Finita la strana preghiera con un misterioso finale dal significato a me oscuro, tutti gli angeli cominciarono ad uscire dall'enorme stanza in maniera ordinata, molto diversa da quella degli studenti della mia scuola che si accalcavano gli uni sugli altri spingendosi. Aspettai che Nathan facesse il giro del tavolo e insieme ci avviammo verso l'uscita senza rivolgerci né occhiate né parole, ognuno immerso nei propri pensieri. Una volta finita l'infinita coda in cui spiccavano le enormi ali bianche di ogni individuo presente ben ripiegate sulla schiena, ci dirigemmo verso la mia stanza o, per meglio dire, venni trascinata da Nathan lungo i corridoi tra i quali io mi sarei certamente persa se fossi stata sola. Giunti presso la porta della mia stanza, essa si aprì da sola, cosa della quale non avevo ancora compreso il meccanismo, e noi entrammo.
Il letto mi chiamava a sé e come sempre non riuscii a resistere alla tentazione: feci due passi di corsa e mi lanciai come un sacco di patate sull'oggetto divino che troneggiava su un lato della stanza. Avevo sempre pensato che i letti possedessero un certo potere, simile a quello delle sirene, che permetteva loro di attrarre povere vittime sfinite ed indifese e avevo sempre pensato di avere anche seri problemi mentali che mi portavano a pensare cose assurde di questo genere.
Nathan rimase in piedi sul bordo del letto a fissarmi intensamente e dopo qualche secondo parlò: << noi abbiamo una cosa da fare, ricordi? Una cena per delle risposte! >>
Feci un segno di assenso senza però muovermi dal comodo posto in cui mi trovavo, questo letto era troppo comodo e riposante per poterlo lasciare.
Due braccia però mi afferrarono sotto le ginocchia e mi trasportarono lontano dal mio amore.
<< Nathan mettimi giù subito! Non posso abbandonare il mio amore. >>
Come se io non avessi nemmeno aperto bocca e non mi fossi minimamente divincolata, Nathan non rispose e continuò a trasportarmi limitandosi a ridere per le mie affermazioni. Sentii che eravamo usciti dalla mia camera e che stavamo attraversando vari corridoi.
Ci fermammo sotto una cupola: era meravigliosa. Non era una normale cupola decorata come quelle che si potevano trovare all'interno delle chiese, no, questa era fatta completamente di vetro e si affacciava su un panorama mozzafiato: il cielo notturno. Il blu scuro della notte era in netto contrasto con le piccole stelle che lo tappezzavano, rendendo il tutto veramente magico. Avevo sempre amato osservare il cielo, riusciva a trasmettere un sacco di emozioni positive ed era sempre meraviglioso, in qualunque momento della giornata e in qualunque stagione: aveva un fascino magico.
<< Pronta a volare con me? >>
<< Sì. >> Risposi senza neanche pensare, non sapevo perché ma mi fidavo di Nathan, mi faceva sentire protetta e questa era una sensazione meravigliosa che non provavo da troppo tempo, dalla morte di mio padre.
Aprì le enormi ali bianche che mi facevano venire voglia di toccarle dato il morbido aspetto incredibilmente invitante e, con un salto, spiccò il volo uscendo nell'incredibile cielo notturno di New York. Mi trasportò per vario tempo fino a che non trovò ciò che evidentemente stava cercando, una piattaforma sospesa sopra una nuvola. Atterrò dolcemente sopra questa e poi mi appoggiò con delicatezza a terra. Era tutto così strano, mi trovavo in una piattaforma in cielo ma non avevo paura, anzi mi piaceva e mi sembrava quasi naturale, mi faceva sentire ancora più viva di come ero stata prima di morire, era come se fossi nata una seconda volta. La piattaforma sulla quale ci eravamo fermati era bellissima: era fatta in stile greco, con alte colonne che terminavano con dei capitelli corinzi finemente lavorati. Le colonne però non sostenevano niente, se non l'aria stessa.
Mi sedetti con le gambe incrociate, come spesso facevo insieme a Shade sulle panchine di una piccola piazza new yorkese, e Nathan fece lo stesso posizionandosi davanti a me.
Le domande cominciarono a ruotare vorticosamente nella mia testa, come se fossero una spirale che riusciva ad occupare ogni centimetro del mio cervello.
Bene, era arrivato il momento di avere qualche riposta. Potevamo cominciare.
<< Perché non mi sono ancora spuntate le ali? >>
<< Non lo so, generalmente spuntano poco tempo dopo la morte. Infatti noi angeli guardiani veniamo a prendere i riflessi delle persone e le portiamo nel nostro mondo e, subito dopo, esse compaiono. >>
<< Perché allora per prendere me avete aspettato tre giorni? >>
<< Noi non eravamo a conoscenza della tua morte, eri come nascosta da un'ombra che ci impediva di rilevare il tuo potenziale anglico. >>
La mia mente stava lavorando freneticamente per elaborare queste informazioni e nella mia testa avevo un'unica parola che lampeggiava ripetutamente: Josh, doveva essere per forza lui la causa.
<< Sta sera a cena ho notato che ci sono solo angeli giovani, perché? >>
<< Si può diventare angeli solo se si muore in età compresa tra i 15 e i 30 anni. >>
Ecco svelato il mistero. Ora però avevo bisogno di un'altra risposta ad una domanda che mi tormentava dal giorno della mia morte. Mio padre era morto qualche anno fa e da quando anche io avevo subito la stessa sorte avevo continuato a chiedermi che fine avesse fatto, se fosse ancora in questo mondo o fosse diventato altro.
<< E tutte le persone che non sono comprese in questa fascia d'età? >>
<< I bambini sotto i quindici anni diventano per lo più spiriti bianchi, ovvero si incarnano in elementi naturali, vivendo attraverso essi, mentre gli adulti che superano i trenta anni possono subire due sorti differenti. Una volta morti possono essere avvicinati o da un angelo o da un'ombra che influenzano la loro sorte. >>
Chissà da chi era stato avvicinato mio padre, avrei proprio voluto saperlo. Ad un certo punto, però, la mia raffica di pensieri venne interrotta da un braccio che mi circondò le spalle, mi girai e trovai il viso di Nathan a pochi centimetri dal mio. Sorrisi, per nulla imbarazzata dall'incredibile vicinanza, cosa che mi era sempre capitata quando ero ancora in vita e qualche ragazzo cercava di avere le mie attenzioni. Ricambiai con una faccia che emanava felicità da tutti i pori e continuai a sorridere mentre si avvicinava leggermente posando un tenero bacio sulla mia guancia destra.
Le emozioni presero completamente il sopravvento e, senza poter controllare le mie azioni e senza quasi rendermene conto, afferrai il suo volto con le mani e lo avvicinai delicatamente al mio. A quel punto, senza altro indugio, lo baciai.
|| N.A. ||
Ed eccoci arrivati alla fine di un altro capitolo. Spero che le cose abbiano avuto una svolta interessante per voi che leggete.
Un bacio, Erica !
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Angel
FantasyLa vita è breve, le cose cambiano da un momento ad un altro. Cosa succederebbe se cambiassi mondo, così, tutto ad un tratto? - Pronta a volare? -