Capitolo XLVI - Peace and War

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- L'Os....l'Oscuro Signore? - balbettò Draco, scioccato, mentre la temperatura, improvvisamente, sembrava abbassarsi di venti gradi. Lucius annuì, mortificato.
- Quando... quando tu avevi otto anni e lui cercava disperatamente un modo per riprendere le forze. Era già stato in Albania, non so perché, aveva fatto il giro di tutti i Balcani ma non era venuto a capo di niente. Così....così iniziò a studiare la storia delle più grandi famiglie magiche di tutti i tempi, per vedere se si poteva ritrovare un caso assimilabile al suo. Mi costrinse a permettergli l'accesso alla biblioteca e a tutto ciò che conteneva. Non feci in tempo a nascondere i documenti sulla faccenda di Tintagel che, solo pochi anni prima, avevo ricostruito per pura curiosità... venne a sapere di quel luogo, pensò che una sorgente di potere simile avrebbe potuto giovargli.
- Ma... ma padre... - riuscì a proferire soltanto, totalmente impietrito.
- Io... io facevo la spola da lì a casa, per portare il necessario a Minus ed assicurarmi che andasse tutto bene. Tentarono disperatamente per un mese di carpire i segreti della fonte, ma stranamente, invece di aiutarlo, quel liquido lo faceva stare sempre peggio. Poi mi parlarono di ringhi e latrati nella notte, di una bestia che si aggirava per quei luoghi e che Minus era riuscito ad evitare solo nascondendo quel miserabile fagotto che all'epoca era il Signore Oscuro e trasformandosi in topo... alla fine, sconfitti, furono costretti ad abbandonare il luogo.
Prese un respiro e una pausa sofferta, prima di continuare.
- Non dissi niente a tua madre, ovviamente. Ma lei si accorse di quei miei via vai quotidiani... quando seppe di come un posto così antico e sacro, l'orgoglio dei Black, un segreto tramandato da generazioni e sempre gelosamente custodito, fosse stato profanato ed insozzato proprio da me, ti prese e tornò dai suoi. Suo padre mi aveva sempre odiato e da allora la cosa fu definitiva... addirittura mise un divieto magico di accesso per me, affinché non potessi mai più tornarci. Alla fine tutto si risolse ma... quella è stata una delle cose che tua madre non mi ha mai perdonato. Quando mi hanno arrestato hanno sequestrato molte cose da casa nostra, incluso quella cartella di mie ricerche. Per fortuna non hanno mai saputo quello che ti sto raccontando e l'hanno classificato semplicemente come documento antico.
Il silenzio che calò fu il più pesante e difficile che Draco avesse mai sperimentato. Non sentiva rabbia, dentro di sè, se non una costante ed annichilente delusione. Cosa avrebbe dovuto o potuto dirgli? Non lo dovevi fare? Hai sbagliato, ti sei comportato male? Forse che non lo sapeva benissimo da solo, avendo perso in quella guerra famiglia ricchezze e libertà? Non si poteva fare niente, per modificare gli orrori del passato. Solo accettarli.
- Draco.... cosa è successo?
- Il.... il vampiro è tornato, padre. Ha tentato di uccidermi per vendicarsi.
- Cosa? - singhiozzò Lucius, terrorizzato.
- Tranquillo... ormai è passata. Gli Auror ci hanno assicurato che è stato eliminato e che non ci sarà più nessun pericolo. Solo che... ecco, volevo comprendere.
- Ma... ma come...
- Ti prego, non ho voglia di parlarne. È successo solo pochi giorni fa.
- Draco, io....
- Tempo scaduto! - urlò una voce da fuori, picchiando con le chiavi sulla porta. Draco sussultò e scattò in piedi, profondamente a disagio.
- Aspetta, aspetta! - lo pregò Lucius, alzandosi a sua volta. - Draco, dimmi che stai bene, che non corri alcun pericolo.
- Non più, padre, lo giuro. Volevo solo... chiudere la storia una volta per tutte, ecco. Tornerò presto, promesso...
- Aspetta, un attimo soltanto! - disse a voce più alta, girando il viso verso l'uscita. - Draco...
- Ti giuro, non sono arrabbiato - mormorò, sincero. Poi gli venne un dubbio. - Ma... ma la Passaporta non ha fatto entrare me nel Manor!
- Cosa vuol dire?
- Con quella Passaporta... un'altra persona è riuscita a passare dal sotterraneo a casa. Com'è possibile?
- Non è possibile, infatti. Non è assolutamente poss... aspetta, era la tua fidanzata?
Draco spalancò la bocca di tanto così, scioccato. Incredibile, assolutamente incredibile: l'oggetto magico aveva riconosciuto Hermione come sua.
- Ehm... beh....
- Se era la giovane Greengrass allora è normale. A proposito, come sta?
- Non... non era lei.
- Come, non era lei? Questo me lo ricordo bene, è lei la tua fidanzata!
E almeno quella verità, la prima detta sul momento, la sincerità più bella che gli fosse mai uscita di bocca, la volle dire con voce chiara e forte.
- Non più. Sto con Hermione Granger, padre. Sono... sto con lei.
Lucius sillabò quel nome con lentezza, cercando di richiamarlo alla memoria, e quando ci riuscì lo stupore che gli si dipinse sul volto fu quasi comico.
- L'amica di Potter? La Mezzosangue?
- Esattamente.
Lucius sbottò in una mezza risata incredula e un'espressione di disgusto mista a curiosità gli si dipinse sul volto. Non riuscì a far niente di meglio se non scuotere la testa sconcertato e stringere con forza il braccio del figlio.
- Questa me la la prossima volta - gli disse, senza reale minaccia o rabbia nella voce.
E Draco comprese che davvero, forse, alcune cose erano cambiate, e che un rapporto tra adulti, all'insegna del perdono e della reciproca comprensione, era possibile.
- Certo, padre. Con piacere.

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