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<< Mi vuoi spiegare dove cavolo eri finita? >> Non ci potevo credere, davanti ai miei occhi c'era Nathan e, dalla sua espressione cupa e tesa, non sembrava esattamente felice della mia sparizione. Insomma un po' di felicità per la mia ricomparsa non avrebbe guastato, no? A quanto pare, però, avendo visto il suo sguardo truce, non potevo certamente pensare che fosse  in vena di battutine così decisi di rimanere zitta per evitare inutili scoppi d'ira che mi avrebbero semplicemente innervosita.

<< Dovevo sistemare alcune cose. >> Non potevo dirgli la verità, non avrebbe capito e io non potevo raccontargli ogni cosa e, anche se avessi voluto riferirgli una parte degli ultimi avvenimenti, non era questo il momento adatto. Questo era un mio problema, io avevo ridotto la mia migliore amica, io avevo compiuto le azioni che avevano portato a tutto questo e io avrei dovuto risolvere la questione da sola senza immischiare e mettere in pericolo altre persone. Il suo sguardo fisso nei miei occhi era imperscrutabile e i suoi occhi azzurri in questo momento sembravano quasi lanciare delle scintille, cosa  che mi ricordava il motivo per cui ero scappata da lui: aveva avuto paura di me e del mio potere e io non potevo sopportare l'idea di spaventare qualcuno.

<< Quali cose? Katy parlami! >>

<< Non sono affari tuoi, mi dispiace Nathan ma è così. >>

Il suo sguardo si fece improvvisamente freddo e la preoccupazione e l'ansia lasciarono il posto al vuoto, nessuna emozione brillava più nei suoi occhi. Doveva essere così, non potevo metterlo in pericolo per una cosa causata da me, dovevo salvare da sola Shade e lasciare fuori dai guai le poche persone a cui tenevo.

<< Bene, sono passati tre giorni, dobbiamo tornare nel nostro mondo! >>

Cosa? Tre giorni! Come era possibile? Ero rimasta fuori solo per una notte!

<< Ma se siamo rimasti fuori solo una notte? >>

<< Una notte? Katy, mi hai lasciato solo per due giorni interi! >>

Oddio, non riuscivo a capire. La prossima volta mi sarei dovuta far spiegare questo mistero da Josh, non era certamente normale che il tempo si mettesse a scherzare con me in questo modo! 

<< Andiamo! >>

<< Aspetta un attimo. Fammi controllare le tue piume. >> Si ricordò all'ultimo momento.

Mi girai e lo lasciai osservare le mie ali, piuma per piuma, non volevo di certo ottenere anche un altro problema. Nathan continuò ad analizzare il mio piumaggio attentamente e gliene fui veramente grata perché, nonostante fosse arrabbiato con me per averlo lasciato solo e per non avergli dato nessuna spiegazione, si preoccupava comunque della mia incolumità e mi dimostrava di tenerci.

<< Hai tutte le piume bianche tranne una, se vuoi te la strappo subito. >>

Feci un segno di assenso con la testa e subito sentii uno strappo seguito da un dolore che mi prese tutta l'ala destra. Avete presente quando vi fate la ceretta e sentite un grande dolore dopo lo strappo? Ecco, il dolore nello strapparsi una piuma è molto più grande, è come se ti venisse strappata un unghia, e considerate che i cinesi la consideravano una tortura: pensate!

Fatto ciò mi afferrò saldamente una mano come se avesse  paura che mi volgessi alla fuga da un momento all'altro e mi trascinò con sé cominciando a volare verso l'ingresso di Diamondland, situato tra le nuvole.

Quando atterrammo nella sala di atterraggio ci trovammo circondati da molte altre coppie di angeli che, a quanto pare, erano appena arrivati come noi. Data la molta confusione, nessuno notò il nostro arrivo, così riuscimmo a mescolarci agli altri, cosa non difficile, e, poco dopo, a dirigerci verso la stanza di Nathan per poter parlare tranquillamente degli ultimi fatti accaduti. Ovviamente, non avevo magicamente cambiato idea e deciso di raccontargli ogni cosa ma, durante il volo di ritorno, mi aveva praticamente obbligata a promettere di svelargli tutto una volta tornati sostenendo che così mi avrebbe potuta aiutare. Inizialmente ero stata irremovibile riguardo la mia posizione, poi però, era diventato così insistente che, per non diventare pazza e per non cominciare a strapparmi tutti i capelli dalla disperazione, avevo acconsentito a rivelargli ogni cosa, o quasi.

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