XLVIII

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Leggete le note a fine capitolo,
please!

Rimasero a guardarsi negli occhi senza dire niente, dei biscotti ormai solo briciole, l'odore della cioccolata ancora nell'aria. Quel silenzio complice della loro attuale felicità, li confortava, cullandoli in una dimensione parallela, il mondo a parte di Harry e Louis.

Ad interrompere quell' idillio fu un fastidioso cameriere col suo noiosissimo conto. Louis avvampò improvvisamente ricordandosi che non aveva poi così tanto denaro con sé, giusto il necessario per pagare i biglietto del bus. Si morse il labbro nervoso, un cipiglio sul volto quando Harry si apprestò a pagare al suo posto, sorridendogli tranquillamente e senza fare storie, come se avesse già premeditato di agire in quel modo.

Quel gesto non lo aveva fatto innervosire: gli aveva direttamente fatto girare i coglioni.

Non si stava comportando da "prima donna" come gli avrebbe detto Niall...insomma, aveva tutte le ragioni per prendersela, Harry aveva pagato al posto suo! Come si fa con le ragazze! Lo guardò un'ultima volta per poi uscire fuori dal locale. Camminava dritto e a passi rapidi ai bordi del fiume non curandosi del vento che lo colpiva in pieno, iniziò anche a sorridere ad un certo punto quando si girò e notò Harry che gli correva dietro come un cagnolino.

«Dai, vieni qui.»

«Nemmeno da morto.» gli urlò con tono per niente serio, era così divertente!

Harry accelerò il passo fino a raggiungerlo, cingendolo per i fianchi e sollevandolo da terra. Louis protestò leggermente ma poi lo lasciò fare perché quel contatto non gli dispiaceva affatto, anzi.

Il più grande portò una mano attorno al suo bacino, tenendolo stretto a sé.

«Tanto non ti perdono comunque, inutile che continui con queste moine.» sussurrò a fiato corto, in realtà l'incazzatura gli era passata dal momento in cui Harry lo aveva avvicinato a sé, era sempre così disperatamente alla ricerca di attenzioni, gli piaceva farsi viziare.

