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Uscii dalla stanza sentendo lo sguardo del sovrano puntato sulla mia schiena, pareva quasi bruciasse da quanto era intenso. Dopo aver chiuso la porta alle mie spalle, mi girai e mi trovai davanti Nathan che, con grande gentilezza, mi aveva aspettata.

Senza guardarlo in faccia, ancora scossa da prima, gli passai accanto e mi diressi verso la mia stanza. Sentivo la sua presenza silenziosa dietro di me e, contraddicendomi da sola, pensai che mi faceva piacere, eppure non mi sentivo ancora pronta a parlargli. Non ero certa del perché delle mie azioni e ancora meno delle mie emozioni, totalmente fuori controllo, per cui non avrei nemmeno saputo cosa dirgli, non sapevo nemmeno io cosa realmente volevo.

<< Ehi, non è da quella parte la tua stanza! >>

Perfetto, ero così persa nei miei pensieri che non mi ero nemmeno accorta di dove stavo andando. Ma chi volevo prendere in giro, il mio non era un errore dovuto alla distrazione, bensì dovuto al mio veramente pessimo orientamento. Era sempre stato così, potevo conoscere alla perfezione una strada o un posto ma sarei comunque riuscita a perdermi in qualche modo a me sconosciuto. Mia mamma, scherzando, diceva sempre che sarei stata in grado di perdermi per fino dentro la mia stessa casa, e bisogna pensare che non vivevamo di certo in un palazzo!

Mi girai facendo finta di niente e lo sorpassai, dirigendomi nella direzione da lui indicata, questa volta corretta. Proseguii nel corridoio e mai, come in questo momento, mi era sembrato così opprimente e claustrofobico. Mi sentii schiacciare dagli alti muri che costituivano questo passaggio, ero sopraffatta da tutti gli avvenimenti dell'ultima settimana. Le pareti bianche cominciarono a girarmi intorno, sembrava di essere in una di quelle giostre in cui andavo sempre con Shade, il mio respiro si fece affannoso e cominciai ad ansimare alla ricerca di aria, la vista cominciò a svanire e cominciai a vedere grandi punti neri che si allargavano sempre più come macchie d'olio fino a coprire completamente la mia visuale, le ginocchia tremarono e non sostennero più il mio peso. Crollai al suolo ma, prima di sbattere la testa, due forti e sicure braccia mi afferrarono e mi sostennero dolcemente.

Nathan mi aveva salvata anche questa volta.

Mi trasportò in braccio fino ad arrivare alla mia stanza dove mi adagiò sul letto. Non aprii gli occhi, preferii tenerli chiusi e godermi il caldo torpore che la sua presa rassicurante mi conferiva. Mi posò un bacio delicato sulla fronte e se ne andò, dopo avermi sussurrato all'orecchio: << buonanotte principessa. >>

Appena se ne andò dalla mia stanza, tutta la fatica di queste giornate sembrò ripiombarmi addosso e il dolce calore che le sue muscolose braccia mi avevano infuso sparì velocemente.

Non riuscii a chiudere occhio e continuai a girarmi nel letto per varie ore, proprio come la notte prima del mio funerale. Questa volta, però, non era l'ansia o la paura a tenermi sveglia, era un terribile presentimento che non mi permetteva di stare tranquilla, era come un enorme macigno poggiato sul mio petto.

In questo momento avevo bisogno di una sola cosa, vedere Nathan. Sapevo che era sbagliato volerlo vedere dopo il mio comportamento e la mia confusione emotiva, anzi era la cosa peggiore che avrei potuto fare, ma ne avevo bisogno. Mi alzai dal letto ed uscii a piedi nudi dalla mia stanza poggiandoli delicatamente sul freddo marmo del pavimento per non fare rumore.

Non avevo la più pallida idea di dove si trovasse la sua stanza quindi cominciai a vagare per i vari corridoi in maniera casuale, senza una precisa destinazione senza sapere se si potesse o meno girovagare di notte fuori dalla propria stanza. Guardai ogni singola porta cercando un simbolo che lo potesse contraddistinguere.

Ad un tratto una porta alle mie spalle si aprì ed io non feci in tempo a nascondermi girando l'angolo.

<< Katy? >>

Oddio, qualcuno mi doveva davvero voler molto bene, oppure avevo realmente un'enorme fortuna: era lui.

Mi girai e, senza badare a darmi un minimo di contegno, corsi da lui e lo abbracciai forte buttandomi tra le sue braccia. Sentii che in questo momento solo lui mi avrebbe potuto aiutare a non affondare. Mi strinse forte a sé ed io non rifiutai quel contatto di cui avevo davvero bisogno.

Mi staccai da lui ed insieme entrammo nella sua stanza, ben ordinata. Senza più comandare le mie azioni mi fiondai sulle sue labbra, sorprendendo prima di tutto me stessa. Ricambiò subito come se non stesse aspettando altro. Camminai lentamente all'indietro fino a giungere al bordo del letto sul quale mi buttai tirando con me Nathan che finì sopra di me, il tutto senza interrompere il bacio.

Quando fummo entrambi senza fiato, ci staccammo e, stretta nel suo abbraccio, riuscii finalmente a dare pace alla mia anima e a prendere sonno.

Dopo poche ore mi svegliai e con un casto bacio sulle labbra destai dal sonno anche Nathan, il bellissimo ragazzo steso al mio fianco. Aprì gli occhi e mi sorrise dolcemente. Mi alzai e mi stiracchiai mentre sbadigliavo tranquillamente in modo per niente femminile, insomma nemmeno un ippopotamo avrebbe competere con me.

Mi voltai di nuovo verso Nathan e visi che mi guardava con aria spaventata e sconcertata.

<< Che c'è? E' per il mio modo di sbadigliare? >> Chiesi io preoccupata.

Non riuscì a formulare immediatamente una risposta, poi però balbettò: << le-e t-tue piume, hai d-delle p-piume argentate! >>


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