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Le immagini continuavano a susseguirsi nella mia mente una dopo l'altra e non potevo fare niente per fermare il loro frenetico ripetersi. Ad un certo punto le mie gambe cedettero sotto il mio peso e io caddi al suolo, priva di sensi.

Non so per quanto tempo rimasi al suolo, circondata solo da buio e silenzio, ma, dopo un tempo indefinito, sentii qualcuno gridare con forza il mio nome e scuotermi violentemente. Volevo pregare quella persona di lasciarmi in pace, di lasciarmi sola insieme al mio vuoto e al mio silenzio, di lasciarmi incosciente e senza tutte le preoccupazioni che mi affliggevano continuamente da sveglia.

<< Katy! Katy! Avanti svegliati! >>

Lentamente aprii gli occhi e davanti a me non c'era, come avevo sperato, Nathan, bensì la mia amica Cloe che mi guardava preoccupata. Con molta fatica mi alzai da terra e, con l'aiuto di Cloe, andai a sedermi sul bordo del letto. Non riuscivo a parlare, continuavo a tremare e le immagini continuavano a ripetersi nella mia mente, come se fossero state impresse a fuoco: questa visione era stata ancora peggiore di quella di Shade: ero riuscita a sentire il male fisico  e mentale che la me della visione aveva provato a contatto con quella luce e quando era stata colpita da quel fulmine.

<< Katy dimmi cosa hai visto, sfogati con me. >> Mi disse Cloe quasi pregandomi di condividere il mio dolore con lei per alleggerirlo.

Dopo alcuni minuti di assordante silenzio cominciai a raccontarle tutto, ogni particolare della mia raccapricciante visione e, mentre parlavo, ogni immagine mi ritornava in mente, stampata nitidamente davanti agli occhi mentre il mio corpo continuava a tremare.

Cloe appariva spaventata da tutto questo e avevo paura che si sarebbe tirata indietro e mi avrebbe lasciata sola, non potevo perdere anche lei, avevo bisogno di una persona al mio fianco. Lei, però, a differenza di quanto avrei creduto, cacciò indietro al sua paura e facendosi forza per me, mi abbracciò e mi sussurrò: << andrà tutto bene, supereremo tutto insieme. >>

L'unica cosa che potei fare, fu sorridere, un sorriso sincero di ringraziamento e di gioia. Ero stata davvero fortunata a trovare una persona come lei, disposta ad aiutarmi e a sostenermi nonostante tutti i miei problemi e le complicazioni del mio essere.

<< Hai voglia di andare a lezione? Oggi riprendono normalmente dopo i tre giorni di missione. >> Mi chiese con voce flebile.

Avevo bisogno di distrarmi e questa sarebbe stata una buona alternativa e, magari, avrei imparato qualcosa di utile.

<< Andiamo! >> Esclamai forzando un sorriso allegro.

Cloe fece un sorrisino sbilenco e poi esclamò: << ti consiglio di sistemarti prima, però, a meno che tu non ti voglia presentare in classe in pigiama e tutta spettinata. >>

Trattenni una risata e poi feci un segno di assenso. Andai in bagno e, dopo essermi sciacquata la faccia con dell'acqua fredda, mi cambiai indossando una maglietta argentata e un pantaloncino nero che a quanto pare avevo lasciato nell'armadio di Nathan una delle sere che avevo passato qui con lui. A quel ricordo la tristezza mi invase: avevo perso la persona che  si era sempre presa cura di me da quando ero arrivata in questo posto. Ricacciai velocemente le lacrime e  pettinai rapidamente i miei capelli biondi rendendoli leggermente presentabili e poi le feci cenno che ero pronta ad andare.

Uscimmo dalla porta che, come sempre, si richiuse da sola dietro di noi e insieme ci avviammo verso la nostra aula, anche se sarebbe stato meglio dire che stavo seguendo come un cagnolino Cloe dato che non avevo la minima idea di quale corridoio dovessimo prendere. Mia mamma mi diceva continuamente che avevo un pessimo orientamento, o per meglio dire inesistente, ma non era certo colpa mia se a me sembrava tutto uguale.

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