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<< La luna liberatrice >>. Queste erano le parole che si erano andate a formare davanti ai miei occhi. Non avevo mai visto niente del genere e non riuscivo a comprendere come le lettere potessero cominciare  a ruotare magicamente fino ad assumere un significato comprensibile.

Guardai la professoressa Lily con sguardo sconcertato: com'era possibile che io conoscessi quella lingua? Ero un angelo da poco tempo e avevo seguito pochissime lezioni nelle quali questo argomento non era stato nemmeno minimamente sfiorato: tutto questo non aveva senso. Mi sentivo confusa e stordita, ma, sopra tutte queste emozioni, regnava la paura più pura, quel genere di paura che non augureresti nemmeno al tuo peggior nemico. Tutto questo era troppo, la situazione stava diventando insostenibile e le cose continuavano ad accadere troppo in fretta. Il mio cervello non faceva nemmeno in tempo ad assimilare una nuova situazione o una nuova conoscenza che subito se ne presentavano altre dieci tutte insieme. Ero sicura: a breve sarei impazzita. Evidentemente la professoressa dovette interpretare correttamente la mia espressione in quanto, dopo avermi sorriso in modo rassicurante, cercò di tranquillizzarmi: << Katy, io ho capito cosa sei. Non direi mai niente a nessuno e cercherò di aiutarti come posso ma tu devi stare attenta: qui non sei al sicuro e  ricorda che non tutti quelli che predicano la pace la vogliono davvero. >>

Queste parole, anziché tranquillizzarmi mi resero solo più nervosa: questa non era una rassicurazione ma un avvertimento e ciò che la professoressa mi aveva appena detto  non potè che farmi passare per la testa l'immagine di re James. lui era il re e in quanto tale  dovrebbe volere la pace e dovrebbe fare di tutto per mantenerla ma, da come lo avevo sentito parlare  della ragazza della luna con il dottore non ne ero più così sicura.

<< Katy adesso è meglio se torni dalla tua amica Cloe e che insieme raggiungiate la prossima lezione, non voglio farti perdere tempo anche perché queste lezioni, se sei davvero la figlia della luna, a te serviranno più che agli altri angeli. >>

Detto questo mi precedette verso l'uscita. Una volta lasciata la biblioteca cominciò  a camminare  a passo spedito per i corridoi fino a giungere davanti alla sua aula dove, appoggiata alla porta, mi aspettava Cloe con aria preoccupata. Nei suoi occhi lessi varie domande e comprendevo che volesse sapere tutto ma questo non era né il momento né il luogo adatto per parlare di cose importanti e pericolose come questa.

Senza dire una parola le feci capire con lo sguardo che le avrei spiegato tutto dopo, mentre a voce alta disi semplicemente: << raggiungiamo la lezione del professor Jace sennò facciamo tardi. >> Cloe, evidentemente, capì il significato che era nascosto sotto le mie neutre e piatte parole e quindi, senza fare alcuna domanda si mise al mio fianco.

L'una accanto all'altra, ciascuna immersa nei suoi pensieri, camminammo fino a raggiungere l'aula successiva: quella di Difesa dove speravo di passare un'ora più tranquilla prova di svenimenti.

Non appena entrammo nella stanza, cominciai a sentire i pensieri adoranti che le ragazze rivolgevano al professor Jace  il quale, dal sorrisetto impertinente che portava sulle labbra, doveva certamente aver sentito a sua volta.

Tutti questi pensieri però cominciarono a vorticarmi nella mente, a riempirmela: erano troppi e io non riuscivo a controllarne il flusso. Quando stavo cominciando a non sentirmi più le gambe una voce calma e controllata che annunciava l'inizio della lezione venne in mio soccorso. Cosa mi stava succedendo? La situazione mi stava sfuggendo di mano e la mia mente era sempre meno sotto il mio controllo. I miei poteri angelici si stavano sviluppando da soli e troppo in fretta rispetto alla mia resistenza fisica. Cosa potevo fare? Non potevo certo andare  a farmi fare una visita dall'inquietante dottore Skye. Dovevo per forza trovare una soluzione, ma avevo bisogno di una mano.

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