«Sicuro?» lo sfidò continuando a passare le dita dal fianco al petto fino a sfiorargli i capezzoli, facendolo trasalire. «Sei ancora arrabbiato?» continuò, lasciandogli una scia di baci sul collo
indugiando forse anche troppo, Louis sospirò.
«Sì, sì, o...ovvio.» tentennò, socchiudendo gli occhi, lasciandosi cullare da quelle apprensioni. Si sentì percosso da piacevoli brividi e non sapeva più se fosse colpa del clima o dell'effetto che Harry provocava al suo corpo.
«Allora se ce l'hai davvero con me, ti lascio andare.» replicò, a tono basso, mollando la presa e lasciando che i suoi piedi toccassero nuovamente il terreno.
Louis non fu d'accordo però perché lo trattenne per il cappotto.
«Che c'è?» gli domandò di rimando come a prenderlo in giro.
«C'è che ho freddo.» rispose atono, fissando, insistentemente, il cappotto, poi il suo viso e, di nuovo, il cappotto perché guardarlo a distanza ravvicinata lo imbarazzava all'inverosimile e non voleva arrossire ancora.
«Beh, avresti potuto mettere su qualcosa di più pesante!» scherzò, mettendo a dura prova la pazienza di Louis che, infatti, aggrottò la fronte. Harry rise a crepapelle.
«Stronzo.» sputò fuori incazzato, prese a sbottonarlo senza preoccuparsi nemmeno di chiedergli il permesso, Harry lo lasciò fare consapevole che sarebbe andata a finire in quel modo. «Ho detto che ho freddo e quindi mi riscaldo così.» continuò, poggiando il capo all'altezza del petto di Harry- o quasi- e lasciando scivolare le mani lungo i suoi fianchi. Il riccio racchiuse l'indumento attorno ai loro corpi in modo da coprirli entrambi, e circondò Louis tra le sue braccia. «Così va meglio?»
«In realtà mi fanno male i piedi, ho camminato troppo.» disse, ironicamente, ma non si aspettava di certo che Harry lo prendesse sul serio, issandolo dal suolo con facilità.
«Adesso?» gli chiese, sorridendogli. Louis, spontaneamente, attorcigliò le gambe alla sua schiena.
«Non dicevo mica sul serio, Haz!» rise di cuore, si sentì leggero e non perché Harry lo stava reggendo senza sforzo alcuno, forse anche per quello, ma soprattutto perché i suoi pensieri erano distanti anni luce dalla negatività che lo aveva caratterizzato in quel periodo. Leggero e soffice come lo zucchero filato in un mondo di piume e nuvole inconsistenti, Harry era il suo unicorno fatato. E, oddio, forse doveva smetterla con cioccolata e biscotti perché quei pensieri erano assurdi se non ridicoli! O era semplicemente la presenza di Harry a renderlo incredibilmente dolce?
«Almeno in questo modo mi perdoni, principessa
«Ma cosa diamine...? Principessa? Io sono una regina.» Non l'ho detto davvero... si morse la lingua.
«Queen Louise.» scandì lentamente Harry.
«Olivia... Sono narcisista.» lo prese in giro perché dai, solo Harry poteva chiamare in un modo così poco originale un avatar, si sorprese di non essersene accorto prima, era stato proprio stupido ed accecato da chissà cosa, Olivia era praticamente Harry anche nello stile con il quale componeva i suoi messaggi!
«Ehi, è un nome carino.» si difese. «Non sapevo che nome dargli.» continuò, iniziando a camminare un po' perché stava iniziando a diventare scomoda quella posizione, non che Louis fosse pesante perché non lo era per niente, ma stare fermi era stancante. Louis avvertì il vento dritto in faccia e, per questo, affossò il viso ancora più in profondità tra le spalle di Harry.
«Perché ti sei iscritto?» domandò, la sua voce ovattata.
«Non ci crederai mai.» replicò, volgendo la mente a quei ricordi per niente sbiaditi, quella situazione aveva dell'assurdo, mai si sarebbe aspettato di trovare la sua anima gemella grazie ad uno stupido dating game! «Ricordi quando ti ho citato durante un mio video? Quello su Harold e Taffy Love?» domandò, leggermente in colpa, si era comportato da stupido superficiale quella volta, quasi quanto un dodicenne!
«Sì che lo ricordo! Non solo hai offeso il gioco che... Harry, sia chiaro, io lo amo.» disse senza provare più quella vergogna che sentiva nei primi tempi, perché imbarazzarsi? Era solo un virtual game alla fine, non stava uccidendo nessuno! E "Taffy Love" era la sua droga, lo aveva accompagnato in tante giornate noiose, gli aveva fatto conoscere persone meravigliose e, soprattutto, gli aveva fatto incontrare l'amore della sua vita, per davvero! Gliene sarebbe stato eternamente riconoscente! «Ma hai "trattato male" anche me, non è stato affatto carino!» disse, facendo tornare alla mente il dispiacere provato in quell'occasione. «Poi ti sei scusato, almeno!»
«Ecco, mi scuso anche dal vivo.» replicò colpevole.
«Ormai è acqua passata, figurati! » lo rassicurò perché, davvero, non era così grave e nemmeno si conoscevano. Harry era solo una fantasia ambientata nella sua mente, mai si sarebbe aspettato diventasse realtà. «Comunque, dicevi? Perché ti sei iscritto, quindi?»
«Dopo che mi sono scusato con te, ho dato un'occhiata al tuo profilo, mi ha incuriosito.» gli confessò «Mi hai colpito da sempre, a pensarci. Sei magnetico, Lou.» gli sussurrò al lobo, Louis non aveva il coraggio di voltare lo sguardo in sua direzione, ma quelle parole bastarono a farlo diventare rosso come un pomodoro.

Taffy Love» Larry StylinsonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora