayn felice era stato come un toccasana per lui che, pian piano, si stava lasciando andare allo sconforto più totale, nonostante cercasse in tutti i modi di non dare nell'occhio e di mostrarsi sereno ai suoi amici.

«Quindi ora se n'è andato?» domandò Niall che se ne stava seduto a gambe incrociate sul tappeto di casa sua mentre i suoi amici distesi comodamente sul divano. Non che non sopportasse stare accavallati l'uno addosso all'altro in uno spazio ristretto, anzi, lo adorava ma al contempo preferiva starsene per terra. In effetti era un po' strano ma niente di grave.
«Te l'ho detto mille volte: sì, una settimana fa!» alzò gli occhi al cielo il moro, giocherellando col ciondolo. Liam era rimasto lì a Doncaster solo per due giorni, poi era filato via per impegni lavorativi, a detta sua. Zayn lo aveva già messo in conto e quindi non gli pesava più di tanto, almeno per il momento, almeno finché riuscivano a sentirsi telefonicamente o tramite sms. Sapeva che quella sua "pace" interiore sarebbe durata poco conoscendo il suo carattere, ma aveva deciso di godersela quanto più possibile.

«Eddai, mi racconti dettagli, voglio sapere!» batté le mani entusiasta e con un sorriso smagliante. «Più scoop per Nello!»

«Lascialo in pace, dai!» Louis cercò di prendere le difese del moro anche se era evidente quanto fosse curioso di sapere qualcosina in più.

«Cattivo paki.» gli fece il muso, mostrando gli occhi dolci e Zayn che comunque restava impassibile alle sue moine.

«Sembra il nome di un cane.» gli suggerì Louis con uno sguardo complice.

«Il cane Paki!» continuò Niall che si avvicinò al viso del moro «Bau!» gli abbaiò letteralmente in faccia.

«Mi hai sputato in faccia, ti rendi conto? » replicò facendo una smorfia, disgustato e questo bastò per far scoppiare a ridere i suoi amici. Scosse la testa. «Siete due deficienti.»

«Io voglio solo sapere... » lo guardò con occhi dolci, ammiccando anche a Louis come in ricerca di aiuto.
«Non guardare me, non posso farci niente io!» si allarmò il castano, prendendo le proprie difese.
«E va bene...mi arrendo.» chiedo a Liam aggiunse tra sé e sé. «Tu Lou?»

«Io cosa?»

«Harry?»

Louis si mordicchiò le unghie per poi mormorare che no, non ne aveva la più pallida idea di cosa stesse combinando Harry, ma le sue speranze di un loro incontro andavano svanendo giorno dopo giorno. E non poteva farci niente, mica avrebbe potuto costringere le persone a dargli retta? Soprattutto Harry...

Il moro lo osservava di sottecchi, volgendo i suoi pensieri a quel "non me ne frega un cazzo di Louis" scritto da Harry qualche tempo prima e di cui non aveva parlato all'amico. Un po' si sentiva in colpa al riguardo, ma voleva proteggerlo, anche se nascondergli le cose non lo aiutava affatto, anzi amplificava soltanto lo schianto diretto con quella che era la realtà. Era indeciso, avrebbe potuto cogliere quel momento per parlare, ma...c'era sempre un ma.

«Zay, avanti, sputa il rospo.» lo interrogò il castano, notando il suo strano modo di fare.
Il moro, sbigottito, fece finta di nulla rispondendo vago.

«Riguarda Harry?» si insospettì, mettendosi a cavalcioni sul suo bacino. «Parlami!»

«Ehi ehi ehi micio calmati.» si intromise Niall, separando i due corpi. «Perché ti agiti tanto Lou?»

«Perché lui sa qualcosa che io non so.» piagnucolò. «Mi manca.» corrucciò la fronte, incastrando le mani nei capelli e portando le ginocchia al petto e stringendole forte come se tenersi stretto a sé in quel modo potesse rimediare al vuoto che sentiva dentro. «Vorrei che tutto fosse più chiaro...ti prego, parlami.» lo implorò, incrociando le loro mani.
«Probabilmente non è niente che abbia particolare importanza.» cercò di calmarlo ottenendo l'esatto contrario perché il castano si innervosì il doppio.
«Cosa stai cercando di dire?» lo esortò il biondo che, come Louis, ci stava capendo ben poco.
Il moro si massaggiò le tempie con il pollice e poi estrapolò il cellulare dalla tasca posteriore, scrollando tra i messaggi fino ad arrivare a quella discussione tra lui ed Harry e ponendolo direttamente tra le mani di Louis. Preferiva lasciarglielo vedere con i suoi occhi, prima che potesse iniziare a inveirgli contro con discorsi del tipo "mi stai mentendo, dici così solo perché vuoi tenermi lontano da Harry". Tutto quello a cui assistì, invece, fu il silenzio generale. Gli riconsegnò il cellulare, ricomponendosi e sistemandosi il ciuffo con sguardo totalmente assente. E quello che vide fu il vuoto e di conseguenza dentro di sé la sensazione era quella di sgomento e paura. Louis era un ragazzo espansivo che di solito le emozioni le amplificava e, soprattutto, le esternava grazie alla sua espressività facciale. Gli era sempre piaciuto, come istinto spontaneo e naturale, condividere i suoi sentimenti con lui e Niall. Ed invece in quell'istante riuscì a leggere solo indifferenza che lo lasciò spiazzato. Fu in quel momento che capì quanta parte di se stesso Louis avesse investito solo e soltanto per Harry, finendo per eclissare la sua anima, evaporare, perdersi, diventare il fantasma di sé. Zayn non lo riconosceva, non era la stessa persona che aveva imparato a volere bene nel corso degli anni, quella persona si era auto-esplosa alla ricerca di un amore che si stava rivelando solo veleno suicida.
«Louis, ragiona...sono solo stupidi messaggi detti in un momento incosciente, non deve essere così per Harry, lo sai! Io so come ti guarda, lo vediamo tutti.» spiegò il biondo, convinto della sua tesi e accompagnato da quella sua nota positiva che mai lo avrebbe abbandonato.
Il moro si morse il labbro inferiore sinceramente provato, non voleva di certo essere complice- e colpevole- dello stato d'animo apatico del suo amico, ma si era sentito come costretto a mostrare quei messaggi.
«Non mi interessa, vedi?» disse, picchiettando sulla spalla del biondo come a volerlo tranquillizzare.
«Io vado ragazzi, ci vediamo domani a scuola!» li circondò con le sue esili braccia, sforzando un sorriso disumano.
«Lou, sicuro che sia tutto okay?»

Taffy Love» Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora