Legno d'ulivo, corda di cuore di Dorsorugoso, dodici pollici, rigida. La nuova bacchetta di Hermione si adattava perfettamente alla padrona e, soddisfatta del suo acquisto, passeggiò per un po' con Draco al fianco, che però era silenzioso e schivo e non la mollò nemmeno un secondo, infastidendola leggermente. Insistette per andarsene a casa propria, ma lui fu irremovibile: tornati al Manor, Hermione si accorse del suo sguardo assorto ed al contempo malizioso, come se stesse formulando pensieri poco casti che lo facessero gongolare.
- Pensavo... - esordì infatti, avvicinandolesi da dietro, immergendo il naso nei suoi capelli.
- Cosa? - chiese lei, mascherando un sorriso dietro alla folta chioma.
- Voglio sapere una cosa - affermò diretto.
- Già quel "voglio sapere" mi piace poco. Comunque, prego.
L'accompagnò delicato ma fermo sul divano di fronte al caminetto spento e le prese la mano destra, voltandola piano con palmo verso l'alto; posò un bacio proprio al centro ed iniziò a seguire con estrema lentezza il reticolato delle vene sul polso, alternando la pressione delle labbra a piccoli guizzi della lingua. L'aumentare del battito che percepì e il rossore che le fiorì sulle gote dovette piacergli parecchio, poiché gli diede forse una specie di assenso per porre la sua richiesta.
- Sei stata solo mia - cominciò, modulando la frase come un'affermazione e non come una domanda, sfidandola con lo sguardo a controbattere.
Hermione si rabbuiò, colta nell'orgoglio e in qualche nervo scoperto che non era mai riuscita a ricoprire, non sapendo bene cosa e come rispondere.
- Fossi in te non ne sarei così sicuro! - borbottò, infastidita da quella sua pretesa. Cosa voleva dire? Che non era abbastanza attraente o intrigante per qualcun altro?
Lui la fissò dritto negli occhi per qualche istante, soppesando chissà cosa, poi continuò la sua opera di degustazione sempre più assorto mentre l'altra mano saliva lungo la gamba.
- Questa piccola Grifondoro non sa proprio dire le bugie... - ridacchiò deliziato nell'incavo del gomito.
- Mi stai infastidendo - tentò Hermione di scostarlo ritraendo il braccio, ma Draco approfittò del suo sbilanciamento per spingerla con attenzione stesa sui cuscini cremisi e sovrastarla predatore.
- Non ti montare la testa, Malfoy - lo redarguì, sguardo di ghiaccio - la motivazione per cui ti sei comportato in quel modo non cambia il fatto che tu l'abbia fatto. Non ho avuto nessun altro perchè non mi è mai piaciuto veramente nessuno, non perchè sono rimasta fedele alla tua memoria.
Se credeva di offenderlo o farlo arrabbiare, si era sbagliata di grosso. Lui ghignò rapace, mordendosi il labbro inferiore con desiderio, e si chinò piano a sfiorarle il naso col proprio, completamente indifferente alla sua stizza.
- Oh, non ne dubito...ti ho già detto - calcò con la voce, ricordandole immediatamente quando e come gliel'aveva detto - che penso sia veramente impossibile resistere a queste cosce deliziose. Sono certo che ti siano venuti appresso in molti, ma il punto resta un altro: in realtà nessuno ti capisce come me, solo io ti stimolo, mentalmente e fisicamente... solo con me hai questa intesa....
- Ehi - asserì furiosa, allontanandolo dal suo petto - stai facendo i conti senza l'oste, mio caro. Non hai tutto questo potere su di me, non cercare di costruirtelo. Stiamo bene insieme, è vero, ma tu non mi controlli nè mi domini. Cosa c'è, la gentilezza di Zabini ti ha irritato?
Draco le morse la spalla, facendola sussultare.
- Quello è solo uno sfigato. E poi tu sei mia - concluse, come se fosse una verità incontrovertibile.
- Io non sono di nessuno, e non ho bisogno di nessuno!
Draco le sorrise, fintamente oltraggiato, quasi stesse avendo a che fare con una bambina capricciosa ma simpatica; poggiò i gomiti al lato della testa della ragazza e reclamò le sue mani, intrecciando le dita, e la riempì di piccoli baci dalla tempia destra all'orecchio, in un modo così dolce che lei quasi si dispiacque di avergli usato quel tono acido.
Quasi.
- Lo so che non hai bisogno di nessuno, per adesso - sussurrò, sdraiandosi quasi completamente su di lei, strusciandosi in maniera assolutamente poco casta da sotto in su - ma vedi, io dalla mia ho due grandi qualità. La prima, sono un uomo molto paziente. La seconda, ottengo sempre ciò che voglio.
- Paziente tu? Oh, presuntuoso.... - cominciò Hermione, allo stesso tempo nervosa ed accesa, tentando di scrollarselo di dosso prima che veramente riuscisse ad annebbiarla; lui ovviamente non glielo permise, raccolse entrambi i suoi polsi in una mano sola e con l'altra iniziò piano a scendere, passandole il solo dito indice sul profilo e dirigendosi verso la scollatura, mentre ancora sussurrava parole maliziose e piene di un sottofondo rovente sul suo collo, intervallandole di piccoli baci deliziosi.
- Prima o poi, più prima che poi, avrai bisogno di me. E non sarò un semplice bisogno. Sarò una necessità impellente, una imposizione straziante, sarò l'aria che respiri, l'acqua che bevi, il pane di cui ti nutri - e la mano era giunta sul seno e iniziava piano a sbottonarle la camicia, altri baci, brividi a non finire, la mente che già l'abbandonava allettata e lusingata da quelle pretese prepotenti - sarò qualcosa di imprescindibile, il primo pensiero appena sveglia, l'ultimo prima di chiudere gli occhi.
- Povero illuso....
La mano di Draco giocherellò per qualche istante sul bottone dei pantaloni, poi lo liberò dall'asola e abbassò la cerniera. Non proseguì, anzi ritornò in alto - beccandosi uno sguardo infuriato della ragazza - a raccogliere la sinistra di lei; occhi negli occhi se la portò alla bocca, ne baciò le dita una ad una, poi gliela pose proprio al centro del petto e la coprì con la propria, spingendola di nuovo verso il basso. La baciò, quindi, un bacio così profondo e coinvolgente, applicazione pratica di tutto ciò che le aveva appena detto - doveva bramarlo, appartenergli, anelarlo, morire dal desiderio di lui - che Hermione nemmeno si accorse che la sua mano - le loro mani - erano arrivate proprio sul bordo dei pantaloni. Lei lo guardò combattuta come sempre quand'era con lui, eccitata ma vergognosa, impaziente e desiderosa di tirarsi indietro, ma Draco non glielo concesse, passandole la punta della lingua sui contorni dell'orecchio e poi sul collo, mordicchiando, succhiando, soffiando sulla pelle umida, spezzandole il respiro e facendola quasi gemere per l'aspettativa e la tremenda ansia che succedesse qualcosa, finalmente.
- E quando per un motivo qualsiasi non potrò essere accanto a te, tu sarai straziata, proprio come adesso, dal desiderio di me, mi vorrai così tanto da sentire dolore, e allora mi penserai, mi penserai, mi penserai, e farai cose che non hai mai fatto prima pensando a me. Ti voglio, Hermione - affermò roco e tremante, inchiodandola a quel divano più di quanto già non fosse con due occhi determinati ed infuocati di brama - ti voglio mia, ti voglio tutta, ti voglio sempre. Ti voglio qui - mormorò, posandole un bacio sulla fronte tanto dolce da stonare con tutto il resto della situazione - ti voglio qui - un bacio più umido e lungo sul cuore - ti voglio qui - uno sfioramento di labbra - e qui - calcò con la voce, spingendo finalmente le loro due mani unite oltre l'elastico delle mutande.
Hermione singhiozzò, stupita e rovente, mentre sentiva con lui quanto fosse tremendamente infiammata dalla situazione, dalle sue parole; realizzò con sgomento che pretendeva da lei attaccamento e desiderio ma in realtà era la sua maniera contorta, o forse inconsapevole, di mostrarle che in realtà era lui quello ossessionato e terrorizzato dal dubbio che lei non lo fosse in egual misura.
- Dillo, che sei mia - le intimò, quasi rude.
Era irritante sentirsi così braccate e pretese, come fosse uno strumento tra le sue mani, ed allo stesso tempo meraviglioso, galvanizzante, quasi egoista, pensare di essere la necessità di qualcuno, la persona più importante, il desiderio più incendiario, l'amore più grande....
- Draco... - mormorò solo, con un tono di voce inequivocabile che da solo bastò a farlo gemere sulle sue labbra semichiuse; si fiondò di nuovo a baciarla, mentre le insegnava come muoversi su se stessa e lei lo insegnava a lui, sempre divorandole le labbra le lasciò il polso che ancora stringeva per correre alla sua cintola e.....
- Draco, tesoro, ti vorrei far notare che quello è un divano di broccato delle fate islandesi che probabilmente costa più di tutta la casa della signorina.
Hermione urlò, terrorizzata ed imbarazzatissima, e si issò a sedere, nascondendosi dietro la schiena di Draco che le si era parato davanti senza accorgersi di avere i pantaloni sbottonati e un evidente rigonfiamento che a stento rimaneva contenuto.
Ma chi diavolo si permetteva a....
- Mamma!
Mamma?
Oh.
No.
Merlino ti prego uccidimi adesso. Un fulmine, così, sul posto.
Merlino, come c'era da aspettarsi, non esaudì la sua richiesta.
La umiliatissima Grifondoro si azzardò a sbirciare di un millimetro da sopra la spalla del ragazzo, e seppe con dolorosa certezza che la sua intuizione corrispondeva alla terribile, orrenda, meschina realtà.
Narcissa Malfoy, tranquillamente accomodata sulla poltrona di chintz del ritratto sopra il camino, aveva appena scacciato in malo modo il vecchio soggetto e li fissava con tutta l'aria di chi ha intenzione di divertirsi un mondo.
- Mamma, ma insomma.... - protestò il giovane, furioso e imbarazzato, diventato rosso come un pomodoro.
- Niente insomma, caro, è un pezzo pregiato, mia nonna non ha pagato dieci fate delle betulle in galeoni sonanti per far poi rovinare il loro lavoro da due ragazzini con gli ormoni scombinati. Ci sono le camere da letto, per quello.
- Idiota - mormorò lei, tirando un pugno alla schiena di Draco - davanti al ritratto di tua madre....
- Non è il suo ritra....
- Perdonami, Astoria cara, non volevo metterti in difficoltà.... - sussurrò Narcissa, con una falsissima aria contrita.
Hermione, punta sul vivo, emerse da dietro il suo rifugio sfoggiando la sua migliore espressione orgogliosa.
- Non sono Asto.... - affermò con superiorità, prima di captare lo scintillio di colore negli occhi della interlocutrice e capire che era cascata nel suo trucchetto come un'allocca.
- Oh, ma guarda guarda! Signorina Granger, quale sorpresa! - le sorrise a trentadue denti, facendole una graziosa riverenza. - Una non si può distrarre dieci minuti che le cambia tutto in casa.... Cielo, ma cosa è accaduto? Fino a poche settimane fa era un'altra la fidanzata di mio figlio....
Hermione accusò il colpo, mortificata, e abbassò lo sguardo riabbottonandosi la camicia.
- Ora basta, mamma - si impose Draco con voce ferma, alzandosi in piedi.
Narcissa non battè ciglio, anzi arcuò divertita le sopracciglia e lo squadrò dalla testa ai piedi.
- Non sei molto autorevole con la patta aperta, tesoro.
Draco ridivenne bordeaux e le diede le spalle, tentando di riallacciarsi i pantaloni.
Ma quanto si sta divertendo, questa stronza?
- Mia cara - ricominciò, ghignando come una iena che ha trovato la vittima perfetta - non riesco proprio a capire come sia potuto accadere, ma visto che sei qui, beh, benvenuta a Malfoy Manor. Penso che tu abbia i tuoiinteressi da ricercare....
- Non interessi, signora Malfoy - replicò con tono solenne - non ho nulla da guadagnare nè da elemosinare.
- Non ne dubito, cara - le sorrise, accondiscendente. - È quindi un sentimento che ti getta tra le braccia di mio figlio?
Draco la fissò, a suo modo divertito ed impaziente, felice della piega che il discorso aveva preso, ed Hermione seppe di essere in trappola. Certo che lo provava, un sentimento, ma non aveva nessuna voglia di ammetterlo così, davanti alla defunta "suocera" che di certo avrebbe in qualche modo travisato le sue parole....
- Io credo che l'autenticità e la trasparenza siano a tutt'oggi valori esistenti; senza arroganza, mi creda, umilmente mi fregio di dire che io ne sono sempre stata una convinta sostenitrice in ogni azione che compio o relazione che intraprendo, signora Malfoy, questa inclusa - rispose quindi, sorridendo nello stesso modo sbeffeggiante.
Se Narcissa ne fu sorpresa, non lo diede a vedere. Si limitò a sistemare meglio l'ampia gonna e l'acconciatura, prima di degnarla di nuovo della sua attenzione.
- Forse nelle relazioni o nelle azioni, signorina Granger, ma a quanto pare non nelle parole, dato che hai usato una perifrasi per rispondermi, elegante e ben congeniata, certo, ma sempre una perifrasi. Tuttavia non me ne rammarico, capisco che avere a che fare con me possa metterti in soggezione....
- Affatto, signora - rispose, tentando di mascherare la rabbia dietro un finto tono cortese - anzi penso che siate un esempio da cui imparare la sottile arte dell'eleganza e della diplomazia.
Narcissa le sorrise, il primo sorriso vero che le dedicò, e di certo non fu una impressione di Hermione quel fugace occhiolino scherzoso.
- Ne sono onorata, mia cara. Ora, perdona la scortesia, ma vorrei scambiare qualche parola con mio figlio.
- Certo, signora Malfoy. Le auguro una buona serata.
- Altrettanto, signorina Granger.
Hermione le si inchinò con leggero dispetto, diede a Draco un bacio piccolo ma lungo e poi, con un ultimo cenno cortese del capo, si smaterializzò.
Draco fissò il ritratto senza dire niente, mezzo divertito e mezzo furioso; la donna perse un po' di tempo a sistemarsi i capelli, per poi ridacchiare da sola fissando il punto dove la ragazza era sparita.
- Che deliziosa creaturina impertinente. Ah, peccato essere morta, le avrei fatto vedere i sorci verdi.
- Mamma....
- Oh, basta con questo mamma, non hai detto altro in tutto il tempo. Siediti, piuttosto, tira fuori qualche parola appena più articolata e spiegami che diavolo è successo.
Draco si sedette, irritato, e iniziò a raccontare tutto, ma proprio tutto, a partire dal primo giorno di scuola del settimo anno.
Narcissa lo ascoltò seria e compita, senza battere ciglio nè interromperlo, e quando Draco finì gli sorrise dolce, forse anche un po' amara.
- Oh Draco, tesoro mio.....
Il ragazzo le sorrise di rimando, nostalgico. Gli mancava proprio tanto, la sua mam....
- .... sei proprio un cretino.
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أدب الهواةAutore: kiddoB 22/07/2013 La vita di Hermione Granger procede, tutto sommato, tranquilla, tra gli amici ed un lavoro temporaneo ma monotono ed insoddisfacente. All'improvviso, però, tutto si stravolge: incontra un uomo perfetto (forse troppo pe...